L’edizione del 2019 sottolinea la necessità di riportare i giovani tra le montagne, affinché si prendano cura delle loro risorse naturali e culturali.
Alpi Orobie, il Monte Zulino di Val Canale (Bg)
La nostra escursione è calibrata su tempi e distanze compatibili con la stagione e ci accompagna nell’arco di 2 ore di cammino in vetta al Monte Zulino.
Chi arriva al paesino di Valcanale, raggiungibile da Clusone (Bg), per la prima volta avvertirà una sensazione di diverso e mai visto in questa natura viva e dal carattere forte che sembra venire incontro e dare il benvenuto.
La nostra escursione è calibrata su tempi e distanze compatibili con la stagione e ci accompagna nell’arco di 2 ore di cammino in vetta al Monte Zulino (1751 m). E’ una delle cime più alte di quel lungo crinale che divide la Val Canale alla Val Sanguigno; gli scorci panoramici sulle vicine elevazioni dai tratti dolomitici si affiancano ai silenzi e all’isolamento di ampi prati e boschi che ne amplificano il fascino.
Il punto di partenza della nostra escursione è il rifugio Alpe Corte (1051 m), raggiungibile in automobile con la strada sterrata che parte dalla contrada Babes, presso Valcanale. Il sentiero si apre alla destra del profondo valloncello che vediamo dinanzi a noi; passa sotto al portico di una casa, poi risale il prato che costeggia in forte pendenza la valletta stessa. Più in alto si entra nel bosco, il tracciato piega a destra e si distende in un tratto pianeggiante per alcune centinaia di metri sino ad un bivio.
Proseguendo il cammino verso il Monte Zulino…
Noi ci inoltriamo lungo il ramo di sinistra in un folto bosco di abeti. Il sentiero taglia in diagonale la fiancata della montagna portandosi gradatamente a destra fino ad attraversare il piano inclinato della condotta forzata che scende a Valcanale. Si continua a salire per riattraversarla una seconda volta più a monte, poi appare la casetta dove arriva il carrello di servizio della condotta. Le rotaie proseguono a sinistra in piano oltre il piccolo edificio, noi le seguiamo e sbuchiamo nei pressi di una vecchia frana e poco oltre in una radura erbosa. Una traccia sulla destra raggiunge fra radi alberi l’alpeggio di Baita Bassa di Zulino (1441). Il paesaggio è avvincente nella sua fisionomia rustica con i vecchi muri a secco profumati di fieno e fumo di camino. L’itinerario ora sale a sinistra rispetto alla malga aprendosi il passo fra i prati, quindi piega diagonalmente verso destra per poi raggiungere in uno slancio verticale una pozza sorgiva. L’acqua anticipa i 1600 m della Baita di Mezzo alla quale si accede con il tracciato aperto alla nostra destra. Dinanzi a noi un altro esempio di architettura montana d’altri tempi, perfetta nella sua semplicità. Oltre la malga, alla sua sinistra, incrociamo un sentiero ben segnalato che raggiunge in circa 20 minuti il Forcellino di Zulino e nelle sue vicinanze la Baita Alta di Zulino, ancora interamente in pietra viva. Ci dirigiamo a destra verso est; al di là di una pozza d’acqua si avvista subito un gruppo di piccole rocce. Siamo quasi arrivati, stiamo infatti osservando la cresta del Monte Zulino.
Si procede ormai in quota, il sentiero corre sotto alle rocce solo alcuni metri più a valle. In una manciata di minuti ci regala la soddisfazione di toccare la vetta, respirarne l’aria frizzante e sottile sospesi fra panorami montuosi a perdita d’occhio.
Yalmar Tuan
Immagine di copertina: vista delle Alpi Orobie. ©forum.valbrembanaweb.com
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