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Allergie crociate: quali sono i cibi da evitare e le medicine integrate che funzionano
Circa il 70 per cento delle persone allergiche ai pollini soffre di reazioni crociate con gli alimenti. I sintomi più frequenti delle allergie crociate sono prurito, gonfiore e vescicole sulla mucosa orale, che compaiono in genere subito dopo aver ingerito l’alimento allergizzante. L’agopuntura e le cure termali aiutano a prevenire e a risolvere più velocemente
- Circa il 70 per cento delle persone allergiche ai pollini soffre di reazioni crociate con gli alimenti.
- I sintomi più frequenti delle allergie crociate sono prurito, gonfiore e vescicole sulla mucosa orale, che compaiono in genere subito dopo aver ingerito l’alimento allergizzante.
- L’agopuntura e le cure termali aiutano a prevenire e a risolvere più velocemente le pollinosi e le relative allergie crociate.
In (s)favore di pandemia, l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto aveva avuto un vantaggio: aver ridotto l’incidenza delle pollinosi, o raffreddore da fieno, e il loro corteo di fastidiosi sintomi, dalle congiuntiviti alle riniti fino agli attacchi d’asma. Ridotto, certo, ma non escluso. Perché per le persone allergiche (si stima siano 9 milioni solo in Italia, fonte Epicentro dell’Istituto superiore di sanità), i rischi di sviluppare i fastidiosi sintomi possono persistere al di là delle fioriture. Per esempio, perché scatenati da sostanze presenti nell’ambiente domestico, come il lattice, gli acari o il pelo animale. Oppure, magari con modalità più sfumate, per effetto delle allergie crociate, o cross-reattività, frutto dell’intrinseca somiglianza tra i pollini e alcune sostanze naturalmente presenti nei cibi, in maggioranza di origine vegetale. “I maggiori responsabili delle allergie crociate sono delle particolari proteine presenti sia nel regno animale che vegetale, le profiline, che costituiscono una delle quattro famiglie di panallergeni, ovvero di mediatori di reazioni crociate tra piante e alimenti. Oltre alle profiline, tra gli altri componenti di questo gruppo ci sono le proteine di trasferimento lipidico (Lpt, che possono causare reazioni allergiche gravi), le proteine di deposito e le PR-10”, spiega il dottor Carlo Di Stanislao, dermatologo, immunologo, allergologo e medico agopuntore, presidente onorario della Scuola di medicina classica cinese Xin Shu.
Gli intrecci cibo-pollinosi non sono affatto scontati
L’analogia cibi-pollinosi può essere diretta, quindi agevolmente identificabile e prevedibile: per esempio, chi è allergico ai pollini delle piante del nocciolo può facilmente sviluppare i sintomi anche mangiando i relativi frutti a guscio, così come chi è allergico alla pianta dell’ulivo può sviluppare una reattività alle olive o addirittura un’ipersensibilità all’olio, sebbene sia più rara. Ma i “nemici”, le allergie crociate, non sono sempre così dichiarati perché sono diversi i vegetali che, pur non essendo direttamente collegabili all’allergene, contengono le stesse porzioni di proteine a cui si è allergici, come nel caso delle graminacee con i peperoni o il pomodoro per le profiline.
I sintomi delle allergie crociate e quali cibi escludere
La buona notizia: il problema delle allergie crociate non riguarda tutti, indiscriminatamente. Si calcola ne sia affetto circa il 70 per cento di chi è allergico ai pollini (ma anche al lattice e ai peli animali). Molto dipende anche dalla sensibilità individuale all’allergene. Di più: non di rado, il rischio svanisce con la cottura e così i sintomi sono per lo più blandi e comunque facilmente riconoscibili e localizzati. “Provocano infatti segni inequivocabili subito o poco dopo aver ingerito l’alimento allergizzante, come gonfiori, irritazioni, pruriti e vesciche nel labbro e nel cavo orale – la cosiddetta sindrome orale allergica –. Ma se la sensibilità all’allergene è elevata o è già stata scatenata dai pollini inspirati si possono manifestare sintomi generalizzati, come orticaria e riniti allergiche, con starnuti, lacrimazioni e congiuntivite, fino agli attacchi asmatici”, dice l’allergologo Di Stanislao. Nel dubbio, soprattutto durante le fasi acute di pollinosi (che, purtroppo, a causa del riscaldamento globale e dell’inquinamento si sono estese ben al di là delle classiche stagionalità, tipicamente la primavera e in seconda battuta l’autunno), meglio comunque limitare o escludere i cibi che possono più facilmente scatenare le allergie crociate. Ecco un elenco di quelli più comuni.
Allergie crociate
Ai pollini in genere
Per prevenire i sintomi, attenzione al miele e alla pappa reale.
Alle graminacee
Tra gli alimenti da sospendere soprattutto nei periodi a rischio: orzo, avena, mais, soia, riso, segale, frumento, insieme a bieta, sedano, peperoni, pomodori, patate, melanzane, carote, piselli. E poi banane, noci, mandorle, arachidi, prugne. Ma anche kiwi, meloni, angurie, agrumi, albicocche, ciliegie, mele, pere.
