Partendo da un villaggio della sua India ha attraversato il mondo e dedicato tutta la sua vita ad alleviare le sofferenze fisiche e spirituali degli altri, cercando di promuovere un modello di umanità fondato sull’altruismo. A muoverla, fin da bambina, una compassione senza limiti capace di trasformare l’amore in azione, con effetti che spesso viene spontaneo definire “miracolosi”. Mata Amritanandamayi Math, o semplicemente Amma, “Madre”, come lei preferisce essere chiamata, è uno di quei personaggi difficili da descrivere o classificare e dai quali è impossibile non essere attratti, anche solo per l’enorme portata del loro operato e del loro effetto sulle persone e sulla realtà.
Come molti, anche la regista torinese Anna Agnelli, dopo aver incontrato Amma, ne ha subìto l’enorme fascino, sentendo il desiderio di provare a catturare l’essenza di questa sorta di “divinità moderna”, attraverso il documentario Amma’s way – Un abbraccio al mondo, in uscita al cinema solo il 2,3 e 4 maggio, prodotto da Art+Vibes e distribuito da Nexo Digital.
Per me Amma’s way è l’unica via da seguire se vogliamo vivere felici, in armonia gli uni con gli altri e con la natura.
Anna Agnelli, regista
Chi è Amma
La sua storia parte nel 1953, quando Amma nasce in un villaggio del Kerala, in India, in una famiglia di umili pescatori. Qui, fin da ragazzina, Amma, che studia solo fino alla quarta elementare, scopre la sua vocazione e manifesta la sua straordinaria personalità. “Si comportava in modo strano: portava tutto quello che aveva ai più bisognosi, andava a meditare di notte e tante persone andavano da lei in cerca di conforto”, racconta la regista Anna Agnelli. “Tanto che all’inizio la sua famiglia faticò ad accettarla, pensando che fosse matta. Ci sono anche storie di piccoli miracoli di quel periodo”.
È da allora che Amma inizia a praticare quel gesto che è divenuto il simbolo stesso del suo approccio alla vita: il celebre abbraccio di benedizione, il darshan, che ancora oggi la “Madre Divina” come viene definita dai suoi discepoli, pratica incessantemente (interrotta solo dalla pandemia) per confortare chiunque si rechi da lei. Che sia nell’Amritapuri ashram, da lei fondato nel Kerala e che oggi ospita circa cinquemila persone, o che sia durante i tanti raduni organizzati in tutto il mondo e aperti a chiunque desideri incontrarla, condividendo (oltre al darshan) giornate di preghiera, meditazione e canti devozionali. Un rituale che, pur partendo da una tradizione induista, trascende il credo religioso. “Amma non spinge l’induismo e per andar all’ashram o ai suoi incontri non devi essere induista o appartenere a una certa religione. Lei accoglie tutti indistintamente, anche rompendo certe regole tradizionali. Chiunque condivida i valori che la animano può partecipare”.
Dove c’è vero amore, tutto avviene senza sforzo. L’Amore trasforma.
Amma
All’età di 68 anni, oggi Amma vive all’ashram, circondata dai suoi discepoli e dalla sua famiglia, viaggiando per circa 8 mesi all’anno (in tempi pre covid) per visitare seguaci di tutto il mondo e portare avanti le proprie opere umanitarie. Il suo ruolo di guida spirituale è ufficialmente riconosciuto anche a livello globale, tanto da essere spesso invitata in occasioni importanti come quella che nel 2014 la vide ospite in Vaticano insieme a Papa Francesco e ad altri 10 leader religiosi mondiali per firmare una dichiarazione contro la tratta di esseri umani e la schiavitù.
