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Le contestazioni popolari e le pressioni dell’esercito hanno costretto il presidente dell’Algeria Abdelaziz Bouteflika a rimettere il proprio mandato.
Dopo oltre due decenni alla guida dell’Algeria, dopo più di un mese di contestazioni popolari, lo storico leader maghrebino Abdelaziz Bouteflika ha informato il Consiglio costituzionale della volontà di fare un passo indietro “con effetto immediato”. L’annuncio ufficiale è stato diffuso dai media locali nella serata di martedì 2 aprile.
Bouteflika ha dovuto fronteggiare negli ultimi anni importanti problemi di salute. Nel 2013 fu colpito da un ictus che lo ha costretto a continue cure, spesso all’estero (in particolare in Svizzera). Così, le sue apparizioni pubbliche sono diventate sempre più rare. Ciò nonostante, aveva depositato la propria candidatura per un quinto mandato presidenziale.
Algeria: Bouteflika si dimette (APS – agenzia di stampa di Stato) https://t.co/H0sbA8MWN4 pic.twitter.com/Y3vowrbUOj
— euronews Italiano (@euronewsit) 2 aprile 2019
È stata proprio questa decisione a scatenare la protesta della popolazione. Dopo settimane di manifestazioni e cortei, Bouteflika aveva diffuso un comunicato nel quale rinunciava a ricandidarsi, ma procrastinava al contempo (sine die) la data delle elezioni presidenziali, che si sarebbero dovute tenere il 18 aprile. L’obiettivo dichiarato era di arrivare a nuove consultazioni soltanto al termine di una conferenza nazionale che dovrebbe essere incaricata di riformare il sistema politico e di scrivere una nuova Costituzione.
Ma la contestazione non si era placata. Gli oppositori di Bouteflika hanno continuato a chiederne le dimissioni, e il presidente ha finito per cedere. Anche per via della pressione esercitata dai militari, il cui peso politico è particolarmente importante in Algeria. Poche ore prima dell’annuncio di Bouteflika, il generale Ahmed Gaid Salah aveva chiesto di applicare una procedura costituzionale che consente di sollevare il capo di Stato dal proprio incarico.
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