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Com’è cambiata la vita dell’atleta paralimpico Andrea Pusateri grazie agli animali e allo sport
Abbiamo incontrato Andrea Pusateri per parlare della sua nuova impresa sportiva, l’Ironman, e del suo rapporto con gli animali e la natura.
“Ci sono tanti impossibili per ogni persona. È giusto che dentro di sé ognuno cerchi di superare i propri limiti, il proprio impossibile”. Ne è convinto Andrea Pusateri, atleta paralimpico italiano, che dopo lo stop forzato dovuto alla pandemia di coronavirus, è tornato con un nuovo importante progetto sportivo: l’Ironman.
I nuovi obiettivi di Andrea Pusateri
Pusateri nasce come paraciclista, ma è sempre stato un grande appassionato di sport. A tre anni e mezzo è stato vittima di un grave incidente che gli ha portato via la mamma e in cui ha perso una gamba, ma malgrado tutto non si è mai fermato. “Ho sempre voluto essere un atleta e ce la sto facendo” ci aveva raccontato nel 2019, quando l’avevamo incontrato alla viglia della ripartenza del progetto Toyota Start your impossible, di cui è ambasciatore. Infatti, prima di approdare nel ciclismo, ha fatto arrampicata, nuoto e tiro con l’arco.
Oggi ha un nuovo progetto. “Da fine 2019-2020 mi sono avvicinato all’Ironman, una sorta di triathlon, ma un po’ più lungo”, ci dice. L’Ironman prevede 3,86 chilometri di nuoto, 180 chilometri in bicicletta e 42 chilometri di corsa, contro gli 1,5 chilometri di nuoto, 40 chilometri in bicicletta e 10 chilometri di corsa del triathlon olimpico. “Ce la stavo facendo un paio di settimane fa a Cervia, ma non sono stato bene e nella parte del nuoto i soccorsi hanno dovuto portarmi fuori dall’acqua”.
Pusateri ci ha subito riprovato. Il 3 ottobre ha partecipato a una nuova competizione a Barcellona, completando tutto il percorso previsto e riuscendo nella sua impresa. “Sono molto contento, oltre a essere stravolto. Siamo partiti alle 8 del mattino, dal mare. Il tempo era pessimo, quindi hanno accorciato il percorso a nuoto a 900 metri”, ci ha raccontato. “Dopo Cervia, questo era il mio punto di domanda, ero un po’ titubante. Nonostante le onde di 2 metri l’ho affrontato bene e ho superato questa mia paura. Anche con la carrozzina, che alla fine è il mio nuovo sport, sono contento perché era tutto su sterrato sabbioso. Ho fatto tanta fatica, ma sono felice di avercela fatta“.
Sport e pandemia
Per un atleta del suo livello, fermarsi per così tanti mesi a causa del coronavirus, non è stato facile. “Sicuramente come atleta la pandemia ha creato tanti problemi. Mi ha impedito di fare tanti allenamenti, soprattutto andando con la carrozzina. La parte della maratona io la preparo con la carrozzina perché avendo un problema alla caviglia, non riesco a correre con la protesi”.
Molti parchi non erano accessibili e non ha avuto la possibilità di allenarsi come avrebbe voluto, ci racconta. “Il parco di Monza, dove mi alleno, era chiuso. Le piscine erano chiuse. La maggior parte dell’allenamento l’ho dovuto fare in casa con dei rulli e con una minipalestra per tenermi in forma”.
Dall’Ironman alla montagna con Maya e Sally
Oltre allo sport, Pusateri ha anche un’altra grande passione. I suoi occhi si illuminano di una luce diversa quando parla di Maya e Sally, i suoi cani. “Mi hanno totalmente cambiato la vita”, ci racconta con quell’emozione tipica di chi vive un forte legame con gli animali. “Mi hanno reso una persona diversa, migliore, mi hanno fatto capire tanti aspetti che prima sottovalutavo. Con loro ho iniziato a fare tante passeggiate in montagna, io che ho sempre odiato camminare. Insieme facciamo anche 20-30 chilometri a piedi, giriamo l’Europa e l’Italia. Ho un fortissimo legame con loro, quasi come se fossero dei figli”.
Proprio a ottobre del 2020 era diventato virale un suo video di un trekking con Sally che camminava sotto di lui. Per questo il motto del Toyota team di cui fa parte, Start your impossible, risuona così forte nel suo cuore. “È un motto molto importante ‘Inizia il tuo impossibile’. Può arrivare a qualsiasi persona: che faccia sport, nella vita normale o nel lavoro”, ci dice. Ma c’è un altro motto in cui si rispecchia ed è Mobility for all. “Io mi ci rivedo molto. Mi riallaccio al discorso dei cani: vuol dire riuscire a fare tutto, a proprio modo”. E noi siamo sicuri che ce la farà.
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