Leggero, resistente, riciclabile al 100 per cento: la lunga vita dell’alluminio
L’Italia è avanti sugli obiettivi Ue di recupero dell’alluminio, un materiale prezioso perché riciclabile al 100 per cento: il ruolo del consorzio Cial.
C’è un primato che l’Italia detiene a livello europeo per quanto riguarda il fondamentale paradigma dell’economia circolare, ed è quello del recupero e riciclo dell’alluminio, uno dei metalli più comuni e utilizzati, e allo stesso tempo più preziosi, per ogni tipo di prodotto: a fronte dell’obiettivo fissato dall’Unione Europea (secondo la direttiva 2018/852) di arrivare al riciclo del 50 per cento entro il 2050 e al 60 per cento entro il 2030, il nostro Paese già oggi si attesa a quota 70 per cento.
Non è però certo il caso di adagiarsi sugli allori, perché si può e si deve fare ancora molto di più: l’alluminio infatti, oltre a essere leggero e resistente, è in realtà riciclabile al 100 per cento e all’infinito, essendo in grado di conservare in eterno le sue proprietà strutturali. Basti pensare che oltre il 75 per cento dell’alluminio da sempre prodotto è tutt’ora in circolo.
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Cial, uno dei sette Consorzi nazionali che aderiscono a Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, esiste esattamente per questo: nata nel 1997, ha l’obiettivo di avviare al recupero e al riciclo gli imballaggi di alluminio giunti al termine del loro ciclo vitale e provenienti dalla raccolta differenziata effettuata dai singoli Comuni. Per farlo, il consorzio, senza fini di lucro, riunisce i protagonisti dell’intera filiera industriale: dai produttori di materia prima ai fabbricanti di imballaggi fino agli utilizzatori finali, ai recuperatori, ai riciclatori.
Nel corso di questi 25 anni, come spiega il direttore generale Giuseppina Carnimeo, “le strategie concretizzate da Cial hanno da un lato stimolato la riduzione alla fonte della produzione di rifiuti del materiale di sua competenza e dall’altro sostenuto, anche economicamente, l’introduzione di nuove tecnologie ‘green’, come ad esempio quelle che permettono il recupero di quantità crescenti di alluminio dalla selezione di rifiuti indifferenziati o, addirittura, dalle scorie post-combustione. Un ruolo proattivo, dunque, che ha concorso alla diffusione di una sensibilità nei confronti delle problematiche ambientali e allo sviluppo di una visione più moderna del sistema di gestione dei rifiuti nel Paese”.
Uno sforzo necessario, perché l’alluminio è un materiale a tutti gli effetti ‘permanente’, tant’è che quello estratto fino ad oggi, se debitamente riciclato, potrebbe teoricamente essere sufficiente ai fabbisogni umani per i secoli a venire (secondo le logiche del metal to metal loop). Un dato su tutti: il 100 per cento della produzione nazionale di alluminio è basata e proviene dal riciclo.
Metal to metal loop per l’appunto: un vero e proprio circolo virtuoso che, nei processi produttivi, innesca un risparmio energetico e una drastica riduzione di emissione di CO2. Oggi in Italia gli imballaggi in alluminio sono infatti concepiti all’origine con un’ottica – anzi con una duplice ottica – di prevenzione. Una prevenzione quantitativa, finalizzata al risparmio della materia prima utilizzata, e una qualitativa, tesa a sviluppare tecnologie capaci di ridurre al minimo l’impatto ambientale.
Il direttore generale di CIAL Giuseppina Carnimeo ad @Ipack_Ima racconta il valore del riciclo dell’alluminio al convegno PACKAGING SPEAKS GREEN “Circular Economy between design and recycling” by Pack-Media e @conaipic.twitter.com/sKgmTVlgjQ
Da molti anni, ormai, l’industria italiana del riciclo dell’alluminio si muove a ritmi da record. Il nostro Paese è infatti terzo al mondo, assieme alla Germania e dopo Stati Uniti e Giappone, per quantità di materiale riciclato.
Come funziona il riciclo dell’alluminio
Per capire come differenziare l’alluminio è necessario controllare il simbolo riciclo posto su prodotto, o sul packaging: le sigle AL o ALU indicano che si può conferire il rifiuto nella raccolta differenziata dei rifiuti metallici. Gli imballaggi in alluminio, in Italia, vengono sempre raccolti congiuntamente ad imballaggi in altri materiali, tranne in pochissime eccezioni dove esiste una raccolta solo metalli. Esistono quindi sostanzialmente tre tipi di raccolta:
Multileggera: imballaggi metallici in alluminio e acciaio, con imballaggi in plastica
Multipesante: imballaggi metallici in alluminio e acciaio, con imballaggi in plastica e in vetro
Vetro-metalli: imballaggi metallici in alluminio e acciaio, con imballaggi in vetro
A seconda del Comune dove si risiede, il sistema di raccolta può cambiare anche per le modalità relative a raccolta stradale, raccolta domiciliare o raccolta mista stradale più domiciliare.
Dopo la raccolta e la selezione, gli imballaggi in alluminio, prima raccolti poi pressati in balle, vengono avviati a riciclo in fonderia. Qui il materiale viene pre-trattato a circa 500° per essere epurato da vernici o altre sostanze aderenti e poi fuso a 800° per ottenere alluminio liquido da cui si ottengono lingotti e placche destinate a essere lavorate per la produzione di semilavorati e nuovi manufatti. L’alluminio riciclato ha le stesse proprietà e qualità dell’alluminio originario e viene impiegato nell’industria automobilistica, nell’edilizia, nei casalinghi e per nuovi imballaggi.
Il riciclo dell’alluminio è particolarmente vantaggioso sotto diversi punti di vista: è un’attività particolarmente importante per l’economia del nostro Paese, storicamente carente di materie prime. Dal punto di vista energetico, anche questo molto importante in questo periodo storico, il riciclo dell’alluminio permette di risparmiare il 95 per cento dell’energia necessaria a produrlo dalla materia prima. E naturalmente il riciclo dell’alluminio permette di salvaguardare l’ambiente e le sue importanti risorse naturali.
L’albero potrebbe avere fino a mille anni, ma è stato scoperto solo dal 2009, dopo la segnalazione di una band della zona, che ora gli dedicherà un brano.
Un’eccellenza tutta italiana, che pone il nostro paese al primo posto in Europa con oltre 895mila tonnellate di rottami provenienti dagli imballaggi riciclati.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.