Il decreto Aiuti ter interviene anche sugli enti del Terzo Settore. La portavoce: “Noi fondamentali per il welfare sul territorio”
- Il Consiglio dei ministri ha varato il terzo decreto Aiuti contro il caro energia.
- Finalmente previsti interventi anche a favore del Terzo Settore.
- Gli enti non profit riavranno il 25 per cento delle spese sostenute nel 2022 per gas ed elettricità.
La crisi delle associazioni non profit che svolgono attività di utilità sociale, gravate come le imprese le famiglie dal caro energia, sembra almeno in parte scongiurata. Al terzo tentativo, infatti, la richiesta del Terzo Settore di poter accedere ai sussidi governativi è stata accolta: il Consiglio dei ministri del 16 settembre infatti ha dato il via libera alla proposta del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, di garantire un sostegno straordinario agli enti del Terzo Settore.
Il contributo sarà pari al 25 per cento della spesa sostenuta per l’acquisto dell’energia effettivamente utilizzata in tutto il 2022. Inoltre, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti per l’acquisto del gas naturale, è previsto anche un altro sostegno straordinario, pari al 25 per cento del gas consumato nel 2022, per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici, quelli legati al riscaldamento.
Il ministro del Lavoro ha convenuto infatti che anche il Terzo settore ha risentito, dopo l’emergenza pandemica, delle gravi conseguenze sociali, politiche ed economiche del conflitto in Ucraina, risentendo significativamente anche delle variazioni dei prezzi delle materie prime e delle oscillazioni dei mercati finanziari osservate dallo scoppio della guerra. “Proprio al fine di attenuare l’impatto dell’aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale sulle numerose e diverse attività svolte dagli enti del Terzo settore, la proposta normativa prevede l’erogazione di un contributo per l’acquisto di gas ed energia a favore degli enti del terzo settore”.
Il sollievo delle associazioni
Possono così tirare un sospiro di sollievo tutti quegli enti che rientrano nella definizione di Terzo settore, ovvero associazioni di carattere privato che agiscono in diversi ambiti, dall’assistenza alle persone con disabilità alla tutela dell’ambiente, dai servizi sanitari e socio-assistenziali all’animazione culturale, e che spesso gestiscono servizi di welfare istituzionale e di tutela del bene comune e salvaguardia di diritti negati.
“Governo e Parlamento hanno preso atto che lasciare il Terzo settore privo di ristori contro i rincari avrebbe significato far gravare maggiormente la crisi energetica proprio su quella fascia di popolazione più indifesa, povera e a rischio emarginazione”, è il sospiro di sollievo tirato dal Forum Terzo Settore che rappresenta 101 organizzazioni nazionali di secondo e terzo livello – per un totale di oltre 158mila sedi territoriali – che operano negli ambiti del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale, della solidarietà iternazionale, della finanza etica, del commercio equo e solidale del nostro Paese.
Una forma di welfare solidale
Fino al giorno prima del varo dell’Aiuti ter, il Forum aveva lamentato la mancanza di aiuti (finanche nel decreto Aiuti Bis, che deve ancora essere ufficialmente convertito in legge) per delle realtà non profit che subiscono pesantemente le conseguenze della crisi energetica ma, diversamente dalle imprese profit non possono ‘scaricare’ l’aumento dei costi sui clienti per la semplice ragione che, spiega la portavoce del Forum e vicepresidente di Legambiente Vanessa Pallucchi, “le nostre organizzazioni spesso tengono in piedi servizi che hanno a che fare con le fragilità, dove situazioni di risparmio e tagli dei costi sono oggettivamente impossibile come invece magari accade nell’industria”.
Il Terzo settore sconta in parte il venir troppo spesso associato, nell’opinione pubblica, al mondo delle grandi o medie organizzazioni non governative: in realtà, come spiega Pallucchi, si tratta soprattutto “di realtà di piccola taglia, territoriali” che svolgono un ruolo importantissimo di supplenza del welfare statale: “In pochi se lo chiedono, ma l’associazione che tiene aperto un cinema in periferia cos’è? Chi si occupa del dopo-scuola? L’Anpas, che manda in giro le ambulanze, cos’è? Chi si occupa della distribuzione dei pasti agli indigenti? Tutto questo è il Terzo settore…”.
Eppure, oltre al fatto che si è dovuto attendere il terzo decreto per avere gli stessi aiuti concessi a industria e agricoltura, anche in questa campagna elettorale “il terzo settore non viene mai annoverato tra i comparti strategici del Paese – conclude la portavoce del Forum -. Invece non solo è una gamba dell’economia italiana ma dà risposte che la politica non riesce a dare, a livello di presenza sul territorio: bisogna mettere in agenda questo tema, anche per le sue ricadute socio-economiche”.
Siamo anche su WhatsApp.
Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.