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Nel primo discorso da segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres lancia al mondo un messaggio di speranza: “Servono dialogo e compassione”.
“In questa prima giornata alla testa delle Nazioni Unite, c’è un pensiero che pesa sul mio cuore: come riuscire ad aiutare i milioni di esseri umani che sono in questo momento afflitti dalle guerre”. Il primo discorso ufficiale di Antonio Guterres, che da ieri ha preso il posto di Ban Ki-moon in qualità di segretario generale dell’Onu, ha fornito alcune importanti indicazioni in merito agli orientamenti che contraddistingueranno il suo mandato: “Già a partire da oggi – ha spiegato – chiedo a tutti voi di lavorare al mio fianco: impegniamoci affinché la pace diventi la nostra priorità assoluta”.
Per il nuovo numero uno delle Nazioni Unite, infatti, “tutti i valori fondanti della nostra famiglia umana, ovvero la dignità, la speranza, il progresso e la prosperità, dipendono dalla pace”. Di qui la proposta di “fare del 2017 l’anno in cui noi tutti, cittadini, governi e dirigenti, avremo operato al fine di superare le nostre differenze”. Utilizzando “la solidarietà e la compassione nella nostra vita quotidiana”, assieme “al dialogo e al rispetto, quali che siano le distanze politiche”. Ciò con l’obiettivo di “far tacere le armi sui campi di battaglia” e di raggiungere “compromessi ai tavoli dei negoziati”.
Il primo discorso di Guterres, dunque, non ha tradito gli ideali che ne hanno contraddistinto l’intera carriera politica, fondata su una visione del mondo umanista e universale. Un “cattolicesimo di sinistra” che, d’altra parte, aveva marcato anche l’intervento pronunciato subito dopo l’elezione: il neo-segretario aveva affermato di voler combattere “populisti e terroristi”, nonché di voler “servire i più vulnerabili”, così come “le vittime di tutti i conflitti”.
Guterres prende il posto di segretario generale dell’Onu in un momento particolarmente delicato a livello internazionale. Dalla guerra in Siria e Iraq alla crisi dei rifugiati, fino alle tensioni crescenti tra gli Stati Uniti e la Russia. Senza dimenticare l’insorgenza dei nazionalismi in Europa, i conflitti ancora aperti in Africa, la crisi economica che ancora morde in numerose nazioni e l’escalation del terrorismo.
Difficoltà che tuttavia Guterres conosce particolarmente bene, essendo stato dal 2005 al 2015 alla testa dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), battendosi per i diritti dei milioni di migranti e richiedenti asilo, conseguenza in particolare della crisi in Siria. Anche per questo, ha concluso il neo-segretario generale, “la pace deve essere il nostro obiettivo e la nostra guida”.
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