Nei trasporti, in casa, come arte: l’alluminio riciclato è ovunque intorno a noi

Riutilizzabile al 100 per cento, l’alluminio riciclato è utilizzato in qualsiasi settore: dai trasporti agli arredi, dalla tecnologia fino all’arte.

  • In Italia l’alluminio riciclato è usato per trasporti (55 per cento), meccanica (19 per cento), edilizia e domestico (26 per cento).
  • Le sue qualità lo rendono valido anche per tecnologia di precisione, strumenti musicali, cellulari e pc.
  • Dal Futurismo all’architettura contemporanea: anche nell’arte leggerezza e malleabilità rendono l’alluminio essenziale.

 

Ha delle proprietà così incredibili da lasciar credere che si tratti di un materiale magico: duttile, indistruttibile, resistente, ecologico, adatto a ogni impiego. Eppure l’alluminio è uno dei metalli più comuni, talmente comune che a volte neanche ci accorgiamo della sua presenza nelle nostre case, nelle nostre città, nell’economia, nell’arte. Fosse solo per lui, saremmo già vicini all’impatto zero dell’uomo sul pianeta Terra: oltre il 75 per cento dell’alluminio da sempre prodotto è tutt’ora in circolo, nelle sue forme e utilizzi originari o sotto altre vesti. E già oggi tutta la produzione italiana di alluminio è basata sul riciclo. Ma allora, si può fare davvero tutto con l’alluminio riciclato?

L'alluminio è riciclabile al 100 per cento
L’alluminio è riciclabile al 100 per cento © Pixabay

La risposta è chiara: praticamente sì. Ed è il ruolo che svolge ormai da 25 anni Cial, uno dei sette Consorzi nazionali che aderiscono a Conai, il Consorzio nazionale imballaggi: avviare al recupero e al riciclo gli imballaggi di alluminio giunti al termine del loro ciclo vitale e provenienti dalla raccolta differenziata effettuata dai singoli Comuni. Parliamo, tra le altre  cose, di oggetti di larghissimo consumo, come lattine per bevande, scatolette e vaschette per il cibo, bombolette spray, tubetti, tappi e coperchi, e il foglio sottile per gli alimenti. Per farlo, il consorzio, senza fini di lucro, riunisce i protagonisti dell’intera filiera industriale: dai produttori di materia prima ai fabbricanti di imballaggi fino agli utilizzatori finali, ai recuperatori, ai riciclatori.

Iconico nel design domestico…

In Italia, in particolare, si fa dell’alluminio riciclato un utilizzo assolutamente variegato: se nel resto d’Europa quasi il 90 per cento finisce per essere impiegato nel settore dei trasporti, da noi un ampio uso ne viene fatto anche nella meccanica e nell’elettromeccanica, e soprattutto nell’edilizia e – ebbene sì – nell’arredo domestico.

L’alluminio riciclato, dunque, come elemento di design. Basti pensare a una delle principali, e più comuni, icone dell’italian style: la moka. La classica macchinetta per il caffè che tutto il mondo ci invidia senza riuscire a copiarci è fatta per la sua quasi totalità di alluminio, quasi sempre riciclato. Così come del resto molti altri elementi di arredo domestico o da ufficio di ispirazione industriale: lampade da tavolo, da terra o lampadari in stile minimal, e ancora tavoli e sedie da giardino e non solo. Per non parlare della quasi totalità degli utensili da cucina…

La moka, iconico elemento di design made in Italy completamente in alluminio
La moka, iconico elemento di design made in Italy completamente in alluminio © Pixabay

 

…essenziale per i trasporti 

Ma come detto, il settore dei trasporti è quello che fa più uso di alluminio riciclato, soprattutto per la sua leggerezza (a parità di volume, l’alluminio pesa circa un terzo del rame e dell’acciaio), molto apprezzata nella progettazione dei mezzi di trasporto più moderni: lo shuttle è fatto in alluminio fino al 90 per cento e, mediamente, l’80 per cento del peso di un aereo da trasporto è dato dall’alluminio. Lo stesso dicasi, in percentuali diverse, per le navi, gli yacht, i treni ad alta velocità, i tram e i vagoni delle metropolitane. Per non parlare delle automobili: oggi in media una vettura privata contiene 70 chili di alluminio, soprattutto nella scocca.

