Per la presidente di Federbio Mammuccini, alcuni disagi degli agricoltori sono oggettivi e comprensibili, ma le proteste contro il Green deal sono inammissibili.
L’agricoltura bio favorisce la biodiversità. Lo dice la Oxford University
Nei campi in cui si usa l’agricoltura biologica vivono fino al 43 per cento in più di specie di piante, insetti e animali, rispetto ai campi coltivati con metodo convenzionale.
Una meta-analisi che raccoglie 184 osservazioni da 94 studi ha messo in evidenza che, in media, le aziende biologiche ospitano il 34 per cento in più di piante, insetti e altre specie animali rispetto alle aziende agricole convenzionali. La ricerca è stata condotta dalla Oxford University e pubblicata sulla rivista Journal of Applied Ecology. Questo risultato riflette dati raccolti in circa 30 anni di rilevazioni, per lo più provenienti da paesi cosiddetti industrializzati. Gli autori della ricerca hanno inoltre evidenziato come le aziende biologiche esercitino un maggiore effetto positivo sulla biodiversità proprio nei territori più intensamente coltivati, fornendo habitat ricchi e assenza di pesticidi di sintesi.
Agricoltura bio, maggiore biodiversità
La maggiore ricchezza in biodiversità caratteristica delle fattorie biologiche è stabile nel tempo e non accenna a diminuire. Per quanto riguarda gli insetti impollinatori, come le api, il numero di specie diverse è del 50 per cento più alto nelle fattorie bio. “I nostri studi hanno mostrato che l’agricoltura biologica, come alternativa a quella intensiva, apporta significativi benefici a lungo termine sulla biodiversità – ha scritto l’autore a capo della ricerca della Oxford University Sean Tuck – quindi è una via per contrastare la perdita continua di specie animali e vegetali che sta colpendo le nazioni industrializzate”.
Cosa rivelano gli studi a partire dal 1989
I ricercatori hanno analizzato dati provenienti da 94 studi precedenti che si riferivano a 184 aree agricole su un periodo di tempo a partire dal 1989. Li hanno poi incrociati con immagini satellitari per analizzare l’impatto delle coltivazioni e la loro estensione sul numero di specie sul terreno. Che più era coltivato con metodi intensivi o convenzionali, soprattutto con ampi tratti di terre arate, meno specie venivano riscontrare. Al contrario, l’agricoltura biologica ha sempre fatto registrare forte crescita della biodiversità, con aumenti che variano dal 26 al 43 per cento.
Dove e come si coltiva fa la differenza
La variazione è dovuta al numero di fattori pertinenti alle località, ai metodi di coltivazione in uso, alla definizione di “biologico” nei diversi paesi presi in esame. In alcune fattorie convenzionali i campi vengono irrorati con pesticidi e fertilizzanti, in altri si usa maggiormente la rotazione delle specie e la lotta integrata, poi ci sono differenze regionali e l’influsso di anni di agricoltura, dato che gran parte degli studi sono stati raccolti in paesi dal lungo passato agricolo, come quelli dell’Europa occidentale.
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