Dopo un lunghissimo negoziato, durato 15 anni, i governi di tutto il mondo si sono accordati su un Trattato per la protezione dell’alto mare.
Si tratta della superficie dei mari che non è sottoposta ad alcuna giurisdizione.
Per numerosi osservatori si tratta di una svolta storica.
Dopo più di quindici anni di discussioni, rinvii e negoziati, i paesi membri delle Nazioni Unitehanno raggiunto un’intesa per l’adozione di un trattato per la protezione dell’alto mare. L’accordo è arrivato sabato 4 marzo e rappresenta una svolta storica: si tratta del primo documento che punta a proteggere tali porzioni degli oceani, al fine di proteggerli dalle numerose minacce che pesano sulla salvaguardia di ecosistemi vitali per la biodiversità e, di conseguenza, anche per l’intera umanità.
Today we salute our negotiators for their years of tireless work and unshakable commitment. 🫡🙌🏽 Finally, we have a landmark clean text agreement that transforms the way the world manages and protects our high seas! #BBNJ#SpecialConsiderationsOfSIDS#IslandsLeadpic.twitter.com/f6Atv7iaOa
L’alto mare copre circa la metà della superficie della Terra
A lungo, infatti, l’alto mare è stato ignorato nell’ambito degli sforzi per la protezione della natura. Eppure, esso rappresenta all’incirca la metà della superficie del Pianeta. E soprattutto assorbe una porzione gigantesca delle emissioni di CO2 prodotte dalle attività umane, contribuendo in modo decisivo a limitare il riscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici. Si tratta delle zone situate al di là delle “zone economiche esclusive” delle nazioni, che possono estendersi al massimo a 370 chilometri dalle coste.
La difficoltà è stata dunque legata anche al fatto che non si tratta di acque territoriali né, appunto, soggette ad un’esclusività dal punto di vista economico. Luoghi, in altre parole, non sottoposti alla giurisdizione di alcuno stato.
Despite harrowing negotiation sessions, our SIDS powered through to the very end, with amazing solidarity across all the regions, supporting @AOSISChair in securing full recognition of the special circumstances of SIDS in the principles and objectives section of the treaty#BBNJpic.twitter.com/4oXox2IXg2
15 anni di discussioni e quattro di negoziati formali
Le trattative si sono svolte presso la sede delle Nazioni Unite a New York e si sono concluse, dopo due settimane di lavori, con un lungo applauso da parte dei delegati. Per loro, il raggiungimento dell’accordo rappresenta la fine di un lungo lavoro: i negoziati formali sotto l’egida dell’Onu, che hanno seguito i colloqui tra le nazioni, sono durati quattro anni. Ed erano state già organizzate altre due sessioni considerate “conclusive”, ma al termine delle quali non era stata raggiunta un’intesa.
Nonostante quest’ultima, in ogni caso, ora il testo dovrà essere adottato in maniera formale. Ciò avverrà dopo che i servizi giuridici delle Nazioni Unite avranno analizzato il documento, e dopo che lo stesso sarà stato tradotto nelle sei lingue ufficiali dell’Onu. In ogni caso, il trattato sulla protezione dell’alto mare non potrà più essere modificato in modo sostanziale, ha assicurato la presidente della conferenza che l’ha approvato, Rena Lee.
António Guterres, Onu: “Vittoria del multilateralismo”
Il contenuto esatto del testo non è stato ancora pubblicato, ma da più parti è stato sottolineato come esso sarà fondamentale per rendere operativo il principio che punta a rendere area protetta il 30 per cento della superficie degli oceani di tutto il mondo, entro il 2030.
I'm extremely encouraged that countries have agreed on the UN legally binding instrument to ensure the conservation and sustainable use of marine biological diversity of areas beyond national jurisdiction.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha parlato di “vittoria del multilateralismo e degli sforzi mondiali per contrastare le pratiche distruttrici che minacciano la salute degli oceani, oggi e per le generazioni a venire”.
HISTORIC BLUE DEAL !⁰⁰The #BBNJ Treaty on the High Seas is done! ⁰⁰After many years of intense work under EU leadership, countries agree on ambitious actions for #OurOcean.
— Virginijus Sinkevičius (@VSinkevicius) March 5, 2023
Secondo Laura Meller, attivista di Greenpeace Nordic, si tratta di “un giorno storico per la tutela dell’alto mare. Il segno che, in un mondo diviso, la protezione della natura e delle persone può trionfare sulla geopolitica”. Di “momento storico” ha infine parlato anche il commissario europeo all’Ambiente Virginijus Sinkevicius.
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