Turn on [CC] for SubtitlesSubtitle available in English, French, Spanish, German, Portuguese, Japanese, Italian, Kannada & Tamil#FromAmmasHeart brings you the nectar of Amma's wisdom to your life.In Kali Yug (Present times), only devotion due to fear (Kamsa Bhakti) bears fruit. Kamsa, Lord Krishna's uncle, was so scared of Krishna, he saw Krishna in water, every pillar and post, in everything due to fear. So, people pray due to the fear of consequences, – “Oh I should not get punished, good things should happen to me” etc. Fear drives people towards faith and not the understanding of spiritual principles or fundamental truths. It is said that in Kali Yug, only Kamsa Bhakti is beneficial, due to fear. No one seeks knowledge for Liberation. Taste is most important for the tongue, eyes seek beauty, ears seek melody the mind is awestruck with external attributes.Those who have knowledge have no fear and they do not waste time They are practical and know we cannot regain lost time As far as others are concerned, only fear brings out their talents and awakes them. #MataAmritanandamayiDevi #Amrita #Amma__________________________________________Get News Updates Visit https://amritapuri.org Join Telegram https://t.me/amma4bot eMail Newsletter – https://amritavani.com For More News on Amma's Initiatives Stay Tuned To ▪️ https://amritaworld.org ▪️ https://fb.com/MataAmritanandamayi ▪️ https://instagram.com/MataAmritananda…▪️ https://twitter.com/Amritanandamayi▪️ https://youtube.com/Amritanandamayi▪️ https://t.me/Amritanandamayi
Posted by Amritaworld on Saturday, September 5, 2020
Una divinità moderna
Donna visionaria e dotata di un carisma naturale, Amma è diventata un leader spirituale di fama globale in un contesto fortemente maschile, raccogliendo milioni di discepoli in tutto il mondo e riuscendo a dare vita a una quantità di opere umanitarie difficili da quantificare. Alla base di tutto il suo operato c’è un costante impegno per la pace e l’uguaglianza che la porta a occuparsi degli ultimi e dei sofferenti, offrendo assistenza sanitaria gratuita, istruzione, riparo e soccorso, recandosi spesso personalmente anche nei luoghi colpiti da catastrofi naturali o da altre necessità.
Non li vedo come uomini o donne. Non vedo nessuno diverso da me stessa, questa è la mia innata natura. Il dovere di un medico è di curare i pazienti. Allo stesso modo il mio dovere è consolare chi soffre
Amma
Impossibile classificare in modo standard il suo ruolo e la sua leadership, che la portano ad essere incredibilmente sempre presente e centrale in ogni decisione importante. A spiegarlo nel documentario sono i suoi collaboratori, come il giovane Sreeram Kongeseri, ricercatore e docente presso l’Università Amrita (Scuola di scienze sociali e comportamentali fondata da Amma e in cui Amma è rettrice) cresciuto fin da bambino nell’Amritapuri ashram: “Amma dona amore come una madre, insegna come un padre, consiglia come un guru e ci stimola come farebbe un amministratore delegato”.
Darshan, il potente abbraccio di Amma
Il viaggio spirituale e umano di Amma, iniziato tanti anni fa in India, ha portato la Madre a stringere a sé, nel suo celebre darshan, oltre 39 milioni di uomini, donne, bambini e anziani, in tutto il mondo, diventando una fonte di ispirazione per tantissime persone che, grazie al suo esempio, hanno iniziato concretamente a impegnarsi a favore dei bisognosi e nella costruzione di un mondo più inclusivo e tollerante. Ed è proprio durante uno di questi incontri, organizzato a Londra nel 2014, che la regista Anna Agnelli incontrò Amma per la prima volta, rimanendone conquistata. “La conoscevo da tanto tempo, ma non l’avevo mai incontrata. Quella sera, dopo aver aspettato il mio turno per ore, anch’io ricevetti il mio darshan e sentii subito che aveva toccato qualcosa dentro di me. Qualcosa che non si può spiegare”. Da qui il desiderio di seguire Amma più da vicino e di parlare coi suoi collaboratori per cercare di capire da dove venissero quell’incredibile energia e dedizione che si respirano in sua presenza. “Più parlavo con loro e più ‘la via di Amma’ mi attirava”, prosegue Anna Agnelli. “Ascoltando e scoprendo tutti i progetti e le iniziative che Amma e le persone intorno a lei portavano avanti mi girò la testa. Non riuscivo a capire come fosse possibile. Un mese dopo partii per l’India e decisi che avrei girato un documentario su di lei”.
La trama e l’ispirazione del film
Non è la prima volta che un regista resta affascinato dalla figura di Amma e decide di farne la protagonista di un suo film. Tra i più celebri Jan Kounen che nel 2005 realizzò il documentario Darshan – L’abbraccio, e Shekhar Kapur che nel 2016 diresse il film Embracing the world.
Impegnata in una costante ricerca spirituale fin da giovanissima, anche la regista Anna Agnelli ha sentito forte il desiderio di raccontare al grande pubblico la figura di questa maestra spirituale, visionaria e straordinaria. “Volevo capire quanto e in che modo tutto ciò che è intorno a lei si muove per aiutare il prossimo”, spiega la regista. “Ho deciso di non intervistare lei direttamente, perché non avrebbe aiutato il pubblico a capire chi è Amma. Per capirla si può solo andare a sentire personalmente la sua presenza fisica. Quello che genera è spiegabile da un punto di vista energetico ed emozionale, ma è inspiegabile razionalmente”. E se è vero che la suggestione e l’effetto placebo esistono “quella che si percepisce con lei è una sensazione sottile che non arriva dalla mente”, prosegue Agnelli. “Io do per scontato che c’è una parte di mondo che non è materia fisica. Per percepirla però bisogna aver fatto pratica. Chiunque abbia sulle spalle un bagaglio di meditazione di qualsiasi tipo è abituato ad avere delle percezioni sottili che non arrivano dalla mente, ma da un’altra parte di noi stessi”.
