In Europa la transizione energetica è vicina, grazie a un mix di eolico e solare, ma infrastrutture e burocrazia rischiano di rallentarla
In Alaska si testa l’eolico galleggiante
Pale eoliche addio? Una società americana sta testando un nuovo sistema per sfruttare l’energia del vento: un grosso pallone aerostatico galleggiante simile ad uno squalo balena.
Si chiama BAT (Buoyant Airborne Turbine), ovvero turbina galleggiante Airbone ed è un areostato eolico gonfiabile prodotto dall’americana Boston Altaeros Energies, società fondata nel 2010 presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT). Progettata per essere installata nell’area di Fairbanks in Alaska, sarà la più alta turbina eolica mai realizzata.
Infatti è previsto che galleggerà letteralmente ad un’altezza di circa 1000 metri, dove i venti sono più costanti e di forza maggiore. Come spiega la stessa azienda: “La BAT è progettata per produrre energia a basso costo per aree remote, comprese le comunità periferiche e insulari, ma anche per imprese che operano in mare aperto, o delle telecomunicazioni, o per le organizzazioni di soccorso”.
Energia a basso costo perché nelle aree dove la BAT potrà essere installata, l’energia elettrica è spesso molto costosa e la rete non sempre è attrezzata o presente: le smart grid sono ancora di là da venire. Inoltre i costi di trasporto della turbina sono essenzialmente inferiori a quelli di una classica turbina piantata a terra. Niente gru o trasporti eccezionali.
La struttura del dirigibile è composta da una grande conchiglia di tessuto cilindrico che viene gonfiato con l’elio. Il cilindro è dotato di quattro pinne che aiutano a stabilizzarlo mentre è in volo. L’installazione pilota è previsto costerà 1,3 milioni di dollari e rimarrà nel cielo per ben 18 mesi.
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