Alessandra Todde, candidata del centrosinistra, è la nuova presidente della Regione Sardegna: battuto al fotofinish Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari.
Al termine di un testa a testa serratissimo, contraddistinto da ritardi clamorosi (lo scrutinio è iniziato alle 7 di lunedì mattina, dopo 9 ore erano state scrutinate solamente metà delle sezioni) e anche qualche polemica, Alessandra Todde, candidata del centrosinistra, ha vinto la sfida elettorale della Regione Sardegna, superando il candidato di centrodestra, e attuale sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. Scarsissimo il margine tra i due contendenti (45,3 contro 45,1 per cento al momento dell’annuncio) ma alla fine, dopo l’1 di notte, Todde ha rivendicato la vittoria: “Dovremmo aspettare i risultati ufficiale, ma i dati in nostro possesso ci fanno ritenere di aver vinto: sono felice e orgogliosa di essere la prima presidente donna della Sardegna”. L’affluenza è stata del 52,4 per cento.
Alessandra Todde, 53 anni, sarda, è stata viceministro allo Sviluppo economico nella scorsa legislatura, e ha una formazione da manager con numerose esperienze all’estero, nel 2019 fu inserita nella ‘Inspiring fifty’, la graduatoria delle 50 donne più influenti nel mondo della tecnologia stilata annualmente in Olanda dalle imprenditrici digitali Janneke Niessen e Joelle Frijters. Todde è la prima candidata del centrosinistra vincere un’elezione regionale dal 2020 a questa parte.
Il programma di Alessandra Todde
Tra i punti principali del suo programma elettorale, denominato “La Sardegna che Vogliamo”, oltre al rafforzamento della sanità territoriale (il punto forte di tutte le politiche regionali) e della continuità territoriale (questione specifica della Sardegna a causa della sua insularità) anche attraverso rimborsi per i trasporti per e dalla terraferma per i residenti sardi, c’è l’integrazione delle risorse rinnovabili nel sistema energetico locale. Per esempio, si prevedono benefici diretti per la comunità, lo sviluppo economico, la creazione di nuove occupazioni e la riduzione delle emissioni di CO2, con particolare attenzione alla mitigazione delle disuguaglianze dovute all’insularità.
Per raggiungere questi obiettivi, si propone la creazione di un Patto per il lavoro e una Sardegna sostenibile, coinvolgendo vari attori per progettare e realizzare un modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente e delle tradizioni locali. La transizione energetica verso la neutralità climatica e l’indipendenza dalle fonti fossili entro il 2040 è un punto centrale del programma, attraverso lo sviluppo di Comunità energetiche rinnovabili, e innovazione tecnologica, incluso l’utilizzo di idrogeno e nuovi sistemi di accumulo. La Società energetica della Sardegna coordinerebbe questa transizione, assicurando energia pulita e prezzi equi, con un focus sull’inclusività e sui benefici per la comunità.
Infine, vista anche la situazione di criticità in cui versa la Sardegna in quanto a risorse acquifere, Todde promette di promuovere e migliorare la gestione pubblica delle risorse idriche per garantire autosufficienza per usi civili, agricoli e industriali, rafforzando l’Ente acque Sardegna per supportare la produzione energetica rinnovabile e garantire la sostenibilità ambientale.
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