È una Spagna meno conosciuta quella del nord, che per questo può sorprendere. Andiamo in Aragona partendo dalla bella Saragozza: un breve tour a tre tappe.
È una regione dalla natura sorprendente l’Aragona:vanta circa il 40 per cento del proprio territorio protetto, parchi naturali, riserve, monumenti nazionali. Un patrimonio che ne fa una meta perfetta per chi desidera vivere a stretto contatto con l’ambiente e andare alla scoperta di una comunità autonoma ancora molto autentica e ricca di tradizioni. Vi proponiamo un tour tra alcune delle località più significative di questa porzione del nord-est della Spagna, di cui Saragozza è solo una delle perle da visitare.
Aragona significa natura
È questa la grande attrazione della regione a nord-est della Spagna: la natura. La varietà degli ecosistemi in Aragona hanno favorito la creazione e quindi l’esistenza di paesaggi differenti, di bellezza sorprendente. Si va dall’alta montagna alle valli dei torrenti, passando per le sierras agresti e le vaste steppe. Impossibile non citare i Pirenei, specie quelli nella porzione aragonese, che sono un simbolo di diversità naturale in tutta la Spagna e rappresentano la regione più ricca di spazi protetti, per l’importanza della sua fauna e della sua flora. Le montagne prepirenaiche invece costituiscono una zona di transizione fra i Pirenei e la valle dell’Ebro: una terra di contrasti per quanto riguarda il clima. Qui tra le meraviglie imperdibili abbiamo i Mallos de Riglos: grandi formazioni geologiche di pietra rossastra che raggiungono un’altezza di 300 metri. Questi giganteschi blocchi di pietra possono essere visti mentre si cammina per le strade del villaggio di Riglos, un borgo di circa 200 persone che da molte testate straniere è stato definito come uno dei più belli al mondo. E poi il territorio di Teruel, molto vicino ad Albarracín che abbiamo visitato, che pur non vantanddo grandi alture, regala paesaggi dal fascino unico; e quello di Saragozza che offre, a pochi chilometri dalla città, parchi naturali, come quello del Moncayo e incredibili “espressioni naturali” come gli Aguarales di Valpalmas creati dall’azione dell’acqua della pioggia sull’argilla per milioni di anni.
Tra le alture dei Pireni, le acque dell’Ebro, il deserto e la scenografica terra rossa, le nostre tappe per un break all’insegna di panorami dai forti contrasti.
𝗟𝗮𝘀 𝗵𝗮𝗱𝗮𝘀 𝘁𝗶𝗲𝗻𝗲𝗻 𝗰𝗮𝘀𝗮𝘀 𝗰𝗼𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲𝘀 𝗰𝗵𝗶𝗺𝗲𝗻𝗲𝗮𝘀 🧚♀️A dos kilómetros de Valpalmas encontrarás un paisaje de formaciones…
Forse è meglio di come ce la si aspetta Saragozza. Alcuni scorci e panorami sono davvero indimenticabili: se già la sua piazza principale risulta splendida in ogni momento del giorno, vantando due dei più bei monumenti della città – la Basilica del Pilar e la Seo – al tramonto, vista dal Puente de piedra (il più antico datato 1400) è davvero uno spettacolo incredibile. Il cielo qui è spesso terso e dunque la luce magnifica e le cupole della Basilica si riflettono nell’Ebro creando un’atmosfera unica. Questa è certamente una delle esperienze da fare nel capoluogo dell’Aragona, nonché quinta città spagnola (o quarta, si dibatte sui numeri) per numero di abitanti (circa 700mila).
Alcuni dei tesori più preziosi sono conservati proprio all’interno delle due cattedrali, sì, perché Saragozza per molti abitanti ne ha ancora due come un tempo: quella ufficiale però è la Virgen, ossia il Pilar che qui tutti chiamano solo così. All’interno tra i capolavori assoluti c’è sicuramente la cupola affrescata da Goya, considerato l’artista degli artisti specie qui a Saragozza, anche se il pittore è nato a qualche chilometro da qui. Da lasciare incantati è anche il retablo del 1500 dietro l’altare maggiore, un’opera di altissimo artigianato in alabastro che è superata solo da quello che ammirerete alla Seo che, solo vista dall’esterno, può sembrare meno pregevole, ma non lo è.
Imperdibile è anche il Museo Goya che ospita non solo i dipinti ma anche una serie di acqueforti pregevolissime e meno note che rendono evidente la maestria di Francisco José de Goya y Lucientes. Altra tappa più decentrata è il Palacio de la Aljafería, una felice mezcla, come si dice qui, tra un castello e un edificio nobiliare islamico del XI secolo. Poi c’è la faccia moderna di Saragozza, quella mutata dopo l’Expo del 2008, il cui simbolo potrebbe essere il ponte opera di Zaha Hadid che collega la riva destra del fiume con il sito dell’esposizione universale.
