Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
No al terrorismo, sì ai diritti. Paure e aspirazioni dei giovani arabi
Rifiutano lo Stato Islamico e sono convinti che fallirà nel suo obiettivo di creare un nuovo califfato in Medio Oriente, pensano che la religione ricopra un ruolo troppo importante nella vita di tutti i giorni e che la guerra in Siria nasconda un conflitto per procura tra potenze mondiali e regionali: sono i giovani del mondo
Rifiutano lo Stato Islamico e sono convinti che fallirà nel suo obiettivo di creare un nuovo califfato in Medio Oriente, pensano che la religione ricopra un ruolo troppo importante nella vita di tutti i giorni e che la guerra in Siria nasconda un conflitto per procura tra potenze mondiali e regionali: sono i giovani del mondo arabo fotografati dal sondaggio di Arab youth survey 2016. Un’indagine basata su oltre 3.500 interviste a giovani tra i 18 e i 24 anni in 16 diversi paesi dell’area che restituisce un interessante spaccato delle paure e aspirazioni delle future generazioni arabe.
Looking forward to be among the speakers discussing this year’s #ArabYouthSurvey by @ASDAABMPR. Tuesday 12/4. #Dubaipic.twitter.com/cALjpT3jL5
— Chaker Khazaal (@ChakerKhazaal) 9 aprile 2016
La stabilità prima della democrazia
Pubblicato dalla società di consulenza e relazioni pubbliche globale Asda’a Burson-Marsteller, lo studio è alla sua ottava edizione. A cinque anni dall’inizio delle cosiddette primavere arabe, mostra che i giovani intervistati privilegiano la stabilità alle aspirazioni democratiche (53 per cento), e che in pochi (36 per cento) pensano che le condizioni di vita nei rispettivi paesi siano migliorate dopo l’ondata di proteste rivoluzionarie. Un dato significativo se paragonato al 92 per cento che nel 2011 aveva messo “vivere in democrazia” in cima a propri desideri.
https://www.youtube.com/watch?v=HYDBDon5BKE
Disoccupazione, preoccupazione costante
Per molti, una preoccupazione costante resta quella della mancanza di lavoro: il Medio Oriente – secondo dati della Banca Mondiale – presenta il tasso di disoccupazione giovanile più alto del mondo e sono oltre 75 su circa 200 milioni i giovani disoccupati nella regione. Secondo gli intervistati è la mancanza di opportunità e di un futuro, più dell’estremismo religioso, che assicura a Isis/Daesh un terreno fertile per fare proseliti. Presso i ragazzi, infatti, i combattenti sotto i vessilli neri raccolgono solo il 13% dei consensi, il 6% in meno di un anno fa. Consensi che, comunque, sarebbero concessi solo “nel caso in cui l’Isis rinunciasse alla violenza”.
“Questa indagine fornisce dati importanti su come la gioventù araba consideri l’ambiente nel quale vive come stimolante ed in continua evoluzione” osserva Donald A. Baer, presidente di Burson-Marsteller. “I giovani intervistati oggi saranno la società di domani, proprietari di aziende, lavoratori e consumatori e i dati di questa ricerca aiutano tutti noi a comprendere meglio questo spaccato di società”. Il sondaggio ha coinvolto giovani di Algeria, Bahrein, Egitto, Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Libia, Marocco, Oman, Cisgiordania, Qatar, Arabia saudita, Tunisia, Emirati arabi e Yemen.
Giovani divisi sulla Siria
Una lista in cui manca la Siria, ma sul conflitto che insanguina da oltre cinque anni il paese, gli intervistati sembrano divisi. Quello in atto, secondo il 39 per cento di loro, nasconde un conflitto per procura tra potenze mondiali e regionali, mentre il 29 per cento la considera una rivoluzione contro il regime di Bashar al Assad e per il 22 per cento è una guerra civile tra siriani.
#ArabYouthSurvey Key players agree entrepreneur focus and soft economy is way forward in Gulf @SarahAmiri1 pic.twitter.com/AOZmInTA2b
— Eithne Treanor (@eithnetreanor) 12 aprile 2016
Più diritti per le donne
Nelle società mediorientali, viste con gli occhi dei giovani arabi, la religione, ricopre un ruolo “troppo importante” (52 per cento) mentre uno u due sostiene l’accordo sul nucleare tra Washington e Teheran che ha consentito all’Iran di uscire da un isolamento internazionale durato oltre 20 anni. Un ultimo dato, significativo, riguarda le libertà personali e i diritti umani: il 67 per cento dei giovani chiede ai propri leader e governi di fare di più per migliorare gli standard e di agire, soprattutto, a favore dei diritti delle donne.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I ribelli che hanno preso il potere in Siria stanno smantellando la produzione di captagon, la droga che arricchiva il regime di Assad.
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, le donne palestinesi preparano pasti e distribuiscono aiuti alle persone in difficoltà nella città di Beirut.
Israele ha approfittato della caduta di Assad in Siria per espandere la sua occupazione del Golan, altopiano dove è presente illegalmente dal 1967.
Un’offensiva dei ribelli in Siria ha rovesciato nel giro di 11 giorni il regime di Assad. Ora si cerca una transizione pacifica del potere.
La scarcerazione di Narges Mohammadi è avvenuta per motivi di salute e durerà tre settimane. Cresce la pressione sul regime dell’Iran per renderla definitiva.
Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.
Il 28 novembre a Nuuk è atterrato il primo volo diretto internazionale. Un evento storico che ha acceso un dibattito sui rischi del turismo di massa.