La 18esima sezione del tribunale civile di Roma non ha convalidato il trattenimento delle 12 persone migranti nei nuovi centri in Albania.
- Nei giorni scorsi 16 persone migranti erano state trasferiti forzatamente dall’Italia nei nuovi centri in Albania.
- In quattro sono già tornati in Italia perché erano minorenni o vulnerabili.
- Anche gli altri 12 dovranno lasciare i centri perché i loro paesi di provenienza non sono sicuri.
La 18esima sezione del tribunale civile di Roma, competente sull’immigrazione, non ha convalidato il trattenimento delle 12 persone migranti nei nuovi centri italiani in Albania.
Il trasferimento forzato in Albania
Nei giorni scorsi un barcone di migranti era stato intercettato nel mar Mediterraneo dalla marina militare italiana e, dopo una veloce identificazione, in 16 di nazionalità dell’Egitto e del Bangladesh considerati “non vulnerabili” e provenienti da “paesi sicuri” erano stati trasferiti forzatamente nei nuovi centri di detenzione italiani in Albania, voluti dal governo Meloni per un costo complessivo di 670 milioni di euro in cinque anni.
Nelle ore successive già in quattro avevano fatto ritorno in Italia, perché si era scoperto che non rispettavano i requisiti necessari al trattenimento in Albania: due erano minorenni, altri due erano vulnerabili perché in precarie condizioni di salute. Successivamente la commissione territoriale ha analizzato le richieste di asilo dei restanti 12, con una procedura velocizzata per cui sono state necessarie poche ore invece dei canonici mesi necessari per indagare a fondo con colloqui e altre procedure la condizione della singola persona. Le richieste di asilo sono state tutte bocciate e per le 12 persone migranti si è aperta dunque la fase del trattenimento in vista del rimpatrio.
Lo stop al trattenimento del tribunale di Roma
Ora sul tema si è pronunciato il tribunale civile di Roma, che ha bocciato il trattenimento delle 12 persone stabilendo che i loro paesi di origine sono “paesi non sicuri”, al contrario di quanto stabilito dall’Italia. A pesare è stata la pronuncia della Corte europea di giustizia dell’Unione europea di inizio ottobre, che aveva contestato la modalità con cui l’Italia classificava i paesi sicuri. Per l’Italia poteva considerarsi sicuro un paese che in certe regioni, e su determinati aspetti, era non sicuro. Per la giurisprudenza europea invece nel momento in cui un paese ha caratteristiche non sicure, va considerato in toto non sicuro.
Con la pronuncia del tribunale romano ora le 12 persone migranti dovranno essere trasferite in Italia, lasciando i centri in Albania. Che torneranno a essere vuoti, a pochi giorni dall’inaugurazione. In Italia potranno fare ricorso entro 14 giorni contro la bocciatura della loro richiesta di asilo. “Assurdo! In aiuto della sinistra parlamentare arriva quella giudiziaria”, il post su X del profilo ufficiale di Fratelli d’Italia.
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