Qui è piacevole arrivare in bici e godersi il parco per poi decidere se si ama di più il casco viejo, il nucleo storico della città, o questa sua estensione più recente. Sono molte altre le piccole grandi sorprese che può regalare Zaragoza: i suoi antichi resti romani, il Tubo con la sua vita notturna e la voglia di tapear, il Museo Pablo Gargallo per scoprire lo scultore che per primo sperimentò il vuoto in questa forma d’arte. Il consiglio è quello di concedere a questa località molto più di un giorno, perché lo merita.
È paradisiaco il Monastero de piedra. È certamente quel che si pensa visitandolo, specie nelle torride estati spagnole o in periodi di sequería (siccità) purtroppo sempre più frequenti. Si tratta di un parco a pagamento a sud ovest del capoluogo di regione (il biglietto non è proprio a buon mercato, 17 euro) raggiungibile da Saragozza con un pullman in circa 2 ore (il bus parte solitamente alle 9:00 dalla stazione Delicias e vi riporta indietro alle 17:00, costo 10 euro a tratta) che offre natura, arte e relax. La natura è la più rigogliosa che si possa immaginare: un susseguirsi di cascate, alcune molto scenografiche, corsi d’acqua, laghetti, torrenti, grotte, cime da scalare. Tutto appare ancor più incredibile se siete arrivati qui da Saragozza e avete prestato attenzione al territorio e al paesaggio, per lo più arido.
Il percorso all’interno del parco è obbligato e in questo modo non rischiate di perdervi nulla: dalle grotte uscirete anche un po’ inzuppati ma felici per la magnificenza dei panorami visti. Non è solo la quantità d’acqua a meravigliare, ma il contrasto con la terra e roccia rossa in cui questa oasi si trova. L’esperienza però non è finita se non si visita il monastero che si chiama de piedra perché Piedra è il nome del torrente che scorre qui. Ciò che rimane di questo monastero cistercense del 1100 circa è affascinante e ci dà l’idea di quanto bello doveva essere al culmine del suo splendore: rimangono ancora tracce delle sculture e degli affreschi pregevoli e la struttura sembra ora un set per spettacoli senza volerlo. Attiguo al chiostro, in locali ben conservati, c’è anche un Museo del vino e tracce dell’antica trasformazione del cioccolato a cui si dedicavano tempi addietro (a Saragozza, e in tutta la regione dell’Aragona, la tradizione e lavorazione del cioccolato, infatti, è molto importante). In un tour della regione, questa è una tappa imprescindibile, sia per la bellezza del monastero che per il generale benessere che regala una passeggiata all’interno del parco.
Albarracín, piccolo gioiello tra le mura
Albarracín non è semplice da raggiungere se, come noi, vi spostate con i mezzi pubblici, ma vale la pena faticare un po’ per visitarla. Prendendo sempre come punto di partenza Saragozza dovete prima arrivare a Teruel (in treno o bus) e poi continuare da lì con un altro pullman. L’alternativa è rivolgersi all’Ufficio turismo che organizza, grazie a realtà esterne, dei minibus e delle viste guidate in questa località. Occorre mettere in conto oltre 2 ore di viaggio, siamo infatti molto a sud di Saragozza. Giunti qui sarà come aver fatto una sorta di viaggio nel tempo: sembra di essere nel Medioevo passeggiando negli stretti vicoli con le case rossastre e una generale atmosfera d’altri tempi.
Molto del fascino è merito del paesaggio circostante: il borgo infatti — uno dei pueblos mas bonitos de España — si trova in una posizione magnifica tra le montagne rocciose e diversi corsi d’acqua, circondato da possenti mura ben conservate e fortemente scenografiche. È un luogo di contrasti, cromatici, forti: il blu del cielo e il rosso del terreno soprattutto ma anche di velocità. Ad Albarracín infatti si va lentamente, si cammina, si sale guardandosi attorno e si ammira tutto con attenzione. Appena arrivati andate nella pizza del municipio ed affacciatevi dalla terrazza sulle montagne. Ciò che vedrete è molto simbolico del territorio in cui vi trovate, l’antica terra di Aragona.
Se parteciperete a una visita guidata, termina solitamente in una storica casa museo che ben rappresenta la vita d’un tempo e potrete ascoltare in prima persona l’orgoglioso campanilismo degli abitanti che si dedicano con passione a mantenere vivo il paese.
Quando l’arte trova “casa” nel paesaggio, possono nascere luoghi di racconto che vanno al di là delle opere stesse. Il risultato è spesso sorprendente.