Grazie al progetto didattico del Gruppo Prada e Ioc-Unesco, tra creatività e osservazioni naturalistiche.
L’Area marina protetta delle Isole Egadi, uno scrigno di biodiversità
Le aree marine protette sono un patrimonio naturale e un laboratorio di innovazione per lo sviluppo sostenibile. Con Ocean Words andiamo alle Egadi per conoscere la più grande d’Europa.
In Italia abbiamo tra le mani un inestimabile patrimonio ambientale, delicato e di una bellezza estrema: l’area marina protetta delle isole Egadi. Si tratta della riserva marina più estesa del Mediterraneo che si allunga per 53.992 ettari a ridosso della Sicilia nei pressi della costa nord-orientale. Ne fanno parte le isole dell’arcipelago delle Egadi di cui la maggiore e la più nota è sicuramente Favignana ma a pochi chilometri da questa troviamo Levanzo, Marettimo e gli isolotti di Formica e Maraone. Siamo immersi in un paesaggio che rappresenta uno scrigno per l’elevatissima biodiversità che racchiude.
Proprio per la difesa della ricchezza biologica di questo ambiente, nel 1991 nasce l’Area marina protetta delle Egadi che va a salvaguardare le risorse marine in un’ottica di sviluppo sostenibile. In queste acque infatti si estende la prateria di Posidonia oceanica più estesa del Mediterraneo (12.536 ettari) considerata il polmone dei nostri mari. Riveste un ruolo fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema perché oltre a produrre ossigeno e assorbire CO2, contribuisce a mitigare l’erosione costiera e funge da area di nursery sottomarina per i giovanili di centinaia di specie di organismi.
Da questa prima panoramica risulta evidente la varietà degli habitat e quindi il livello di biodiversità. Basti pensare che tra le specie protette presenti troviamo la rarissima foca monaca – avvistata nel corso degli ultimi anni e considerata già estinta nel nostro paese – o le tartarughe marine Caretta caretta.
Cosa sono le aree marine protette
L’Area marina protetta è definita come una zona circoscritta di pregio ambientale e paesaggistico all’interno della quale vige una normativa specifica che va a proteggere gli habitat, i luoghi e le specie presenti regolando le attività consentite. In Italia se ne contano ventinove (a cui si aggiungono due parchi sommersi) istituite dal 1986 in poi con l’obiettivo di difendere queste aree dagli interessi speculativi che vanno a danneggiarle, dall’inquinamento e in particolare dalla pesca che viene limitata da regolamentazioni specifiche.
Le Amp hanno anche un ruolo chiave per la promozione della ricerca, dello studio e del ripopolamento dei mari oltre che per la divulgazione e il lavoro didattico ed educativo.
Da questo punto di vista l’Area marina protetta delle Egadi lavora in sinergia col territorio coinvolgendo nel monitoraggio anche gli abitanti e gli operatori locali per sensibilizzare l’intera popolazione sulle problematiche da affrontare. Come sottolinea il direttore dell’Amp Salvatore Livreri Console “le aree marine protette sono il più potente e innovativo sistema di gestione del mare. Non si occupano solo della conservazione dell’ambiente marino, questa sarebbe una visione riduttiva. Il nostro sogno è unire il futuro della natura con il futuro lavorativo dei nostri giovani sviluppando iniziative che vadano a sensibilizzarli e coinvolgerli”.
Il progetto Ocean Words di Rio Mare nell’Amp delle Egadi
L’impegno nei confronti dell’ecosistema marino è un elemento fondante della qualità responsabile di Rio Mare che porta avanti attività concrete per la salvaguardia delle risorse marine. Ne è un esempio nelle Egadi il supporto di numerose iniziative dell’Amp, come il sostegno dato al Centro di Recupero per tartarughe marine a Favignana o all’Osservatorio della Foca Monaca a Marettimo. Di recente il brand ha affidato a Ocean Words, l’instamagazine che racconta la storie del mare, il compito non solo di raccontare le sue attività per la tutela della biodiversità ma anche di promuovere azioni per la difesa dei mari come l’installazione del Seabin nel porto di Favignana. Come afferma Salvatore Livreri Console “le aree marine protette sono anche laboratori d’innovazione e sono dei luoghi per il dialogo tra privato e pubblico. Noi siamo felici della collaborazione con Rio Mare che ci ha permesso di proteggere diverse specie. Grazie a questo sostegno abbiamo inoltre installato i dissuasori per impedire la pesca a strascico e portato avanti i progetti dell’osservatorio della foca monaca e del centro di salvataggio e di recupero delle tartarughe marine che oggi è un vero e proprio ospedale veterinario pubblico”.
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