Le donne in Afghanistan devono tornare ad indossare un velo integrale in pubblico. Ad ordinarlo, sabato 7 maggio, è stato il capo supremo dei talebani al potere nella nazione asiatica, Hibatullah Akhundzada, attraverso un decreto. L’organizzazione estremista islamica ha precisato come la loro preferenza ricada sul burqa, ma che sarà tollerato anche un velo integrale, a condizione che esso lasci scoperti unicamente gli occhi. Ciò al fine di evitare di “provocare” uomini non appartenenti ai loro nuclei familiari.
I talebani tentano di portare l’Afghanistan indietro di 20 anni
La notizia arriva a meno di un anno dal rovesciamento del potere a Kabul. Era infatti il mese di agosto del 2021 quando il presidente Ashraf Ghani fuggì dalla capitale, mentre gli insorti islamisti – che avevano conquistato la quasi totalità del territorio, dopo dieci giorni di combattimenti contro l’esercito regolare – ed erano ormai alle porte della città.
All’epoca, i talebani avevano tentato di rassicurare le diplomazie internazionali. Per quanto riguarda in particolare i diritti accordati alle donne nel corso degli ultimi venti anni, avevano affermato di voler rendere obbligatorio l’uso del velo, ma non del burqa. Avevano inoltre assicurato che alle donne sarebbe stato concesso il diritto di lavorare “allo stesso livello degli uomini”. Per le ragazze sarebbe stato inoltre garantito l’accesso all’istruzione, purché tutto ciò fosse sottoposto allea disciplina della shari’a, la legge islamica.
Since the Taliban seized control of Afghanistan, women have been subjected to a cascade of restrictions on employment, education, travel and other aspects of public life. Many assumed the return of a burqa-style body covering was the inevitable next step. https://t.co/1TwbXfWmVapic.twitter.com/j9qGy1izBw
Ciò lasciava notevoli dubbi su come, concretamente, il governo avrebbe trattato la questione. E infatti i peggiori presagi si sono puntualmente avverati nel giro di pochi mesi. “Si tratta di un passo indietro di decenni per i diritti delle donne afgane”, commenta Leila Belhadj Mohamed, militante femminista. Ma non è tutto: i talebani hanno perfino spiegato che, a meno che non ci siano ragioni di notevole importanza, le donne “sarebbe preferibile se restassero a casa”.
Domenica 8 maggio a Kabul molte donne in strada a volto scoperto
Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, tuttavia, il decreto non sembra essere stato applicato concretamente a Kabul. Domenica 8 maggio numerose donne hanno continuato a passeggiare nelle strade della capitale senza coprire il viso. Occorrerà tuttavia verificare se e in che modo i talebani intenderanno far rispettare il decreto: nel periodo tra il 1996 e il 2001, quando governarono l’Afghanistan, non soltanto imposero il burqa ma privarono le donne di praticamente ogni diritto.
Nel ventennio successivo, le donne afgane avevano però riacquisito alcune libertà: dalla possibilità di andare a scuola a quella di essere impiegate in ogni settore di attività. È possibile, dunque, che stavolta per i talebani sia più difficile imporre la loro interpretazione radicale della legge islamica.
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