Emilia-Romagna sotto piogge torrenziali: fiumi straripati, vittime e centinaia di evacuati. Le autorità parlano ancora di maltempo.
- Allerta rossa anche per oggi in Emilia-Romagna per il rischio frane.
- Oltre 400 interventi di soccorso a Faenza, nel modenese, nel bolognese.
- Due vittime accertate: un ciclista e un uomo travolto dal crollo di un edificio.
Due vittime, 400 interventi di soccorso da parte di Vigili del fuoco e Protezione civile, centinaia di evacuati, fiumi esondati e il fiume Po che dopo un inverno di secca costante si è alzato di un metro e mezzo in meno di 24 ore. In Emilia-Romagna dalla mattina del 2 maggio è in atto una vera e propria alluvione, con Faenza e i suoi dintorni che risulta la zona più colpita. I fatti principali, al momento, narrano di un ciclista ottantenne travolto questa mattina dalle acque esondate dal fiume Senio a Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, e di una palazzina crollata a Fontanelice, nel bolognese, uccidendo una persona. Mentre un’altra potenzialmente coinvolta risulta dispersa. A Bologna le scuole sono state chiuse e ci sono state evacuazioni dagli edifici considerati più a rischio.
Secondo l’ultimo bollettino, risalente a questa mattina alle 7:15, erano stati già 400 gli interventi dei Vigili del fuoco, per allagamenti a Faenza per la rottura degli argini del Lamone e le evacuazioni che si sono rese necessarie anche a Dovadola (Forlì-Cesena) per una frana, a Monzuno e Castel San Pietro (Bologna) per allagamenti. Quello che si sta verificando – avvisa a Regione Emilia-Romagna – è un evento di portata rilevante, con pioggia che cade ininterrottamente da 24 ore; si prevede, inoltre, una persistenza di precipitazioni sul settore centro-orientale della regione, che potranno creare ulteriori incrementi dei livelli idrometrici da monte sui bacini già interessati dalle piene.
Tra gli osservati speciali in Emilia-Romagna il torrente Sillaro, affluente del Reno. Qui nel primo pomeriggio di ieri si è formata una breccia tra Massa Lombarda (Ravenna) e Imola (Bologna). L’Agenzia regione per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile è intervenuta con i propri mezzi e con una ditta: si è lavorato tutta la notte, anche con torri-faro, per chiudere nel più breve tempo possibile la rottura con massi ciclopici; sul posto è entrato in azione anche un elicottero dei vigili del fuoco, come supporto alle operazioni di evacuazione di una famiglia. Sono localizzati altri allagamenti lungo il Sillaro: nel bolognese ha tracimato in località San Salvatore a Sesto Imolese.
Anche nella provincia di Modena si registrano forti disagi per lo straripamento del fiume Secchia, che ha comportato la chiusura al traffico d diversi ponti: l’ultimo in ordine tempo, stamattina, il Ponte Motta a Cavezzo, dopo che ieri erano già stati chiusi a scopo precauzionale ponte Alto, ponte Uccellino e il ponte di Navicello Vecchio.
Il balzo del Po
Il livello del fiume Po, dopo mesi di secca, si è alzato di oltre 1,5 metri nelle ultime 24 ore. Lo stato del più grande fiume italiano è rappresentativo della sofferenza dei corsi d’acqua che si sono gonfiati per le piogge con straripamenti ed esondazioni. Ma non è esattamente una buona notizia, perché la Coldiretti fa già la conta dei danni per il settore agricolo: nelle campagne infatti sono finiti sott’acqua seminativi, frutteti, vigne con danni alle strutture e alla viabilità stradale e ferroviaria. Oltre alle evacuazioni di emergenza della popolazione, infatti l’esondazione di fiumi e torrenti ha isolato abitazioni, bloccato strade e fermato la circolazione dei treni con fattorie assediate e bloccate dalla marea di fango, vigneti sott’acqua e interi filari di ulivi sradicati dalla furia delle frane che se li sono portati via senza pietà.
Per la giornata di oggi non sono previsti grandi miglioramenti: la Protezione civile dell’Emilia-Romagna ha esteso l’allerta rossa per criticità idraulica – valida dalle ore 12 di mercoledì 3 maggio – sui bacini idrografici (Idice, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone e Montone) delle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. I rischi di frane collinari motivano invece la nuova allerta arancione per le numerose frane in atto sui settori di collina e montagna di Emilia centrale e Romagna, da Parma a Rimini.
Lo chiamano ancora maltempo
Quello che si è abbattuto sull’Emilia Romagna, in pratica, è un vero e proprio evento estremo, una di quelle alluvioni sempre più frequenti sul territorio italiano. Eppure ancora oggi in molti, anche nelle istituzioni, continuano a utilizzare il termine “maltempo”: lo fa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che in una nota afferma di “seguire l’evoluzione del maltempo che ha colpito in particolare l’Emilia Romagna”.
E lo fa perfino la stessa Protezione civile, nella nota in cui avvisa che il capo dipartimento Fabrizio Curcio, “in considerazione dell’intensa ondata di maltempo che sta interessando l’Emilia-Romagna”, si sta recando nelle zone colpite per incontrare le autorità locali e fare il punto sulle attività di protezione civile in corso. Anche un team di funzionari del dipartimento della Protezione civile è in partenza per dare supporto al sistema di protezione civile regionale.
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