Per la presidente di Federbio Mammuccini, alcuni disagi degli agricoltori sono oggettivi e comprensibili, ma le proteste contro il Green deal sono inammissibili.
Allevamento come bio comanda
Nell’allevamento biologico l’allattamento dei piccoli avviene con l’assunzione di colostro e latte materno. Il periodo di svezzamento è di due mesi per bovini e ovocaprini, mentre è di 27 giorni per i suini. Per l’allevamento dei ruminanti almeno il 35 per cento dell’alimentazione deve essere foraggio dell’azienda o foraggio proveniente dalla zona di appartenenza, quindi
Nell’allevamento biologico l’allattamento dei piccoli avviene con
l’assunzione di colostro e latte materno. Il periodo di svezzamento
è di due mesi per bovini e ovocaprini, mentre è di 27
giorni per i suini. Per l’allevamento dei ruminanti almeno il 35
per cento dell’alimentazione deve essere foraggio dell’azienda o
foraggio proveniente dalla zona di appartenenza, quindi da almeno
un terzo della dieta del bovino sono rigorosamente esclusi i
mangimi.
I foraggi e i mangimi per l’alimentazione devono essere da
agricoltura biologica. La normativa consente la presenza di
materiale non biologico (ma assolutamente non transgenico) per una
percentuale massima del 15% qualora non ci sia la effettiva e
provata reperibilità di materiale da coltivazione
biologica.
Nell’alimentazione degli animali sono severamente vietati mangimi
chimici, farine animali, regolatori di crescita (ad esempio
ormoni); nella carne non possono essere aggiunti aromatizzanti,
conservanti e coloranti di origine chimica. E’ vietato l’uso di
prodotti geneticamente modificati.
Gli animali, il cui benessere complessivo deve essere garantito
attraverso spazi adeguati, vita all’aria aperta e rispetto nei
ritmi di crescita, devono essere curati con medicine omeopatiche.
Sono ammesse medicine allopatiche solo in caso di assoluta
necessità, con l’obbligo di escludere l’animale trattato
dalla commercializzazione fino al completo smaltimento dei principi
attivi dei medicinali.
Le garanzie? Il settore è disciplinato da un regolamento
comunitario (n° 1804 del 1999) che fissa per tutti i paesi
della Ue le stesse norme, severissime, in materia di allevamenti
biologici. Quanto ai controlli, sono affidati agli Organismi di
certificazione accreditati dagli enti pubblici, organismi che
controllano tutti i prodotti biologici.
Il Regolamento Comunitario sulla zootecnia in Italia ha subito
diverse modifiche: Decreto agosto 2000, modificato dal Decreto
Ministeriale del 29-3-2001 che risponde in maniera più
adeguata alle condizioni di sviluppo della zootecnia biologica
italiana.
Massimo Ilari
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