Una mostra-spettacolo per perdersi nel blu di Marc Chagall, il pittore bielorusso naturalizzato francese che incanta con le sue figure fluttuanti e sognanti. Al Museo della Permanente a Milano.
Antonello da Messina, alla scoperta dei pochi capolavori rimasti, la mostra a Milano
In mostra a Palazzo Reale a Milano molti dei pochi capolavori rimasti dell’artista siciliano, che raccontano la capacità di introspezione attraverso mirabili ritratti. Antonello da Messina, maestro del Quattrocento italiano, moderno ancora oggi.
La attendevano in molti questa mostra dedicata ad Antonello da Messina, perché è l’occasione di ammirare in un’unica sede espositiva ben 19 delle 35 opere del pittore siciliano. A Palazzo Reale di Milano le pennellate introspettive e i colori puri e vividi di un artista capace di emozionare ancora oggi grazie ai suoi sguardi, dipinti con realismo assoluto. Poche incredibili tavole per grandi attimi d’arte. Fino al 2 giugno 2019.
Le tavole di Antonello da Messina arrivano a Milano da tutto il mondo
Ogni sala custodisce pochissime tavole – sì perché Antonello dipingeva quasi esclusivamente su tavole in legno e non su tela – che vengono analizzate e raccontate con cura grazie a sette taccuini e diversi fogli sciolti con annotazioni e disegni di Giovan Battista Cavalcaselle, appassionato e studioso della storia dell’arte grazie al quale oggi possiamo dedurre e conoscere molto del pittore siciliano. Ci sono opere note e quasi iconiche, come l’Annunciata, che arriva da Palazzo Abatellis, o il San Girolamo nello studio, giunto dalla National Gallery di Londra, ma anche piccole tavole meno note che vi stupiranno per la capacità di comunicare in così poche pennellate devozione e maestria. È il caso ad esempio di Cristo in pietà (recto) Madonna con il Bambino e Santo Francescano in adorazione (verso): una tavoletta di 15 centimetri per 10 che in mostra si presenta dalla parte della scena della Madonna nascondendo però dall’altro lato un Cristo mirabile. Si tratta di uno dei primi lavori di Antonello, solo più di recente attribuitogli, che rappresenta la tendenza di quegli anni di produrre tavolette che poi venivano poste su altari ed esposte durante le processioni. Proprio per questo ora sono giunte a noi consunte, rovinate, perché “vittime” della devozione dei fedeli che le baciavano e toccavano per venerare chi vi era riprodotto. Una testimonianza quindi non solo artistica, ma anche della religiosità del tempo. Ed è un fil rouge di questa esposizione: parlare di Antonello, della sua arte ma anche del tempo, delle influenze della pittura veneta, di quella delle Fiandre, ma allo stesso tempo, della grandezza e unicità di un pittore solo nostro, che ha saputo rendere al meglio e solo suo ciò che aveva per anni visto nelle opere di altri grandi maestri.
Gli sguardi nei volti dipinti da Antonello da Messina
Insieme ai colori, delle vesti, degli sfondi e dell’incarnato, ciò che colpisce nei ritratti di Antonello da Messina è certamente lo sguardo di chi viene dipinto: questi uomini e queste donne sembrano parlarci di sé, solo con pochissimi accorgimenti. Una smorfia della bocca, la direzione dello sguardo, l’atmosfera generale che ne deriva. A questo proposito, lo storico dell’arte Claudio Strinati scrisse: “In questo senso, si tratta di uno stile che trasforma gli elementi della fisionomia in geometria, che immobilizza un’immagine che in realtà è mobilissima perché piena di vita, di evidenza; che non risparmia la descrizione di piccoli dettagli, perfino di difetti della fisionomia, li riproduce per come sono stati veramente, e nello stesso tempo li alza a un livello di perfezione formale che rende bello ciò che in natura probabilmente non è tale.” E ancora sulla maestria di Antonello nel dipingere ritratti: “..questo deriva dall’incontro di due tradizioni: quella che scende dal Nord, quella fiamminga, fatta di acume, di minuzia, di capacità di vedere le cose della realtà anche minime, e di raffigurarle; e quella, invece, che viene proprio dall’Italia, e cioè la capacità di pensare in grande, di vedere la sintesi delle cose e di trarre dalle apparenze molteplici della realtà, un’idea centrale, il nocciolo della questione.”
Tra occhiate beffarde, presuntuose o invece benevole, materne e colme di calma, questa mostra è capace di dare luce a un pittore di grande bravura tecnica ma anche di sensibilità e introspezione degni dei giorni nostri. Imperdibile per chi desidera avere uno sguardo completo sull’arte.
Leggi anche: Le più belle mostre d’arte del 2019: il calendario degli appuntamenti imperdibili in Italia e all’estero
La mostra prodotta da MondoMostre Skira è aperta a Palazzo Reale di Milano fino al 2 giugno 2019 con i seguenti orari: lunedì dalle 14:30 alle 19:30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 9:30 alle 19:30; giovedì e sabato dalle 9:30 alle 22:30. Il biglietto costa 14 euro e il bel catalogo Skira – ottimo regalo per gli appassionati d’arte – 34 euro.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il 29 settembre, giorno di nascita dell’artista, inaugurerà a Palazzo Reale di Milano l’attesa mostra “Dentro Caravaggio”. Il pittore torna a “casa” con 18 splendide opere.
Forse una delle mostre più attese del 2018: oltre 100 opere di Frida Kahlo a Milano raccontano al Mudec il suo rapporto con la natura e la sua terra. Il ritratto di un’artista che è diventata un mito.
Mentre il Premio Cairo tende sempre di più verso la neutralità climatica, l’opera vincitrice esprime tutte le preoccupazioni di una generazione.
In occasione della mostra al Mudec di Milano, vi raccontiamo vita e opere di Niki de Saint Phalle, la “donna artista famosa” per le sue Nanas.
Otto grandi mostre in giro per l’Italia, ma non solo, per un autunno all’insegna dell’arte in ogni sua forma: pittura, scultura e performance.
L’umanità tutta, scandagliata grazie alla fotografia, etica è in mostra a Lodi dal 28 settembre per un mese intero. Per avere a fuoco la realtà.
Un mare in tempesta fomentato da tuoni e fulmini si abbatte sulla riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro, in Basilicata. Questa è la scenografia rappresentata nella foto vincitrice del primo premio Mother Earth day della 15esima edizione del prestigioso concorso Obiettivo Terra. Brigida Viggiano, la fotografa che si è occupata di immortalare questo scatto, ha
Shepard Fairey in arte Obey, realizza un murales a Milano inaugura la sua prima mostra personale in Italia.