Conosciamo bene i vantaggi del biologico e del commercio equo. Quali garanzie possiamo avere in più se scegliamo prodotti che racchiudono in sé i valori di entrambi? Ne parliamo con Alce Nero e Fairtrade Italia.
Antonio Iovene e il “TransFair”
Cos’è TransFair e quali motivi ti hanno spinto a presentare una mozione per spingere il governo a sostenere il settore? È il marchio di garanzia internazionale collegato al Fairtrade Labelling Organisation International (Flo) per il commercio equo e solidale. Mi è sembrato utile e importante, diventato senatore, prendere i temi di Transfair e portarli all’attenzione
Cos’è TransFair e quali motivi ti hanno spinto a
presentare una mozione per spingere il governo a sostenere il
settore?
È il marchio di garanzia internazionale collegato al
Fairtrade Labelling Organisation International (Flo) per il
commercio equo e solidale. Mi è sembrato utile e importante,
diventato senatore, prendere i temi di Transfair e portarli
all’attenzione del Parlamento. La realtà del commercio equo
è presente in Italia da 20 anni. È cresciuta in
maniera significativa nel paese reale, ma sembrava quasi invisibile
nel paese legale, istituzionale. La mozione approvata dal Senato a
febbraio ha portato alla luce l’esistenza di questa realtà
importante e la necessità che questa debba essere
sostenuta.
Cosa significa “equo e solidale”?
Prendiamo un prodotto, per esempio il caffé: si trova in
tutte le case degli italiani, vi siamo affezionati. Il caffè
è la terza merce scambiata nel mondo dopo petrolio e
acciaio, con una sua organizzazione, l’Organizzazione
internazionale del caffè (Oic), ed una Borsa internazionale.
Il prezzo del caffè e crollato negli ultimi anni. Senza
vantaggi per noi. La moka al supermercato, la tazzina al bar hanno
un prezzo invariato, se non aumentato.
C’è una crisi da sovrapproduzione, anche per l’ingresso di
nuovi paesi produttori, come il Vietnam. Il mercato mondiale del
caffè è nelle mani di quattro grandi multinazionali.
E questa concentrazione, secondo i dati della Banca Mondiale,
è una delle cause che ha fatto scendere il costo del chicco
grezzo dell’80% lasciando nelle mani dei coltivatori solo il 7% del
prezzo finale di un etto di caffè lavorato. Come far fronte
a questa situazione? Una strada concreta è il commercio equo
e solidale, che grazie alle sue linee-guida protegge i piccoli
produttori.
Quali sono queste linee guida?
Un prezzo minimo garantito: oggi il prezzo corrisposto ai contadini
dalle multinazionali spesso è inferiore al costo reale della
produzione. Tutte le organizzazioni del commercio equo sono
impegnate a pagare un prezzo minimo superiore al prezzo di mercato.
Quando la Borsa del caffè va giù, vale l’impegno a
pagare comunque il prezzo minimo. Quando va su, c’è un
premio. Con una percentuale del prezzo per le coltivazioni
biologiche si incentivano le produzioni biologiche e la costruzione
di progetti sociali educativi e sanitari nelle comunità dove
vengono realizzate.
Poi, le organizzazioni si impegnano in contratti di lunga scadenza.
Ciò significa che i piccoli contadini non si troveranno mai
all’improvviso spiazzati, ma possono programmare la loro crescita.
Una parte è pagata in anticipo, e perciò il contadino
non ricorre al credito, né all’usura…
Le confezioni del commercio equo e solidale di cacao,
caffè, ma anche di noci, confetture, riportano sulla
confezione il nome, il Paese, la storia e le vicende delle
cooperative dei produttori locali da dove deriva questa
idea?
Un’idea fondamentale, perché alla radice di ogni prodotto
c’è la trasparenza: dalle origini al prezzo. Di
tracciabilità oggi si parla molto. Nel commercio equo da
sempre, la tracciabilità qualitativa è anche…
tracciabilità sociale, un modo per ritrovare l’origine dei
prodotti nei contesti culturali da cui provengono.
Cos’è la gratificazione?
Nel periodo in cui sono stato presidente di Transfair ho incontrato
molti produttori che mi raccontavano come sono usciti dal ricatto
della povertà grazie all’equo e solidale. Il personale
successo sta nell’essere riuscito ad affermare che i prodotti
equosolidali potevano uscire da una logica di nicchia, potevano
arrivare al grande pubblico attraverso la rete dei supermarket. La
prima campagna pubblicitaria aveva uno slogan ideato da
pubblicitari che hanno gratuitamente prestato la creatività
e la produzione, che resta un manifesto ideale: “Il nostro
caffè fa passare la fame”.
In che modo i consumatori possono cambiare il mercato?
L’elemento forte sta nel fatto che aiutare i piccoli contadini del
Sud del mondo con il commercio equo, richiede un impegno minimo da
parte del consumatore. Deve solo modificare la sua scelta. Non
rinunciare a qualcosa, dare fondi. Solo acquistare un prodotto,
caffè, cioccolato, miele, succhi di frutta. Una scelta
più ricca, per dare una chance anche ai più
poveri.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Quali sono i vantaggi per produttori e consumatori nell’unione tra agricoltura biologica e Fairtrade? Ne abbiamo parlato a una tavola rotonda organizzata da Alce Nero che si è tenuto il 14 dicembre a Milano.
La storia delle spezie, un viaggio per il mondo tra deserti, mari, soprusi e profumi. Dal commercio in Estremo Oriente alla nouvelle cuisine.
Dopo più di un mese di stop ci siamo rimessi in viaggio, non senza problemi. Alberta ha una forte tendinite, mentre io mi son ritrovato una spina di pruno nella gamba che mi ha causato una dolorosa ferita. Ora però va meglio. Prima di partire da Chiloé abbiamo visto con i nostri occhi
Momento saliente dell’evento del 19 ottobre organizzato dalla Fondazione Girolomoni è stata la presentazione del libro “Tullia dove sei?” (2013, edito da Libreria editrice fiorentina), un diario in forma di pensieri, ricordi e preghiere scritto da Gino per amore e riconoscenza nei confronti della persona con la quale ha condiviso una vita e costruito un
L’Italia vanta alcune delle realtà più importanti e apprezzate, anche a livello mondiale, nella produzione di cibi biologici. Fra questi il gruppo Alce Nero & Mielizia: mille soci e oltre trent’anni di impegno nel produrre cibi buoni, puliti e giusti. Impresa di agricoltori biologici, apicoltori e produttori fairtrade, Alce Nero & Mielizia SpA è presente
Mentre sui consumi convenzionali grava il peso della crisi, i prodotti bio continuano a collezionare successi: nel 2011 infatti il settore ha segnato un +13%, a fronte di un -2% dell’alimentare “tradizionale”. Uscito ormai dalle mura domestiche, il biologico ha conquistato la ristorazione e le scuole. Nel corso del 2011 sono cresciuti i ristoranti con
Il settore del biologico non conosce crisi, anzi sta vivendo un vero e proprio boom. In Italia i consumi bio sono cresciuti dell’11,6 per cento nel 2010 e del 13 per cento nei primi sei mesi del 2011. Il valore economico in Europa è pari a 18 miliardi di euro l’anno, dei quali quasi 3
C’è un’agricoltura di piccola scala, quasi invisibile per i grandi numeri dell’economia, ma che produce la maggior parte del cibo di cui ci nutriamo. Un’agricoltura indispensabile per mantenere fertile la terra, per tutelare la diversità di paesaggi, piante e animali, per conservare i saperi, le tecniche e i prodotti locali. Per difendere questo tipo