Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
La stagione degli uragani nel Pacifico è cominciata in anticipo
La stagione degli uragani nel Pacifico è cominciata con un anticipo senza precedenti. Anche se la tempesta tropicale Adrian non ha guadagnato potenza, si tratta comunque di un record.
La stagione degli eventi meteorologici estremi, quali cicloni e uragani, nell’oceano Pacifico è cominciata presto, troppo presto quest’anno. La tempesta tropicale Adrian, infatti, ha rischiato di diventare il primo uragano “precoce” dell’oceano Pacifico. La tempesta si era formata il 9 maggio al largo della costa di El Salvador, in America centrale, spostandosi mercoledì verso Salina Cruz, in Messico, con venti che hanno toccato gli 80 chilometri orari.
La tempesta Adrian ha aperto la stagione in anticipo
Per questo il National hurricane center, il centro americano che studia e monitora gli uragani, aveva diramato un possibile allerta uragano. Poi, fortunatamente, la tempesta Adrian si è indebolita, perdendo le caratteristiche necessarie per trasformarsi in uragano.
Nonostante non sia stata classificata al grado superiore, Adrian rappresenta comunque un record assoluto dall’inizio delle perché si tratta del primo ciclone tropicale a formarsi così presto nel nordest del Pacifico da quando l’uomo ha cominciato a usare i satelliti per fare previsioni meteorologiche. “Il record precedente apparteneva all’uragano Alma formatosi nelle Filippine il 12 maggio 1990”, scrive il meteorologo Carlo Migliore su 3Bmeteo.com.
Gli effetti del riscaldamento globale
Questo tipo di fenomeni meteorologici estremi stanno diventando di anno in anno più frequenti e violenti, formandosi anche in regioni geografiche apparentemente al riparo. La frequenza, secondo molti studi, sembra essere correlata all’aumento della temperatura media globale causato dalle eccessive emissioni di gas serra in atmosfera dovute alle attività umane.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
La nuova edizione del Climate change performance index constata pochi passi avanti, da troppi paesi, per abbandonare le fossili. Italia 43esima.
Uno studio della rete di esperti MedECC e dell’Unione per il Mediterraneo mostra quanto il bacino sia vulnerabile di fronte al riscaldamento globale.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
Per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro impatti servono fondi. Alla Cop29 i Paesi sono molto distanti su quanto e chi debba pagare.
Il governo del Regno Unito ha scelto la Cop29 di Baku per annunciare il suo prossimo piano di riduzione delle emissioni di gas serra.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop29 a Baku, ha ribadito il proprio approccio in materia di lotta ai cambiamenti climatici.