Commissione Antimafia, chi è la nuova presidente Chiara Colosimo

Fa discutere l’elezione di Chiara Colosimo alla presidenza della commissione bicamerale Antimafia: chi è la neopresidente e perché si parla tanti di lei.

  • Chiara Colosimo è la nuova presidente della commissione Antimafia.
  • La sua elezione è stata contestata da molti per presunti rapporti con l’ex terrorista Ciavardini.
  • La replica: “Nessuna amicizia, l’ho incontrato nell’ambito delle mie funzioni istituzionali”.

Chiara Colosimo, deputata di Fratelli d’Italia alla sua prima legislatura, è la nuova presidente della Commissione bicamerale parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, comunemente nota come Commissione Antimafia, che ormai dagli anni 60 viene costituita in ogni legislatura.

Che compiti ha la commissione Antimafia

I compiti della commissione sono principalmente quelli di verificare l’attuazione di tutte le leggi dello Stato, nonché degli indirizzi del Parlamento, che hanno a che fare con il fenomeno mafioso e alle altre principali organizzazioni criminali, in particolare la legge del 1982 scritta da Pio La Torre alla quale contribuirono anche i due magistrati italiani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che introdusse nel codice penale italiano l‘articolo 416 bis, che delinea la fattispecie del reato dell‘associazione di tipo mafioso. Pio La Torre, sindacalista e politico, rimase ucciso in un attentato nello stesso anno, pochi mesi prima dell’approvazione del testo.

Un altro compito importante della Commissione è quello di accertare e valutare la natura e le caratteristiche dei mutamenti e delle trasformazioni del fenomeno mafioso e di tutte le sue connessioni, comprese quelle istituzionali: la sua espansione al di fuori delle regioni di nascita, il suo radicamento nell’economia produttiva, la cooperazione tra diverse organizzazioni criminali finalizzata alla gestione di nuove forme di attività illecite (contro la persona, l’ambiente, i patrimoni, la sicurezza dello Stato), il legame con lo sfruttamento dei flussi migratori illegali.

Il servizio di Report su Chiara Colosimo 

L’elezione di Chiara Colosimo è arrivata in un giorno particolarmente simbolico per l’Italia, il 23 maggio, l’anniversario della strage di Capaci compiuta nel 1992 da Cosa Nostra nel quale perse la vita Giovanni Falcone insieme a sua moglie e ai tre uomini della scorta. Purtroppo però, quanto avvenuto in commissione non ha contribuito a unificare il sentimento del Paese nella lotta alla criminalità organizzata, ma al contrario ha innescato forti polemiche.

Colosimo, ex consigliera regionale nel Lazio, considerata nella politica romana un po’ “la nuova Giorgia Meloni” per il piglio ma anche perché cresciuta nella stessa sede della Garbatella di Azione studentesca, era stata indicata già da qualche settimana come la prima scelta del centrodestra. Ma un servizio mandato in onda da Report, su Rai3, lo scorso 3 aprile, aveva ipotizzato una amicizia tra l’esponente di Fratelli d’Italia e Luigi Ciavardini, un ex membro dei Nuclei armati rivoluzionari, gruppo di ispirazione neofascista. Ciavardini, nel 2007, è stato riconosciuto colpevole di essere l’esecutore materiale della strage alla stazione di Bologna, del 2 agosto 1980, e condannato a 30 anni di reclusione, insieme a Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro (anche loro condannati in via definitiva) Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, (condannati in primo grado).

La messa in onda del servizio di Report aveva scaturito reazioni importanti, tra cui quella di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo ucciso anch’egli dalla mafia pochi mesi dopo la strage di Capaci, che aveva chiesto a chi avrebbe votato Colosimo in commissione “di avere la decenza di evitare di partecipare alle commemorazioni di quelle stragi”, e ovviamente della stessa associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna.

