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Ahmed Kathrada si è spento il 28 marzo. Amico discreto di Nelson Mandela ed eroe determinante per la liberazione del Sudafrica dall’apartheid.
Ahmed Kathrada, compagno di cella e di lotta di Nelson Mandela, è morto questa mattina a Johannesburg, in Sudafrica, a 87 anni. Ad annunciarlo è stata la fondazione che porta il suo nome, spiegando che “la morte è avvenuta a seguito di un intervento chirurgico al cervello”.
Ex deputato, amico e consigliere di Mandela, Ahmed Kathrada faceva parte del primo gruppo storico di dirigenti del Congresso nazionale africano (Anc), rimanendo tuttavia spesso in secondo piano, lontano dai riflettori e soprattutto dagli onori. Soprannominato “Oncle Kathy”, alla fine degli anni Ottanta aveva rivestito un ruolo di primo piano nei negoziati tra l’Anc e il regime dell’apartheid, fino alla caduta di quest’ultimo e alle prime elezioni libere, nel 1994. “Era un rivoluzionario determinato, che ha consacrato la propria intera vita alla causa della libertà nel nostro paese”, ha spiegato un suo compagno d’armi, Derek Hanekom, secondo quanto riferito dalla stampa internazionale.
Ahmed #Kathrada has passed on. Details to follow.
— Kathrada Foundation (@KathradaFound) 28 marzo 2017
Ahmed Kathrada era nato il 21 agosto del 1929 da genitori indiani immigrati. Nel 1963 fu arrestato con Nelson Mandela e una buona parte del gruppo dirigente dell’Anc, con l’accusa di sabotaggio. L’anno successivo, venne condannato all’ergastolo e recluso nel carcere di Robben Island: un periodo del quale ha sempre parlato poco e malvolentieri. Ciò nonostante, nel 1999, dopo la morte del suo compagno di cella, ha presieduto il museo dedicato alla prigione, nonché la sua fondazione per la promozione dei diritti umani. Di recente, infine, si era lanciato contro la corruzione dilagante nel suo partito, chiedendo le dimissioni dell’attuale presidente del Sudafrica, Jacob Zuma.
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