La raccolta delle migliori fotografie naturalistiche del National Geographic scattate nel 2024, il mondo animale attraverso l’obiettivo della fotocamera
Alaska, una miniera minaccia l’habitat naturale di migliaia di orsi
Si chiama Pebble Mine il progetto minerario che, in Alaska, potrebbe stravolgere un territorio abitato da migliaia di orsi.
La Penisola d’Alaska è un lembo di terra che si estende per 800 chilometri nel sud-ovest dell’omonimo stato federale americano, dividendo da una parte l’oceano Pacifico e, dall’altra, la baia di Bristol. Impervia e montagnosa nella porzione settentrionale, l’area è invece più piatta e dolce a sud. Una terra che rappresenta la casa per migliaia di orsi.
About 1/3 of Alaska’s 30,000 brown bears are on the Alaska Peninsula—”the controversial Pebble Mine, a proposed open-pit gold and copper mine that is planned for the headwaters of the Bristol Bay watershed” would impact habitat for sockeye salmon & bearshttps://t.co/gYAuZ1iwod
— Sara Laughter (@GreenAwakening) May 22, 2020
La miniera Pebble Mine consentirà di estrarre oro e rame in Alaska
Per comprendere quanto adatto sia l’habitat locale per tali animali, basti pensare che circa un terzo dei 30mila esemplari presenti in Alaska vive proprio nella penisola. Che possono sfruttare l’abbondanza di cibo, anche grazie ai bacini idrici al momento del disgelo, dopo il periodo di letargo.
Un luogo quasi incontaminato, che però oggi risulta minacciato. Ad incombere sulla vita degli orsi è la Pebble Mine, una miniera che si progetta di aprire, al fine di estrarre oro e rame. Essa, infatti, dovrebbe sorgere nei pressi delle fonti d’acqua in altitudine, che si riversano poi nella baia.
Il progetto, secondo quanto riportato dal quotidiano inglese The Guardian, provocherebbe la distruzione di migliaia di ettari di aree umide, nelle quali proliferano oggi pesci che rappresentano la principale fonte di nutrimento degli orsi. Il rischio è che l’inquinamento prodotto dalla miniera possa contaminare gli animali.
Il dietrofront dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti
Senza dimenticare l’impatto sul territorio provocato da un corridoio di trasporti e infrastrutture che dovrebbe essere lungo 140 chilometri. Inoltre, il progetto potrebbe anche comportare pesanti ripercussioni sull’industria ittica locale, che dà lavoro a circa 14mila persone.
Proud to stand with more than 250 national outdoor sporting businesses and organizations in standing up for Bristol Bay. Together, we sent a letter directly to the President urging him to direct the Army Corp of Engineers to deny the Clean Water Act 404 permit for #PebbleMine! pic.twitter.com/NhK1fp0zUS
— Backcountry Hunters (@Backcountry_H_A) May 21, 2020
Che la Pebble Mine avrà un enorme impatto è stato d’altra parte certificato già nel 2014 dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti. Che aveva sottolineato proprio i rischi significativi per la popolazione di pesci. La stessa agenzia, tuttavia, negli anni della presidenza di Donald Trump ha stravolto il proprio giudizio.
Per questo, la popolazione locale, i gruppi di pescatori e gli ambientalisti stanno valutando la possibilità di lanciare un’azione legale per tentare di bloccare il progetto minerario.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Rincorrere i nuovi posti di lavoro o tutelare gli equilibri millenari del territorio? È il dilemma che divide gli abitanti di Haines, in Alaska.
L’Epa lancia l’allarme sugli enormi danni ambientali ed economici che potrebbe causare la costruzione di una miniera a cielo aperto nella baia di Bristol.
Siamo stati tre giorni tra borghi, vallate e foreste dell’Appennino centrale, per vedere le misure adottate per favorire la coesistenza tra uomini e orsi marsicani.
Per la prima volta le giraffe stanno per essere inserite nella lista delle specie protette dall’Endangered species act, una mossa per la loro salvaguardia.
La Cop16 di Cali, in Colombia, è stata sospesa per il mancato raggiungimento del quorum necessario per lo svolgimento della plenaria finale. Tempi supplementari a Roma, nel 2025, sperando che le parti trovino le risorse per tutelare la biodiversità.
Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.