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I nuovi progetti di Antony and the Johnsons
Antony è un fiume in piena. Il suo ultimo album, Swanlights del 2010, non era un semplice disco, ma un vero e proprio progetto in cui la musica ne costituiva solo una parte: era uno dei tanti linguaggi, ben inserito fra i numerosi scritti, fotografie e altre opere visuali realizzate dall’artista newyorkese. La ricerca di
Antony è un fiume in piena. Il suo ultimo album,
Swanlights del 2010, non era un semplice disco, ma
un vero e proprio progetto in cui la musica ne costituiva solo una
parte: era uno dei tanti linguaggi, ben inserito fra i numerosi
scritti, fotografie e altre opere visuali realizzate dall’artista
newyorkese.
La ricerca di Hegarty, però, non si ferma. L’ 11 novembre,
infatti, è stato proiettato al Copenhagen International
Documentary Film Festival il film Turning
(work-in-progress) realizzato da Antony and the Johnsons e
dal regista Charles
Atlas.
Il film documenta il tour europeo a cui i due artisti hanno
collaborato nel 2006. Il progetto, acclamato dalla critica,
combinava la drammaticità della musica travolgente ed
emozionante di Antony con l’arte visuale originale, colorata e, per
così dire, “anni ottanta” di Charles Atlas.
La performance prevedeva un’orchestrazione essenziale ma
estremamente coinvolgente: un trio d’archi, piano, basso e
percussioni, accompagnati dalle evocative melodie vocali di Antony
e dalle immagini di 13 bellezze newyorkesi i cui ritratti, intimi e
ipnotici, venivano catturati da Atlas mentre si avvicendano sul
palco, per essere elaborati e proiettati sulla scena in tempo
reale.
L’altro evento degno di nota è quello che il 26
gennaio vedrà Antony and the Johnsons protagonista
di una performance-evento unica al Radio City Hall
di New York. La serata prenderà il nome di
Swanlights ed è stata commissionata
all’artista dal MoMA (il museo di arte
moderna di New York). Antony verrà accompagnato da
un’orchestra di 60 elementi e in questa occasione proporrà
pezzi tratti da tutti i suoi quattro album, riarrangiati da
Nico
Muhly, Rob Moose e Maxim
Moston.
Allo spettacolo, che è stato concepito come una meditazione
su luce, natura e femminino
(concetto caro a Antony) contribuiranno anche il light artist
Chris Levine per gli effetti visivi e il direttore
del MoMA, Klaus Biesenbach.
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