Cosa sono stati i Nuclei armati rivoluzionari 

I Nuclei armati rivoluzionari furono una organizzazione terroristica di estrema destra, nata nel 1978, nel pieno dei cosiddetti anni di piombo, dalla fuoriuscita di esponenti romani del Movimento sociale italiano che sostenevano la linea dura della lotta armata non solo contro la sinistra, ma direttamente contro lo Stato italiano. In pochi anni, oltre che della strage di Bologna, si resero responsabili di numerosi omicidi, tra cui quello del sostituto procuratore di Roma Mario Amato, nel 1980, per il quale è stato condannato lo stesso Ciavardini.

Pur dichiarandosi “spontaneisti“, non legati ad alcun altro gruppo eversivo, finirono per collaborare con diverse organizzazioni criminali legate ai territori, come la Banda della Magliana a Roma (attraverso il leader Massimo Carminati, che fu legato a entrambe le organizzazioni), la banda Turatello a Milano,  la Mala del Brenta in Veneto. Ma, secondo quanto ricostruito dai giudici nel processo che solamente un anno ha portato alla condanna all’ergastolo in primo grado per Paolo Bellini Nar avrebbero avuto anche stretti rapporti con la loggia massonica di P2 di Licio Gelli, anch’essa a tutti gli effetti una organizzazione criminale, che avrebbe depistato le indagini in quanto “mandante e finanziatore” della strage, che avrebbe rappresentato uno dei tanti tasselli messi dalla P2 per arrivare a rovesciare l’ordine costituito e promuovere una stretta autoritaria.

Cafiero De Raho e le voci delle associazioni

Durante la votazione in Commissione Antimafia, quasi tutti membri dell’opposizione sono usciti dall’aula e non hanno partecipato al voto, salvo poi rientrare per votare i vicepresidenti, tra i quali è stato eletto Federico Cafiero de Raho, che fu procuratore nazionale antimafia dal novembre 2017 al febbraio 2022. Lo stesso Cafiero De Raho ha poi spiegato uscendo dall’aula “abbiamo aderito alla voce delle associazioni dei familiari, condividendo pienamente il loro sentire”. Ora però “dobbiamo portare avanti un progetto importante, quello di diradare le nebbie sul passato ma anche sull’attualità, su come le mafie vincono gli appalti, su come il Pnnr può essere sviato”. A proposito delle voci delle associazioni: il più duro di tutto è stato Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione delle vittime della strage di Bologna, che in una intervista a La Repubblica si è lasciato andare: “Tanto valeva mettere alla presidenza della Commissione Antimafia direttamente Matteo Messina Denaro”.

Ma anche gli attivisti di Libera contro le mafie, l’associazione di Don Luigi Ciotti, in una nota si dicono “contrariati per una nomina sul quale si profilano ambiguità e ombre capaci di minare la credibilità e la fiducia assoluta di cui deve godere. La vera lotta non ha bisogno di compromessi o patteggiamenti politici ma di scelte chiare, coerenti, credibili e radicali contro la corruzione, le forme di illegalità e le mafie per leggere ciò che sta avvenendo sui territori e avanzi accanto alla denuncia delle proposte utili a liberare il Paese dalla morsa degli interessi criminali e dalle troppe connivenze di cui godono.

La replica della neo-presidente 

Chiara Colosimo ha tenuto a smentire subito tutte le voci di una sua amicizia con Ciavardini: “Non ho nessuna amicizie, ho espletato nelle mie funzioni di consigliere regionale quello che mi era concesso e quello che era dovuto: incontrare persone che sono state o sono detenute. Conosco Ciavardini esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altra appartenenza politica perché lui è in una associazione che si occupa come da articolo 27 della Costituzione del reinserimento dei detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene”.

La presidente della Commissione Antimafia si riferisce al Gruppo Idee, una associazione che si occupa del recupero e del reinserimento dei detenuti all’interno di vari istituti penitenziari, in particolare quello romano di Rebibbia, con interventi quali corsi di formazione in vari settori lavorativi, eventi culturali e sportivi, concorsi artistici-letterari e convegni riguardanti temi di stretta attualità: Gruppo Idee è stato fondato nel 2007 proprio all’interno del carcere di Rebibbia su iniziativa di Ciavardini.

 

 

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