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Apple taglia i rapporti con i fornitori non sostenibili
Secondo un nuovo rapporto emesso dalla stessa società Apple avrebbe interrotto la collaborazione con 18 fornitori che hanno violato il codice di sostenibilità.
Tra le grandi aziende dell’informatica Apple è quella che ha cercato di integrare la sostenibilità nelle proprie politiche aziendali con maggior efficacia. Tra le iniziative concrete intraprese dalla casa di Cupertino ci sono l’impiego di energie da fonti rinnovabili e programmi per il risparmio energetico. Ora Apple sta cercando di rendere sostenibile l’intera filiera produttiva, a partire dai fornitori.
Dal Supplier Responsibility 2015 Progress Report realizzato dall’azienda emerge che alcuni fornitori sono in stato di “libertà vigilata” per aver violato alcune norme, come l’impiego di lavoro minorile, falsa documentazione, o aver provocato impatti ambientali significativi.
Nel caso si tratti della prima infrazione i fornitori rimangono in attesa di giudizio fino al completamento della prossima revisione, in caso negativo, o se Apple ritiene che il fornitore non è realmente impegnato a cambiare, la collaborazione termina.
Il rapporto sostiene che nel 2014 i controlli sono stati effettuati presso 633 impianti, l’85 per cento di essi ha rispettato le politiche contro il lavoro forzato, il 95 per cento non ha fatto ricorso al lavoro minorile e il 92 per cento ha rispettato i corretti orari di lavoro. Complessivamente l’81 per cento degli stabilimenti è risultato conforme con le politiche del lavoro e i diritti umani.
Secondo il rapporto durante l’indagine sono emersi 12 casi di lavoro minorile, Apple sarebbe intervenuta imponendo il ritorno dei giovani lavoratori a scuola e finanziandone l’istruzione. 24 strutture si sono rese colpevoli di discriminazione verso donne incinte mentre 20 impianti effettuavano test medici come pre-condizione per l’assunzione. l rapporto dice che tutti i trasgressori sono stati intimati a cessare immediatamente le pratiche discriminatorie.
Il rapporto dello scorso anno era incentrato sull’utilizzo dei cosiddetti minerali da conflitto, cioè provenienti da aree caratterizzate da forte instabilità politica e sociale, Apple si era impegnata a ricorrere esclusivamente a fornitori certificati nel tentativo di eliminare l’uso di tali minerali.
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