Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing
Albatri sentinelle degli oceani, impiegati nella lotta ai pescherecci illegali
Quasi duecento albatri sono stati usati per individuare e segnalare la presenza di navi sospette e garantire la tutela degli ecosistemi marini.
La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata minaccia la fauna ittica di tutto il mondo, le comunità costiere e ha un impatto drammatico sugli ecosistemi oceanici. Si stima che, ogni anno, in tutto il mondo vengano pescate illegalmente tra undici e ventisei tonnellate di pesce. Per preservare da questo saccheggio la biodiversità marina, in futuro potrebbero venire impiegati con regolarità dei pescatori straordinari, in grado di coprire immense porzioni di oceano e trascorrere anni in mare: gli albatri (Diomedeidae).
Albatri per la conservazione
Questi enormi uccelli, i più grandi volatili del pianeta, sono infatti protagonisti di un progetto di conservazione del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica, descritto nello studio Ocean sentinel albatrosses locate illegal vessels and provide the first estimate of the extent of nondeclared fishing e pubblicato sulla rivista Pnas.
Il progetto, guidato dall’ornitologo Henri Weimerskirch, prevedeva di installare minuscoli localizzatori Gps su 169 albatri, usati per pattugliare gli oceani in cerca di pescherecci illegali. I localizzatori rilevano le emissioni radar generate da navi sospette, permettendo agli uccelli di trasmettere alle autorità la posizione dei potenziali pescatori di frodo.
Leggi anche: Pesca illegale, sconfiggerla si può fermando le navi pirata
Come gli albatri individuano le navi illegali
I ricercatori hanno utilizzato due specie di albatro: l’albatro urlatore (Diomedea exulans) e l’albatro di Amsterdam (Diomedea amsterdamensis) e hanno testato il potenziale di pattugliamento degli uccelli per sei mesi nell’Oceano Indiano meridionale. In questo lasso di tempo gli uccelli, a cui è stato applicato un apparecchio di circa 56 grammi, che usa un sistema satellitare di geolocalizzazione, un Gps e un rivelatore di segnali radar, hanno perlustrato oltre 47 milioni di chilometri quadrati di mare.
Leggi anche: Albatross Island, dove decine di albatri sono nati nei nidi costruiti dal Wwf
Le imbarcazioni presenti nell’area perlustrata dovrebbero essere dotate di un sistema di identificazione automatico (Ais), attraverso cui le navi segnalano volontariamente la loro presenza. Le navi illegali ne sono dunque sprovviste ma necessitano comunque di un radar per navigare in sicurezza. La portata di questi segnali radar non è sufficientemente forte per essere rilevata in modo affidabile dalle stazioni a terra, è necessario avvicinarsi. Qui entrano in gioco gli albatri, in grado di avvicinare discretamente le imbarcazioni, captarne il segnale del radar e trasmetterne la posizione alle autorità, che verificheranno se la posizione coincide con quella delle navi regolari.
Dei 353 pescherecci rilevati dagli albatri, il 28 per cento non era dotato del sistema di identificazione. “Nessuno pensava che la percentuale sarebbe stata così alta”, ha affermato Weimerskirch. Il numero di navi clandestine era particolarmente elevato nelle acque internazionali, dove circa il 37 per cento delle imbarcazioni operava senza Ais. In prossimità delle coste i paesi sono infatti in grado di garantire con maggiore efficienza il rispetto delle norme.
Contrastare la pesca illegale nelle aree remote
Gli albatri sono stati usati, in particolare, per monitorare la pesca in aree remote del pianeta. “Hanno consentito una stima della percentuale di pescherecci non dichiarati che operano nelle acque nazionali e internazionali – si legge nello studio -. I nostri risultati dimostrano il potenziale dell’utilizzo di animali come sentinelle oceaniche per la conservazione”.
Leggi anche: Nel documentario Albatross è riflesso il nostro amore di plastica per la natura
Perché usare gli albatri
Gli albatri sono naturalmente attirati dai pescherecci, visti come distributori di spuntini ambulanti, possono individuarne la presenza da quasi trenta chilometri di distanza e possono seguirli in maniera più efficiente ed economica di imbarcazioni, aeromobili o satelliti.
Lo studio ha inoltre fornito ai ricercatori importanti informazioni sulle abitudini e sul comportamento di questi uccelli marini, come la loro attrazione per le navi. Tale attrazione, hanno scoperto gli studiosi, differisce in base alla specie di albatro, all’età e alle attività della nave. Le navi da pesca hanno attirato più uccelli di altre navi, e i giovani hanno mostrato un minore interesse verso le imbarcazioni rispetto agli adulti, facendo intendere che si tratti di un comportamento che viene appreso nel tempo.
I rischi per gli albatri
Delle ventidue specie di albatro esistenti, la maggior parte è a rischio estinzione, tra cui l’albatro di Amsterdam. Proprio la pesca industriale è la minaccia principale per questi uccelli: ogni anno fino a 320mila albatri diventano prede “accessorie” della pesca. C’è pertanto chi teme che utilizzare questi animali nelle missioni di pattugliamento possa esporli a ulteriori rischi e che gli uccelli possano essere vittime di ritorsioni da parte dei pescatori. Weimerskirch ha però sottolineato che la maggior parte degli albatri può sorvegliare le navi anche a chilometri di distanza, rimanendo pertanto a distanza di sicurezza.
Leggi anche: Wisdom, l’uccello più anziano del mondo, sarà di nuovo mamma
Gli autori dello studio hanno suggerito, infine, la possibilità di utilizzare in futuro anche altre specie di uccelli abituate a sorvolare i mari per monitorare aree marine non frequentate dagli albatri.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Più di cento calciatrici hanno inviato una lettera alla Fifa per chiedere di interrompere la sponsorizzazione con la Saudi Aramco
Da questo autunno 7.000 nuovi studenti di San Diego sosterranno corsi che includono una quota di tematiche riservate al clima.
Dopo la non convalida dei trattenimenti dei 12 migranti di Egitto e Bangladesh, l’elenco dei Paesi sicuri viene definito per legge.
La “liana delle anime” è un decotto della medicina indigena dell’Amazzonia che può alterare lo stato psichico di chi la assume, e per questo affascina milioni di persone nel mondo.
Tra le 1.757 barche iscritte alla Barcolana di Trieste, la regata più partecipata del mondo, ce n’era una che gareggiava per Emergency.
Presente al corteo l’attivista svedese ha detto: “Non puoi dire di lottare per la giustizia climatica se si ignora la sofferenza dei popoli emarginati”.
Tutti i premi che sono stati assegnati, giorno per giorno, nel campo della medicina, fisica, chimica, letteratura, pace ed economia.