All’artemisia e alle composite
I vegetali che andrebbero esclusi dalla dieta, in particolare nelle fasi acute sono: finocchio, sedano, carote, camomilla, cicoria, tarassaco, prezzemolo, cipolle; olio e semi di girasole; banane, anice, meloni, angurie, zucca, mele; cumino, coriandolo e le altre spezie.
Alla betulla
Andrebbero evitate carote, patate, finocchio, sedano, cavoli, crescione, cetrioli, asparagi, spinaci, porri, soia. E poi mele, pere, pesche, albicocche, melone, nespole, lamponi, fragole, ciliegie, kiwi. Attenzione anche a mango, banane, noci e nocciole, mandorle, arachidi, pistacchi.
All’ambrosia
Attenzione a zucchine, cetrioli e sedano e a frutta quali banane, angurie, meloni.
Alla parietaria
In fase acuta meglio evitare basilico, ortica, piselli, fagioli e patate, insieme a soia; arachidi, pistacchi; melone, kiwi, ciliegia, more di gelso.
Agli acari e al lattice
Anche per le allergie ad acari e lattice, tra le più diffuse e perenni, attenzione agli “incroci pericolosi” a tavola. Per gli acari sono a rischio crostacei, lumache di terra e di mare, cozze e mitili in genere. Per il lattice: banane, castagne, kiwi, avocado.
Agopuntura e fitoterapia cinese per trattare le allergie crociate
Morale: il miglior modo per combattere le allergie crociate è, ovviamente, evitare l’ingestione del cibo che le scatena, soprattutto nei periodi a rischio. “Si può agire anche in prevenzione con l’immunoterapia specifica per la pollinosi, basata sulla somministrazione di estratti allergenici che riducono anche gli eventuali sintomi dell’allergia alimentare associata. Ma non è risolutiva, perché è un rimedio iposensibilizzante e non desensibilizzante. Inoltre, va ripetuta negli anni, nel periodo da ottobre a marzo”, puntualizza Di Stanislao. A disagi già insorti, dunque, è necessario ricorrere ai farmaci, come gli antistaminici, a cui affiancare eventualmente cure non convenzionali.
L’agopuntura è un aiuto soprattutto per la prevenzione, in genere con una seduta la settimana per due mesi, mentre per le fasi acute, nel caso i sintomi siano già comparsi, di solito occorrono dalle sei alle dieci sedute per ottenere dei risultati. “Per le pollinosi, sia che comportino sintomi respiratori che la sindrome orale allergica, generalmente si stimolano con gli aghi o con la moxa (sigari di artemisia accesi e avvicinati alla cute) alcuni punti specifici, scelti in base a una diagnosi personalizzata, che possono essere, ad esempio, gli organi polmone, vescica biliare, grosso intestino, rene. In più, si possono prescrivere rimedi fitoterapici, come la Centipeda minima, che in cinese viene chiamata E Bu Shi Cao. Nei casi di cronicità è indicato il decotto Sang ju yin, a base di crisantemo e more, che secondo i principi della medicina tradizionale cinese apporta energia ai meridiani di rene e polmone. In fitoterapia occidentale, invece, un rimedio generico molto utilizzato è il Ribes nigrum in macerato glicerico, perché agisce in modo simile al cortisone, ma senza effetti collaterali”, precisa l’esperto.
Le cure termali
Una buona e rilassante idea per prevenire le pollinosi, e le relative allergie crociate da alimenti, è un soggiorno in un centro termale per usufruire di terapie specifiche, come docce nasali micronizzate, inalazioni, humage, aerosol. “Le acque più indicate sono quelle sulfuree e le salsobromoiodiche, perché aiutano a migliorare l’equilibrio fisiologico delle mucose respiratorie, favorendo la fluidificazione e l’eliminazione delle secrezioni bronchiali. In più, aumentano le difese immunitarie locali e hanno un’azione antinfiammatoria indiretta, antibatterica e antiossidante”, spiega Angelo Bianco, medico termalista e specialista scienza dell’alimentazione ad Abano Terme.
Le cure termali, va sottolineato, sono efficaci per la prevenzione. Non curano le allergie in atto, ma praticate a cicli ripetuti aiutano nel tempo a contenere i sintomi e a ridurre, di conseguenza, il ricorso ai farmaci, come antistaminici e cortisonici. “La durata consigliata di ogni singolo ciclo è di dieci giorni, il tempo necessario per allenare in modo corretto la funzionalità del tappeto ciliare delle mucose respiratorie e per intensificare la produzione di immunoglobuline di tipo A, la prima difesa immunitaria delle vie respiratorie”, chiarisce Bianco. Unica avvertenza: prima di decidere periodo e località di soggiorno, controllare che il centro termale non sia inserito in un ambiente sconsigliato, ovvero con fioritura di alberi ai quali si è allergici. E, naturalmente, occhio sempre anche alla dieta per i possibili “incroci pericolosi” con i pollini che, in situazioni di relax come durante un soggiorno in spa termale, è più facile perdere di vista.
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