Keenan Anderson era rimasto coinvolto in un incidente stradale. Gli agenti lo hanno colpito col taser e immobilizzato con forza. È morto per arresto cardiaco.
Stati Uniti. La polizia uccide un afroamericano a Memphis, è protesta
L’omicidio di un ventenne afroamericano da parte della polizia ha scatenato violenti proteste a Memphis, sulla scia del movimento Black lives matter.
Un ventenne afroamericano di nome Brandon Webber è stato ucciso dalla polizia mercoledì notte a Memphis, negli Stati Uniti. L’accaduto ha scosso gli abitanti del quartiere di Frayser, a nord della città, che si sono riversati nelle strade per attaccare gli agenti.
Memphis si divide sul caso dell’afroamericano ucciso dalla polizia: “Non può continuare così” https://t.co/0gU32phK0Z pic.twitter.com/svbYGLh7Zg
— La Stampa (@LaStampa) 14 giugno 2019
Cos’è successo mercoledì notte a Memphis, in Tennessee
Secondo il procuratore distrettuale, John Champion, Webber era sospettato di aver assassinato un uomo il 3 giugno in Mississippi per poi rubargli l’automobile. Inoltre, era accusato di altri reati minori. Per questo mercoledì sera gli agenti di polizia del dipartimento di Memphis si sono recati fuori dalla sua abitazione per arrestarlo, ma il giovane avrebbe cercato di fuggire in macchina. Non riuscendoci, sarebbe sceso dal veicolo impugnando una pistola e a quel punto i poliziotti gli avrebbero sparato.
Questa versione è contestata da testimoni e dai familiari della vittima, secondo i quali il fuoco sarebbe stato aperto in maniera avventata e ingiustificata. Per questo sono usciti di casa e hanno aggredito le forze dell’ordine gettando pietre, lanciando oggetti, danneggiando automobili e proprietà. Gli agenti, 36 dei quali sono rimasti feriti, hanno cercato di disperdere la folla – cresciuta nel frattempo fino ad essere composta da più di cento persone – con i gas lacrimogeni. Tre manifestanti sono stati arrestati.
Quali sono gli obiettivi del movimento Black lives matter
La sommossa ha riacceso i riflettori sul movimento Black lives matter, impegnato nella lotta contro il razzismo e la discriminazione che negli Stati Uniti persistono, come qualche dato conferma. I ricercatori del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno rilevato che tra il 2008 e il 2016 gli afroamericani hanno subito, su 100mila persone all’anno, 27 omicidi con arma da fuoco in più rispetto ai bianchi. Secondo uno studio pubblicato sull’American journal of public health, inoltre, la polizia statunitense uccide in media 2,8 individui di sesso maschile al giorno: il rischio di mortalità per i neri si attesta fra 1,9 e 2,4 vittime su 100mila ogni anno, mentre per i bianchi scende tra lo 0,6 e lo 0,7.
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L’episodio in Tennessee ha inoltre dimostrato “quanto facilmente Memphis, dove circa un quarto dei suoi 650mila abitanti vive in povertà, possa virare dalla speranza alla disperazione”, scrivono Richard Fausset e Alan Blinder sul New York Times. Nonostante l’amministrazione stia cercando di infondere nuova linfa alla città rinforzandone l’economia, questa fenice non sembra essere ancora pronta a risorgere dalle proprie ceneri.
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Colpevole di tutte le accuse. Questo è il verdetto raggiunto dalla giuria nei confronti di Derek Chauvin, l’agente di polizia che ha ucciso George Floyd a Minneapolis lo scorso 25 maggio. Chauvin era accusato di omicidio colposo (manslaughter), omicidio di terzo e secondo grado, che prevedono pene rispettivamente fino a 10, 25 e 40 anni
Negli Stati Uniti la maggior parte dei vaccini anti-Covid è stata somministrata alla popolazione bianca, a discapito di latini e afroamericani.
Ad agosto nel Wisconsin un agente aveva sparato all’afroamericano Jacob Blake colpendolo 7 volte alle spalle. Il procuratore ha deciso di non perseguirlo.
Brandon Bernard, arrestato nel 1999, è stato giustiziato in Indiana. È la prima esecuzione in 130 anni ad avvenire durante la transizione presidenziale.
Si tratta di uno dei risarcimenti più alti nella storia Usa ai parenti di una vittima. L’accordo prevede anche una riforma della polizia locale.
“Per quanto giovane, la mia generazione è già scesa in piazza, in modo pacifico e rispettando le misure anti Covid, per protestare contro l’odio razziale. Realizzeremo il sogno di mio padre”. Così ha detto Yolanda Renee King, la nipote dodicenne di Martin Luther King, dai gradini del Lincoln memorial, gli stessi da cui suo nonno aveva
Nella notte i campioni dell’Nba non sono scesi in campo contro il razzismo. Negli Stati Uniti si fermano anche calcio, baseball, tennis e basket femminile.
Nel Wisconsin, Jacob Blake, un uomo afroamericano, è stato ripetutamente colpito alle spalle da una serie di colpi d’arma da fuoco esplosi dalla polizia.