Attivismo, nuove tecnologie, scelte politiche coraggiose: chiudiamo il 2024 con 7 buone notizie sul clima che ci hanno dato speranza.
5 milioni di alberi per proteggere l’Iraq dalla desertificazione
Il territorio dell’Iraq è tra i più vulnerabili all’impatto della crisi climatica. Per proteggerlo, il governo vuole piantare 5 milioni di alberi e palme.
- Il primo ministro dell’Iraq ha avviato un piano per piantare 5 milioni di alberi e palme.
- Questa iniziativa fa parte di un più ampio progetto per proteggere il paese dalla crisi climatica.
- Il territorio iracheno è a rischio di desertificazione, per il persistere della siccità.
Per proteggere il territorio dell’Iraq dall’impatto della crisi climatica, il governo ha avviato un piano per la piantumazione di 5 milioni di alberi e palme. A dare l’annuncio, domenica 12 marzo, è stato il primo ministro Mohammed Shia Al-Sudani.
L’impatto della crisi climatica in Iraq
L’Iraq è uno dei paesi al mondo più vulnerabili all’impatto dei cambiamenti climatici, sia in termini fisici sia in termini finanziari. Lo mette nero su bianco la Banca mondiale.
Il problema principale sta nella siccità che persiste ormai da anni, accompagnata peraltro da una scarsa qualità della poca acqua a disposizione. Una siccità dovuta sia ai cambiamenti climatici sia alla costruzione di dighe, in Turchia, Siria e Iran, che limitano la portata dei corsi d’acqua. Il Tigri e l’Eufrate, i fiumi noti per essere stati la culla della civiltà dell’antica Mesopotamia, potrebbero non esistere più entro il 2040. Il paese dunque potrebbe ritrovarsi senza alcun fiume, su un territorio complessivo di oltre 438mila chilometri quadrati, più dell’Italia e della Grecia messe insieme.
Tutto ciò rischia di compromettere pesantemente le rese agricole e, di conseguenza, la sicurezza alimentare e la crescita economica, ricorda la Banca mondiale. Il governo sostiene che più di 7 milioni di abitanti (su un totale di 42 milioni) abbiano perso parte del proprio reddito derivante dall’agricoltura e dalla pesca. La siccità è accompagnata anche da temperature più alte della media storica e tempeste di sabbia.
Perché il governo ha deciso di piantare gli alberi
Tra alberi e palme, sono cinque milioni le piante che verranno messe a dimora. L’agenzia Bloomberg, che riporta la notizia, non specifica quale sarà l’arco temporale di questa operazione. “Abbiamo lanciato il progetto di sviluppo della vegetazione con l’obiettivo di combattere la desertificazione, attraverso contratti importanti con aziende internazionali specializzate, soprattutto nelle aree in cui localmente si verificano tempeste di sabbia”, spiega Al-Sudani nel comunicato. Promettendo anche di organizzare una conferenza regionale sul clima a Baghdad.
L’Iraq ha un’economia storicamente legata al petrolio e, nell’arco dell’ultimo decennio, ha quasi raddoppiato la produzione. Un business i cui proventi finiscono soltanto in minima parte nelle tasche degli abitanti che, anzi, sono provati da anni di conflitti, violenze e disuguaglianze. Anche le emissioni di CO2 del paese sono più che raddoppiate nell’ultimo decennio: oggi il rapporto tra emissioni e prodotto interno lordo (pil) è uno dei più alti, se messo a paragone con paesi vicini per area geografica o simili per livello di sviluppo. Sempre nel corso della conferenza stampa di domenica, Al-Sudani ha promesso di costruire pannelli solari a sufficienza per coprire un terzo del fabbisogno energetico del paese entro il 2030. Ma anche di proteggere la biodiversità e ammodernare gli impianti di irrigazione, ormai obsoleti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dal 9 dicembre 2024 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming il podcast Bugie! per una corretta informazione sulla sostenibilità.
In caso di allerta meteo, i lavoratori spagnoli avranno diritto a un congedo climatico retribuito che può durare fino a quattro giorni.
Uccello migratore della famiglia degli scolopacidi, il chiurlottello non è più avvistato dal 1995. Uno studio lo considera estinto al 96 per cento.
Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Approvato il testo sulla finanza climatica. Al sud del mondo la promessa di 300 miliardi di dollari all’anno: molto meno del necessario.
Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative.
Pubblicati i nuovi testi alla Cop29 di Baku. C’è la cifra di 1.300 miliardi di dollari, ma con un linguaggio molto vago e quindi debole.
Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.