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Aiuti umanitari in cambio di sesso in Siria. I terribili ricatti rivelati dalla Bbc
Un’inchiesta della Bbc ha svelato abusi sessuali nei centri di distribuzione di aiuti umanitari in Siria: “Fenomeno diffuso e ignorato”.
Cibo distribuito in cambio di sesso e aiuti umanitari concessi solo alle donne “disponibili”. Un’inchiesta della Bbc ha svelato un nuovo scandalo che coinvolgerebbe non soltanto organizzazioni caritatevoli internazionali ma anche agenzie delle Nazioni Unite. I cui operatori avrebbero imposto il sordido ricatto a numerose vittime siriane, nelle strutture e nei campi profughi allestiti per fornire assistenza alla popolazione civile.
Le donne senza “protezione maschile” le prede più facili in Siria
Secondo i giornalisti dell’emittente britannica James Landale e Vinnie O’Dowd, la pratica sarebbe ancora diffusa, in particolare nel sud della nazione in guerra dal 2011. E non si tratterebbe di una novità recente: di ripugnanti richieste avanzate da operatori “umanitari” aveva già parlato il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), che nel rapporto Voices from Syria 2018 aveva denunciato i casi di “donne e ragazze che si sono sposate per brevi periodi con dipendenti delle agenzie umanitarie” pur di poter ricevere pasti e generi di prima necessità. In particolare, le persone più vulnerabili sarebbero quelle che non possono godere di una “protezione maschile”: donne sole, vedove o divorziate, considerate prede facili per questo tipo di sfruttamento sessuale.
Inoltre, nel mese di giugno del 2015, l’International Rescue Committee aveva interrogato 190 donne e ragazze nelle regioni di Daraa e di Quneitra: il 40 per cento di loro aveva affermato di aver subito abusi legati alla distribuzione di aiuti umanitari. La Bbc fa sapere poi che proprio sul tema dei ricatti sessuali fu convocata una riunione da parte di alcune agenzie delle Nazioni Unite e ong internazionali, che si tenne nella capitale della Giordania, Amman, il 15 luglio dello stesso anno.
“Fenomeno noto dal 2015 e volutamente ignorato”
Le agenzie dell’Onu e le organizzazioni umanitarie hanno affermato all’emittente inglese di non essere al corrente dell’esistenza di tale fenomeno. Tuttavia, alcuni ex operatori umanitari hanno rivelato ai due giornalisti autori dell’inchiesta che “lo sfruttamento sessuale è talmente diffuso che alcune donne siriane si rifiutano di presentarsi nei centri di distribuzione di aiuti. E, in alcune zone, le donne che tornano a casa con cibo o altri beni di prima necessità, anche in assenza di abusi, sono comunque guardate con sospetto”.
Danielle Spencer, che ha lavorato come operatrice umanitaria nei campi profughi nel sud-est della Siria ha in particolare rivelato che “si tratta di cose note a tutti almeno dal 2015. Ho visto con i miei occhi ragazze piangere per quello che passavano. La verità è che tutto questo è stato fino ad ora volutamente ignorato. E oggi siamo nel 2018: quante donne avranno subito violenze nel corso di tutto questo tempo?”.
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