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Sinodo per l’Amazzonia al via, il Vaticano cerca nuove strade per un’ecologia integrale
Dal 6 al 27 ottobre in Vaticano si svolge il Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia da cui usciranno proposte concrete per l’ambiente e contro la povertà: sulla scorta dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, la Chiesa punta a un approccio che integri ecologia, società ed evangelizzazione.
Non si può pensare a una evangelizzazione della regione amazzonica senza affrontare il tema dell’ecologia, né è possibile parlare di ecologia senza tralasciare l’aspetto sociale e umano. È con questa premessa, nel solco della definizione di ecologia integrale coniata da papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’, che sta per aprirsi il Sinodo dei vescovi per la regione panamazzonica, previsto dal 6 al 27 ottobre in Vaticano.
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I partecipanti al Sinodo per l’Amazzonia
“Nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale” è proprio il titolo del sinodo, composto di 185 membri, tra cardinali e vescovi provenienti dalle circoscrizioni ecclesiastiche della regione panamazzonica (Antille, Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Perù, Venezuela), ma anche scienziati, esperti ambientali, rappresentanti di etnie indigene. Spicca la presenza di 35 donne, suore ma anche laiche, e di uditori come l’ex-segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, l’economista Jeffrey Sachs, il climatologo Hans Schellnhuber.
Un’assemblea speciale dalla vocazione “volutamente universale”, come ha spiegato il segretario generale del Sinodo dei vescovi, Lorenzo Baldisseri, nella conferenza stampa di presentazione; e molto orientato sulla questione ambientale, come testimoniato dalla scelta di Papa Francesco di nominare anche dei rappresentanti provenienti dal bacino del fiume Congo, un altro patrimonio delle biodiversità in pericolo, “che vivono in questo momento gli stessi problemi dell’Amazzonia”, come a dire: la crisi ambientale non è tema solo locale, ma riguarda tutto il mondo.
#3ottobre Presentato in Sala Stampa della Santa Sede il Sinodo sull’#Amazzonia. Card. Baldisseri: “tutta la #Chiesa mostra la sua sollecitudine”, per le difficoltà, i problemi, le preoccupazioni e le sfide di questa regione. #SinodoAmazonico @Synod_va https://t.co/A36GDjEcXl
— Vatican News (@vaticannews_it) October 3, 2019
Evangelizzare l’Amazzonia con l’ecologia
Dal Sinodo usciranno riflessioni, posizioni e soprattutto proposte: “Dovremo dare degli orientamenti di principio forti sulla questione climatica – spiega il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo emerito di San Paolo del Brasile – “e soprattutto non ci saranno richieste di impegni da far assumere agli altri, ma impegni riguardo azioni che dobbiamo compiere noi stessi in quanto Chiesa. Dobbiamo denunciare quello che è sbagliato e indicare un cammino nuovo. Abbiamo una crisi grave e urgente in Amazzonia, gli scienziati lo dicono. Ma sono fiducioso, penso che si troverà questo cammino”. Non semplice, visti i problemi che affronta nel presente la regione: deforestazione a scopo agricolo, impoverimento degli abitanti, e non ultimi i vasti incendi che hanno devastato uno dei più importanti polmoni del mondo in questi mesi estivi.
Quattro criteri per orientarsi e vivere bene il prossimo #SinodoAmazonico (dal #6ottobre) 4. #SinodoDaAmazonia come processo e momento ecclesiale: non è l’inizio, ma la conclusione di una prima tappa, e che al contempo è l’inizio di un nuovo camminohttps://t.co/0ZFo9mmtQX 4/4 pic.twitter.com/Ac3w0A3Bf9 — La Civiltà Cattolica (@civcatt) October 3, 2019
Il tutto nel disinteresse del governo brasiliano che ha anche espresso le proprie critiche per il Sinodo, visto come un’ingerenza politica: “Il governo brasiliano monitorerà i nostri lavori – ha chiarito il cardinale Hummes – ma credo sia una posizione in parte superata perché abbiamo avuto degli incontri per cercare di confrontarci. Noi lavoreremo all’interno dello spazio di libertà religiosa che è concessa dalla Costituzione brasiliana e dall’accordo Santa Sede-Brasile. La Chiesa ha un tipo di esperienza in Amazzonia, lo Stato un’altra: noi rivendichiamo la nostra presenza e la nostra esperienza”.
Perché la Chiesa si occupa di ecologia
Il legame tra Chiesa ed ecologia è stretto e nasce, perlomeno, dall’enciclica papale del 2015 che proprio sotto la definizione di ecologia integrata racchiudeva un concetto tanto ampio quanto chiaro: i cambiamenti climatici, insieme ai problemi ambientali e sociali che ne derivano, fanno parte di una crisi di sistema. Motivo per cui, se la Chiesa vuole dedicarsi a una nuova evangelizzazione dell’Amazzonia – un territorio enorme che tocca ben nove diversi Paesi sudamericani, abitato da popolazioni indigene, pescatori, contadini che la Chiesa, come spiega il cardinale, “ha già raggiunto da quattro secoli ma dove c’è poca vita sacramentale perché mancano i ministri che possano celebrarla” – non può prescindere dal tema ambientale ed economico, che per di più di questi tempi è diventato drammaticamente attuale a causa degli incendi che hanno devastato la foresta pluviale e del processo continuo di deforestazione.
Lo stesso papa Francesco, in occasione del suo ultimo viaggio apostolico in Perù nel 2018, volle fortemente incontrare i popoli amazzonici a Puerto Maldonado, parlando di “una terra ferita ed emarginata, che non deve essere terra di nessuno ma terra della Madre”.
Se tutto è in relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una società comporta conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita umana.Papa Francesco, Laudato si'
Baldisserri, nella conferenza stampa di presentazione del Sinodo, spiega dunque che Papa Francesco ci insegna che “una missione evangelizzatrice in Amazzonia non può prescindere dalla tematica ecologica data l’importanza che questo ha nella zona, con un approccio che comprenda chiaramente la dimensione umana e sociale. Un’ecologia che sappia tenere presente l’essenza dell’uomo”.
Cosa aspettarsi dal Sinodo
L’annuncio del Sinodo da parte di Bergoglio era avvenuto in occasione dell’Angelus del 15 ottobre 2017, e già in quell’occasione il Papa ne aveva individuato punti fondamentali: “Trovare nuove vie per l’evangelizzazione di quella porzione del popolo di Dio, in particolare le persone indigene, spesso dimenticate e senza la prospettiva di un futuro sereno, anche a causa della crisi della foresta amazzonica, polmone di fondamentale importanza per il nostro pianeta”.
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Da allora è scaturito un percorso che ha portato alla definizione dell’Instrumentum laboris, le regole per la composizione e lo svolgimento del Sinodo, al termine del quale è atteso un documento finale che prenda una posizione molto chiara sull’emergenza climatica globale e su quella legata più specificamente all’Amazzonia. Alla vigilia, le premesse sono buone: per il momento c’è di sicuro che il Sinodo sarà completamente plastic-free, e anche la carta utilizzata nel corso dei lavori sarà riciclata e proveniente da filiera completamente certificata.
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