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Maschere d’Africa
Africa Nera Arte e Cultura al Museo Archeologico di Bologna maschere raffiguranti antenati e divinità come modelli il volto umano o le teste d’animali
Scolpire oggetti in legno è stata a lungo la forma d’arte
espressiva più diffusa nell’africa sud-sahariana. Si
lavorava senza bozzetti o studi preliminari, direttamente sulla
materia, rifacendosi a modelli già noti a coloro ai quali
gli oggetti erano indirizzati.
Queste opere di autori anonimi – se ne conosce solo l’etnia in
qualche modo rintracciabile nello stile usato – ci raccontano molto
di una cultura dove la produzione artistica è legata al
potere e alla religione.
Le maschere, raffiguranti antenati e divinità, hanno come
modelli il volto umano o le teste d’animali. Indossate durante la
danza rituale non rappresentano, ma sono la divinità che
simboleggiano, tanto è vero che in molte società
africane vengono toccate solo dagli iniziati.
Usate nei riti funerari di membri importanti della comunità
e in rituali propiziatori, le maschere hanno diverse tipologie. Ci
sono monumentali maschere da spalla con copricapo indossate per le
cerimonie della seminagione e raccolta del riso, ci sono
maschere-casco come quella realizzata da un artista di etnia bandu
che riproduce visi femminili triangolari incorniciati da eleganti
capigliature intrecciate che scendono su grassi colli simbolo di
ricchezza o come quella che abbina tratti umani a fauci di iena e
denti di facocero rimandando alla mostruosità del caos
primordiale della boscaglia. Ci sono maschere avimorfe con
sembianze di gufo, maschere zoomorfe con teste di lepre o
raffiguranti il bufalo selvaggio come quella forgiata da un artista
d’etnia mama usata nella danza in onore degli spiriti degli
antenati. Bellissime le maschere kple-kple, usate per la danza
goli, dove la forma discoide rimanda alla forza del sole.
Africa Nera. Arte e Cultura al Museo Civico Archeologico di Bologna
fino al 29 settembre 2002
http://www.comune.bologna.it/Musei/Archeologico
Graziella Ceruti
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