E così per provare a mostrare la realtà e la “via di Amma” la regista ha scelto di affidarsi alle immagini e alle parole dei suoi più stretti collaboratori, come il suo primo discepolo monastico Swami Amritaswarupananda Puri, o di persone che negli anni hanno deciso di cambiare completamente vita per seguirla, come Matti Rajakyla (Akhilesh), ex nuotatore olimpico finlandese che, dopo aver vinto medaglie e stabilito numerosi record nazionali, nel 2009 ha deciso di porre fine alla sua carriera sportiva per prestare servizio nelle organizzazioni umanitarie di Amma.
La regista la segue durante i darshan nel suo ashram in India e ci mostra anche materiale d’archivio in cui vediamo una Amma giovanissima o durante i suoi viaggi per il mondo, come quello del 2011 in Giappone, dove si recò a visitare i sopravvissuti del disastro di Fukushima, fornendo al Paese un’importante rete di aiuti.
Volevo documentare in che modo Amma trasforma chi le è intorno generando un meraviglioso risultato finale.
Anna Agnelli, regista
Ascoltando i racconti entusiasti e osservando i visi lieti dei discepoli di Amma si percepisce l’enorme lealtà e dedizione che questa donna straordinaria riesce a suscitare nelle persone, emanando una sorta di inesauribile fonte di energia, capace di alimentare tutti coloro che le stanno intorno. Un’esperienza percepita anche dalla regista e da tutta la troupe nel corso delle riprese: “Mi capitava di dormire solo tre ore a notte senza sentire la stanchezza”, spiega Anna Agnelli. “La vicinanza con Amma genera una specie di doccia energetica fissa che è davvero inspiegabile”.
L’impegno umanitario di Amma
Il grande seguito e l’impatto di Amma sulla società non è legato solo al suo carisma di guida spirituale, ma soprattutto alle azioni concrete che la sua compassione verso il prossimo genera. Il documentario Amma’s way dà solo un piccolo assaggio di tutto ciò che è stato fatto finora grazie alla Mam (Mata Amritanandamayi Math), la ong fondata da Amma, con sede in India e con status di consultivo speciale presso l’Onu, insieme al network Embracing the World, che riunisce globalmente le organizzazioni umanitarie ispirate ai valori di Amma. “Ho voluto mostrare alcuni dei suoi contributi umanitari in India: ospedali all’avanguardia che offrono cure gratuite ai poveri; programmi di sviluppo olistico per centinaia di villaggi rurali; una profonda attenzione sull’emancipazione delle donne in India, dove le strutture sociali sono ancora ben lontane dal sancirne l’uguaglianza”, spiega la regista.
Guidati dai suoi collaboratori entriamo anche all’Amrita University, una delle più moderne in India, con
sei campus e 18mila studenti che qui ricevono un’istruzione basata sui valori di Amma e dove le ricerche devono avere benefici sociali immediati e avere sempre anche uno scopo umanitario. “L’istruzione e l’insegnamento delle competenze per la vita quotidiana sono al centro dei suoi sforzi nei paesi in via di sviluppo, perché Amma si preoccupa di contribuire in modi sostenibili e duraturi”. Un’attenzione speciale è spesa anche in campo ambientale, con continue campagne di sensibilizzazione in tutto il mondo, migliaia di operazioni di pulizia portate avanti dai volontari ogni anno in India e donazioni eccezionali, come quella di 15 milioni di dollari, fatta nel 2015 al governo indiano per pulire le acque del Gange.
Uno sforzo centrale della Mam è quello che mira a portare soccorso a seguito di calamità naturali. Spiega la regista: “Amma si preoccupa di portare aiuto nell’immediato, ma con modalità che possano accompagnare le vittime del disastro all’inizio della loro nuova vita. I suoi volontari rimangono nei luoghi delle aree disastrate anche quando molte altre organizzazioni se ne sono andate perché ciò che Amma vuole veramente è che le persone siano indipendenti e possano costruire una nuova vita per se stesse”.
Tanti esempi di come la visione di un mondo più giusto e solidale si concretizzi giorno dopo giorno, grazie all’ispirazione di una bambina che da quasi 70 anni dedica la sua vita al prossimo e alla volontà e alla dedizione di tutti coloro che, ispirati dai suoi valori, hanno saputo realizzare tanti piccoli miracoli quotidiani capaci di rendere il mondo un posto migliore.
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