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In Alabama non si può più abortire, nemmeno dopo una violenza sessuale
L’Alabama introduce la legge sull’aborto più severa degli Stati Uniti d’America. I medici sono equiparati agli assassini e rischiano dai 10 ai 99 anni di prigione.
In Alabama le donne possono ricorrere all’aborto soltanto se sono in pericolo di vita o se il feto ha una malformazione letale. In tutti gli altri casi saranno costrette a portare avanti la gravidanza indesiderata, anche se è l’esito di uno stupro o di un incesto. È quanto prescrive l’Alabama human life protection act.
Alabama’s new abortion law has women “in fear for our lives,” a rape survivor says https://t.co/KErMwahqP3 pic.twitter.com/n6RfLBAxxw
— CNN (@CNN) 16 maggio 2019
Dopo il via libera della Camera il mese scorso, il 15 maggio (ora locale, in Italia era già il 16) il Senato ha approvato a larga maggioranza l’ordinanza e dopo poche ore la governatrice repubblicana Kay Ivey ha apposto la sua firma, trasformandola in legge. Nelle parole di Ivey, la legislazione è una testimonianza della radicata fede del popolo dell’Alabama nel fatto che “ogni vita è preziosa e ogni vita è un sacro dono di Dio”.
Today, I signed into law the Alabama Human Life Protection Act. To the bill’s many supporters, this legislation stands as a powerful testament to Alabamians’ deeply held belief that every life is precious & that every life is a sacred gift from God. https://t.co/DwKJyAjSs8 pic.twitter.com/PIUQip6nmw
— Governor Kay Ivey (@GovernorKayIvey) 15 maggio 2019
Se per le donne che ricorrono all’aborto al di fuori dei rarissimi casi consentiti non è prevista nessuna conseguenza penale, per i medici al contrario le pene saranno pesantissime. Verranno messi sullo stesso piano dei colpevoli di omicidio premeditato, stupro o rapimento, rischiando dai 10 ai 99 anni di prigione.
Questa è soltanto la più recente – ed eclatante – di una serie di legislazioni statali che limitano fortemente il diritto all’aborto. Pochi giorni fa anche il governo a maggioranza repubblicana della Georgia ha fatto discutere, rendendolo illegale dal momento in cui è possibile rilevare il battito fetale. L’obiettivo dei promotori delle leggi è quello di provocare una serie di ricorsi da parte dei movimenti “pro choice”, arrivando fino alla Corte Suprema. Il loro auspicio è che quest’ultima si pronunci per rovesciare la legge federale sull’aborto e vietarlo definitivamente.
Foto in apertura © Naral Pro-Choice America / Facebook
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