Per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro impatti servono fondi. Alla Cop29 i Paesi sono molto distanti su quanto e chi debba pagare.
Anote’s ark, il documentario sulla vita di Anote Tong e sul futuro degli abitanti di Kiribati
Anote’s ark è il film sulla figura del leader per il clima Anote Tong, ex presidente di Kiribati, che sta lavorando per garantire un futuro dignitoso alla popolazione dello stato isola.
Kiribati è una nazione che si trova nel bel mezzo dell’oceano Pacifico. Un arcipelago isolato dal resto del mondo, così lontano da tutto e da tutti che si credeva fosse immune dagli sconvolgimenti e dalle calamità che colpiscono altre zone della Terra. La realtà, invece, ha riservato una storia completamente diversa ai suoi abitanti e lo stato isola è rischia di sparire per sempre, minacciato dai cambiamenti climatici, dall’innalzamento del livello dei mari causato dal riscaldamento globale che scioglie i ghiacci. Una storia che ora è diventata anche un documentario presentato al Sundance film festival 2018 dal titolo Anote’s ark, l’arca di Anote, diretto dal regista Matthieu Rytz e prodotto insieme a EyeSteelFilm.
Leggi anche: Anote Tong. In gioco non c’è solo il clima, ma il futuro di un’intera generazione
Chi è Anote Tong
Anote Tong è stato per più di dieci anni (2003-2016) presidente di Kiribati. Lo era anche durante la firma dell’Accordo di Parigi, il primo trattato adottato dall’intera comunità internazionale che cerca di far fronte all’aumento della temperatura media globale causata dalle emissioni di CO2 prodotte – in eccesso – dalle attività umane. Oggi Tong è un nonno a tempo pieno e continua a essere leader indiscusso di questa battaglia alla ricerca spasmodica di una soluzione alternativa a quello che pare inevitabile: sta cercando di dare un’alternativa alle generazioni future così che possano scegliere cosa fare della loro vita e mantenere integra la loro dignità quando i 33 atolli corallini di Kiribati non ci saranno più.
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Dopo il lancio di Anote’s ark, al via una raccolta fondi
Il regista Rytz ha intrecciato la storia di Tong con il destino di Tiemeri, una giovane madre di sei figli che sta cercando di trasferire la sua famiglia in Nuova Zelanda. In gioco non c’è solo la sopravvivenza di una famiglia, ma quella di un’intera generazione e di una cultura, quella di Kiribati, che ha oltre quattromila anni di storia. Per questo motivo, finite le riprese del film è stata anche lanciata una raccolta fondi per dar vita a un fondo per sostenere gli studi e l’educazione di sette bambini, figli di una dei protagonisti: Sermary Tiare. L’obiettivo è raccogliere nel corso di quest’anno 70mila dollari neozelandesi (circa 40mila euro) per assicurare loro un percorso educativo di qualità.
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Un gesto tutt’altro che simbolico visto che la popolazione di Kiribati è poco superiore ai 100mila abitanti e ogni aiuto può fare la differenza. Perché, come dice lo stesso Tong, a prescindere da ciò che fanno o dicono i governi e le organizzazioni “noi continueremo ad affondare”.
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