Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Alto Adige, in arrivo 5 nuovi distributori di idrogeno
L’Alto Adige spinge sull’idrogeno e annuncia l’apertura di cinque nuovi distributori nei prossimi otto anni; dieci le auto a celle a combustibile fornite da Hyundai.
L’Alto Adige ci riprova e con il nuovo progetto LifeAlps promosso dalla Commissione Europea annuncia l’apertura di 5 nuove stazioni di rifornimento d’idrogeno entro il 2028. Ma prima di raccontarvi i dettagli, facciamo un passo indietro e torniamo al 2015, quando… Allora il progetto si chiamava HyFive (Hydrogen for innovative vehicles) ed era il più importante e ambizioso progetto europeo sull’idrogeno. Partito ad aprile 2014, durato 42 mesi (si è concluso nel 2018), HyFive riuniva produttori auto (Bmw, Daimler, Honda, Hyundai e Toyota), fornitori di idrogeno e numerosi esperti nel settore energetico, con la finalità di realizzare un’infrastruttura europea dedicata all’idrogeno. Lo scopo era quello di preparare le regioni europee più innovative (l’Italia era fra quelle, con l’Istituto per Innovazioni Tecnologiche di Bolzano nel ruolo di coordinatore del cluster sud che comprendeva Bolzano, Innsbruck, Monaco e Stoccarda) al lancio sul mercato delle vetture a idrogeno. Il progetto riuscì in parte e almeno per l’Italia non è andata benissimo. Il risultato? Ad oggi chi volesse acquistare un’auto a celle a combustibile potrebbe fare rifornimento unicamente nella stazione di Bolzano Sud, dove l’idrogeno si produce da fonti rinnovabili (idroelettrico), mentre sono ancora in attesa l’apertura degli impianti Eni di San Donato Milanese e Venezia. A remare contro il costo degli impianti di rifornimento (circa 700 mila euro), la sostenibilità economica e ambientale della produzione dell’idrogeno (che se da fonti fossili non avrebbe molto senso…) e la scarsa diffusione di modelli di auto che sfruttano questo combustibile.
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In Alto Adige 5 stazioni di rifornimento a idrogeno e 33 colonnine di ricarica
Bolzano, 2020. L’Alto Adige ci riprova e attraverso il progetto LifeAlps, il cui obiettivo è la riduzione delle emissioni di CO2 in vari settori, torna sul tema mobilità elettrica (di cui l’idrogeno potrebbe essere la declinazione più virtuosa) con lo scopo di trasformare l’Alto Adige in una regione modello. Questa volta i partner provengono da tutte le zone del Sud Tirolo e uniranno le forze per ampliare la rete infrastrutturale dedicata all’idrogeno (ma anche alla ricarica elettrica), per portare flotte pilota sulle strade e per sviluppare servizi (taxi e trasporto merce) a zero emissioni. Nel dettaglio il progetto prevede l’installazione di 33 colonnine di ricarica veloce di ultima generazione e l’apertura di 5 distributori di idrogeno per veicoli e autobus in Alto Adige e lungo l’A22 entro i prossimi 8 anni.
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Progetto LifeAlps, chi sono i partner
A coordinare il progetto c’è la Sasa, l’azienda di trasporto pubblico delle città di Bolzano, Merano e Laives, affiancata dall’Istituto per Innovazioni Tecnologiche (IIT) di Bolzano. Fra gli altri partner l’Autostrada del Brennero, Alperia, l’Azienda Pubbliservizi Brunico, il Vinschgauer Energie Konsortium, Eurac e la Strutture Trasporto Alto Adige. L’obiettivo comune è quello di ampliare la rete infrastrutturale per la mobilità elettrica, creando sia colonnine di ricarica sia stazioni di rifornimento di idrogeno. Nel dettaglio ecco le opere annunciate, i cui tempi di realizzazione non sono però ancora stati definiti:
- apertura di un distributore di idrogeno a Glorenza e di 6 colonnine fast charger (75 kW) in altrettanti comuni venostani
- apertura di un distributore di idrogeno e di una colonnina di ricarica veloce a Brunico
- realizzazione di 6 colonnine fast charger e di un distributore di idrogeno nella zona Sud della Regione
- installazione di colonnine di ricarica nei depositi del tpl di Merano e Bolzano e di un distributore di idrogeno nel deposito di Merano
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Hyundai, 10 suv a idrogeno Nexo
Intanto, unico costruttore insieme a Toyota ad essere fortemente impegnato sull’idrogeno, Hyundai prende parte al progetto con una flotta di 10 esemplari della sua suv a idrogeno Nexo, consegnati a Bolzano da Andrea Crespi, direttore generale di Hyundai Italia. Con un’autonomia fino a 660 chilometri soli 5 minuti per fare un pieno, la flotta di Nexo verrà gestita dall’azienda di trasporto pubblico di Bolzano e dall’Istituto per Innovazioni Tecnologiche, che darà in uso le vetture a varie realtà pubbliche e private attive sul territorio attraverso formule di noleggio. Esattamente come era già accaduto nel 2014, quando 12 esemplari di Hyundai ix35 Fuel cell erano già state affidate ad altrettante realtà e che ad oggi hanno percorso 920mila chilometri a idrogeno. L’impegno di Hyundai per una mobilità più sostenibile è stato recentemente ribadito annunciando, entro il 2025, il lancio di 18 nuovi modelli fuel cell, ibridi, elettrici e ibridi plug-in.
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