
Uno studio della Nasa ha spiegato il motivo per il quale l’innalzamento del livello dei mari ha superato i dati che erano stati previsti dagli scienziati.
Per la prima volta in Alaska sono stati superati i 30 gradi: è successo il 4 luglio ad Anchorage, dove le medie stagionali sono di 18 gradi.
Famiglie che si divertono con i gonfiabili, ragazzi intenti a pagaiare sul sup, prati affollati di persone stese a prendere il sole. Non accade in qualche rinomata località balneare ma in Alaska, uno dei luoghi più freddi e inospitali del globo, che in questi giorni è nella morsa di un’ondata di caldo che ha battuto ogni record.
Il 4 luglio 2019, festa dell’indipendenza americana, è stata una giornata da ricordare anche per gli abitanti di Anchorage, la città più grande dello stato, dove la colonnina di mercurio ha superato i 30 gradi centigradi: non era mai successo dal 1952, quando il National Weather Service ha iniziato a effettuare regolarmente le rilevazioni presso l’aeroporto cittadino. Per risalire al primato precedente bisogna tornare indietro nel tempo fino al 14 giugno 1969, quando erano stati raggiunti i 29,4 gradi.
Già nella primavera di quest’anno le temperature in Alaska avevano superato di circa 20 gradi la media stagionale, accompagnate da precipitazioni più sporadiche e violente del solito. Un fenomeno che aveva già messo a dura prova l’economia e i trasporti, oltre a scompaginare gli equilibri dell’ecosistema.
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Con l’inizio di luglio sono stati toccati nuovi record. Come riporta l’Anchorage Daily News, tra il 28 giugno e il 3 luglio le temperature ad Anchorage sono oscillate tra i 21,6 e i 27,7 gradi centigradi, fino ai clamorosi 32,2 gradi registrati il 4 luglio alle 17. Dati che diventano ancora più impressionanti se si confrontano con la media del periodo, che vede le massime aggirarsi attorno ai 18 gradi centigradi, come testimonia il National weather service.
Come ha spiegato al Guardian Rick Thoman, climatologo presso la University of Alaska, le temperature della superficie dell’oceano sono più alte della media e contribuiscono a riscaldare le coste, innescando una sorta di circolo vizioso. “Cos’altro si potrebbe dire, se non che questo è un fenomeno straordinario?”, ha commentato.
Per ora l’amministrazione locale ha vietato i fuochi artificiali per le celebrazioni del 4 luglio, per evitare di favorire nuovi incendi: la scorsa settimana ne sono stati segnalati circa un centinaio.
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