L’urbanizzazione sta cambiando il volto delle città, togliendo spazi verdi.
Eppure, secondo il Wwf, più natura in città salverebbe 43mila vite all’anno in Europa.
La proposta del 3-30-300 per rinaturalizzare gli agglomerati urbani.
L’urbanizzazione galoppante sta cambiando il volto delle città in tutto il mondo. Purtroppo, lo fa scapito della salute delle persone e dell’ambiente. Al punto che una maggiore presenza di aree verdi urbane potrebbe ridurre di 43mila il numero di decessi annui, contando tutti gli agglomerati urbani d’Europa. A individuare con precisione la numerica sulle vite risparmiate è il Wwf, in un report dal titolo Persone, città e natura. Rinnovare l’ambiente urbano e migliorare la nostra salute. Uno studio che, di fatto, conferma l’inquietante dato diffuso dal quotidiano inglese Guardian: quasi il 99 per cento degli europei respira aria inquinata.
L’urbanizzazione inghiotte le aree verdi urbane, a scapito della natura e della sicurezza delle persone. In particolare l’Italia, negli ultimi anni, ha affrontato un problema serio con la cementificazione, complice anche una legge sul consumo del suolo bloccata ormai da anni in Parlamento. In media, negli ultimi 3 annisono stati cementificati 19 ettari al giorno nel nostro paese. Questo significa che quotidianamente è stata trasformata un’area grande come 26,5 campi da calcio, con le immaginabili conseguenze devastanti per l’ambiente e la salute umana. Nel nostro paese, la correlazione tra densità di popolazione e spazi verdi è negativa, e la situazione peggiora: di fatto, cresce più il cemento della popolazione. A maggior ragione, a cosa serve?
Tra gli effetti collaterali c’è la perdita irreversibile di aree verdi urbane, ma anche di aree naturali e agricole: quelle che un tempo erano le campagne appena a ridosso delle città e oggi si trasformano in nuove periferie, sempre più lontane dal centro. Mettendo a rischio la sicurezza alimentare e provocando inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua. Inoltre, sottolinea il Wwf, la mancanza di spazi verdi nelle città ha un impatto significativo sulla salute mentale delle persone, causando stress, depressione e alienazione.
Tutti i numeri del problema città
Allarmi che possono essere facilmente e dettagliatamente declinati in dati. Le città oggi occupano quasi il 3 per cento della superficie dell’intero pianeta, ma sono responsabili del 75 per cento delle emissioni di CO2, del 50 per cento dei rifiuti, e consumano tra il 60 e l’80 per cento dell’energia e il 75 per cento delle risorse naturali come cibo e acqua. Questi numeri, destinati ad aumentare, rendono le città estremamente vulnerabili alle sfide future, a partire dai cambiamenti climatici. Basti pensare che in Italia, negli ultimi 43 anni, gli eventi meteorologici estremi hanno causato oltre 22mila morti e danni economici per 100 miliardi di euro.
Eppure gli spazi verdi sarebbero la soluzione a tutto: all’inquinamento, all’aumento delle emissioni, all’innalzamento delle temperature medie e di conseguenza anche all’intensificarsi degli eventi estremi. Secondo Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia, gli spazi verdi “possono contribuire a curare i mali che affliggono le città e i suoi abitanti perché forniscono servizi ecosistemici importanti, come lo stoccaggio di migliaia di tonnellate di CO2, l’infiltrazione di milioni di metri cubi di acqua, l’assorbimento di contaminanti, la pulizia dell’aria e la mitigazione delle temperature. Questi benefici non riguardano solo la natura, ma la nostra qualità di vita, la nostra salute e sicurezza”. Fino appunto al dato delle 43mila vite potenzialmente risparmiate ogni anno.
La regola del 3-30-300
L’Organizzazione mondiale della sanità ha riproposto recentemente una formula coniata dall’urbanista dei Paesi Bassi, Cecil Konijnendijkper garantire una “adeguata dose di natura” alle persone, nota come la regola del 3-30-300: 3 alberi per ogni casa, 30 per cento di copertura arborea in ogni quartiere, 300 metri di distanza massima da un parco o da uno spazio verde per ogni cittadino. Tuttavia, nelle metropoli italiane, il verde è scarso, frammentato e poco curato.
Per questo il Wwf fa appello al governo italiano affinché riveda la sua politica di cementificazione e ridistribuisca i fondi necessari per la riforestazione urbana. Attualmente, nonostante il 20 per cento della popolazione non abbia accesso alle aree verdi, il governo ha tagliato del 30 per cento i fondi destinati alla riforestazione urbana previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Per rendere le città più sostenibili, inclusive e resilienti, sottolinea il Wwf, è fondamentale ridare spazio alla natura. I cittadini, le istituzioni e le aziende devono collaborare per sviluppare piani di forestazione urbana sostenibili e programmi di manutenzione adeguati. La creazione di spazi verdi ben progettati e curati può portare a una triplice vittoria: sostenibilità ambientale, salute pubblica ed equità sociale.
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