Ma la vera svolta nel connubio alluminio-trasporti, oggi come oggi, si ha nella mobilità sostenibile: un metallo così leggero infatti si sposa perfettamente con mezzi di trasporto completamente o in parte muscolari, come monopattini e biciclette, sempre più diffuse anche nelle versione elettriche.

L’eleganza nell’architettura 

La resistenza alla corrosione da acqua e altri agenti atmosferici rendono poi l’alluminio secondario perfetto per le costruzioni: parliamo di edifici a scopo abitativo, o uffici, ma anche di vere e proprie opere d’arte architettoniche. Il Museo Soumaya di Città del Messico, realizzato dall’architetto Fernando Romero, si compone di 16mila pannelli esagonali in alluminio. Il futuristico Selfridges Building di Birmingham, in Inghilterra, è composto da 15mila dischi di alluminio anodizzato su sfondo blu. E a Montpellier, in Francia, c’è un altro grande esempio di design made in Italy: il Liceo alberghiero Georges-Freche, realizzato da Massimiliano e Doriana Fuksas, con geometrie rese possibili da 17 mila triangoli di alluminio anodizzato.

Ma più semplicemente panchine, pensiline, corrimano, sono tutti elemento che parte dell’arredo urbano e che sono realizzati in alluminio di secondo utilizzo.

Dai cellulari agli Stradivari

L’alluminio permette la trasmissione di energia anche su lunghe distanze, non a caso sono in alluminio la maggior parte dei conduttori ad alto voltaggio, ma è in alluminio anche la base filettata delle lampadine. Questo metallo vanta inoltre un’elevata conducibilità termica, per questo è utilizzato nella costruzione di radiatori e contenitori termici, apparecchiature termo-condizionanti e contenitori di cottura per alimenti. Infine, esso si distingue per la rilevante risonanza sonora, motivo per cui viene utilizzato nella costruzione di strumenti come il violino e il piano. Inoltre, il suo essere a-magnetico ne permette l’utilizzo per la costruzione di apparecchi come radio, radar e stereo, ma anche telefoni cellulari e personal computer.

Nell’arte tra Futurismo e contemporaneità

Che l’alluminio fosse il futuro l’aveva capito anche quel movimento avanguardista che all’inizio del secolo scorso si era diffuso un po’ in tutto il mondo, tra l’Europa, la Russia, gli Stati Uniti, e che in Italia aveva preso il nome appunto di Futurismo. Per Marinetti e compagni, per la sua leggerezza e brillantezza e poliedricità l’alluminio entrava di diritto nei materiali che avrebbero portato l’uomo, e l’arte, verso nuovi lidi. Al punto che la parola “alluminio” compare per ben 15 volte nei vari Manifesti futuristi di quegli anni.

Per il pittore Giorgio Carmelich, tra i fondatori del Futurismo “un’auto, un grattacielo americano in ferro, latta, alluminio, sono ponti lanciati arditamente attraverso le vecchie sensibilità barocche” e parla dell’elemento metallico “come materiale lirico e dinamico di fronte al cemento statico e calcolato, le uniche possibilità pratico-estetiche realizzate sino ad oggi” (I Creatori di Estetiche, 1924). Per lo stesso Filippo Tommaso Marinetti (L’Aeropoesia, 1932) è necessario “evitare mediante una elastica ma solida leggerezza di alluminio la enfatica e gonfia retorica aviatoria che adorna i poeti passatisti sedentari che hanno il brillo della paura sul naso all’insù”.

Insomma, dal Novecento in poi l’alluminio è simbolo di modernità, progresso, ma anche di arte. E un esempio tra i più evidenti è la statua di Anteros, realizzata in stile classico ma in alluminio, in anticipo sui tempi nel 1893, che fa bella mostra di sé a Piccadilly Circus, nel cuore di Londra. Di concezione più moderna, sinuosa e astratta è invece il Violinista di Thayaht, che unisce due usi diversi del prezioso metallo e che fece bella mostra di sé alle Biennali di fine anni Venti.

Oggi fa parte di una collezione privata, ma in diversi musei italiani di arte moderna e contemporanea (tra tutti il Mart di Trento e Rovereto) è possibile ammirare diverse opere d’arte in alluminio, alla base anche di molte delle forme di espressione contemporanee.

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