In Piemonte, a pochi chilometri dal confine francese, la Valle Maira offre tutto ciò che chi ama l’autenticità dei territori montani cerca.
Alla scoperta di antichi relitti in Sardegna
La Sardegna è una perla del Mediterraneo e un vanto per l’Italia, un’isola magnifica che offre spiagge uniche e un mare incontaminato che, in alcuni luoghi, custodisce relitti inaspettati e ricchi di fascino. Per gli appassionati di immersioni sono stati pensati veri e propri tour per godere a pieno di questi scenari inconsueti: tre tappe per
La Sardegna è una perla del Mediterraneo e un vanto per l’Italia, un’isola magnifica che offre spiagge uniche e un mare incontaminato che, in alcuni luoghi, custodisce relitti inaspettati e ricchi di fascino. Per gli appassionati di immersioni sono stati pensati veri e propri tour per godere a pieno di questi scenari inconsueti: tre tappe per andare in cerca dei relitti in Sardegna.
Prima tappa per scoprire i relitti in Sardegna: Cagliari, relitti di guerra
Nella prima metà degli anni Quaranta, durante le operazioni belliche, Cagliari era un’importante capitale del Mediterraneo grazie alla sua strategica posizione geografica, al centro del Golfo degli Angeli. Proprio in quest’area oggi vengono organizzate immersioni e, tra le più interessanti, ci sono sicuramente quelle sui relitti affondati.
Una delle più suggestive conduce al relitto del Romagna, nave cisterna costruita nel 1899 e requisita dalla Regia marina italiana durante la Seconda guerra mondiale. Il 2 agosto 1943, mentre si dirigeva verso Cagliari per rifornire di carburante gli aerei di stanza in Sardegna, fu colpita da una mina e affondata. Il relitto è adagiato a 39 metri di profondità, a pochi minuti di navigazione dal Capo S. Elia, ed è diventato l’abitazione di una variegata fauna ittica: saraghi, castagnole, grossi gronghi e cernie si aggirano tra le paratie arrugginite e il ponte di comando ricoperto di spugne.
Per chi non fa immersioni invece, da non perdere a Cagliari è la più grande e importante necropoli punica del Mediterraneo, Tuvixeddu, i cui reperti archeologici sono custoditi nel Museo archeologico di Cagliari e al British museum di Londra.
Seconda tappa: Santa Margherita di Pula, reperti romani
Ancora nella parte meridionale della costa sarda si trova il porticciolo turistico di Cala Verde, nel comune di Pula, da cui partono escursioni per affascinanti immersioni a caccia di relitti.
Le pareti rocciose dei faraglioni di Capo Spartivento si inabissano gradatamente in mare permettendo ai sub di raggiungere il fondale sabbioso posto a 40 metri di profondità, in un succedersi di forme di vita colorate e vivaci. Qui si possono osservare reperti archeologici di epoca romana disseminati in un’area ampia, a testimoniare antichi naufragi di navi da carico che, alcuni millenni fa, navigavano lungo queste coste.
Un’altra immersione da non perdere è quello della Secca del Candeliere, a pochi minuti di navigazione da Cala Verde. Si tratta di una secca di natura granitica delimitata da tre guglie, nella quale è facile imbattersi in grandi ricciole, pesci palla e barracuda. Le pareti di roccia sono ricoperte da distese giallo-arancio di margherite di mare.
La spiaggia di Santa Margherita di Pula è composta da granelli di sabbia grigia con riflessi rosa, mentre l’acqua ha basse profondità, quindi ideale per famiglie con bambini. La zona, battuta dal vento, è adatta e amata dai surfisti.
Terza tappa: Isola di San Pietro, la meraviglia dei coralli
L’ultima tappa in realtà non prevede relitti ma bellezze marine così uniche da non poter essere dimenticate. Nei pressi dell’isola di San Pietro, la seconda dell’Arcipelago del Sulcis, uno dei luoghi consigliati per le immersioni è l’isolotto del Corno, sotto il faro di Capo Sandalo. Qui non ci sono barche affondate ma sul fondale, che raggiunge i 40 metri, con pianori sabbiosi intervallati da profondi canyon, la ricchezza di flora e fauna marina rende questa immersione particolarmente affascinante. Si possono incontrare colorati nudibranchi, aragoste, castagnole e altre specie variopinte. Da non perdere la discesa alle Tacche Bianche, un’immersione semplice a una profondità di 17 metri.
La vera caratteristica di questa area però è una colonia di coralli che rivestono un arco naturale di roccia ricco di fauna ittica.
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