
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
Uno studio recente afferma che l’aria che respiriamo oggi sarebbe più pulita di 40 anni fa grazie alle politiche antismog. Ma possiamo davvero esultare?
In Italia, rispetto a 40 anni fa, il cielo è più terso e l’orizzonte si vede meglio. Il merito sarebbe, strano a dirsi, dell’aria più pulita grazie alle politiche antismog: lo afferma una ricerca svolta in tandem da Università Statale di Milano e Consiglio Nazionale delle ricerche (Cnr) e appena pubblicata sulla rivista Atmospheric Environment.
Il gruppo di scienziati ha analizzato per la prima volta dati raccolti tra 1951 e 2017 relativi a una variabile meteorologica mai presa in considerazione in maniera esaustiva, ovvero la visibilità orizzontale in atmosfera. Si tratta di una variabile fortemente condizionata dall’inquinamento atmosferico e che risulta molto importante soprattutto per quanto riguarda il traffico aereo.
Secondo lo studio, soprattutto in un’area critica come la Pianura Padana – la più inquinata d’Europa – i giorni di visibilità sopra i 10 o i 20 km sarebbero più che raddoppiati.
La ricerca evidenzia anche un altro fatto curioso: il ruolo del particolato atmosferico nel raffrescamento al suolo. Proprio le dannosissime polveri sottili e gli altri inquinanti presenti nell’aerosol sarebbero in grado di riflettere la radiazione solare verso lo spazio, provocando appunto un raffreddameto della superficie terrestre.
Il dato è emerso confrontando le temperature tra gli anni ’50 e ’70, che nel nostro paese sarebbero rimaste costanti, con quelle dagli anni ’80 in poi: alle politiche di contenimento dello smog e riduzione degli aerosol sarebbe poi coincisa con un aumento progressivo della temperatura.
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Questo significa che possiamo esultare e smettere di preoccuparci per lo smog, specialmente in inverno? Ovviamente no. Nonostante l’apparente buona notizia, non possiamo dimenticare i dati che annualmente emergono da report come Mal’aria, redatto da Legambiente. Secondo il dossier, città come Brescia, Lodi e Milano sono ai primi posti per superamento dei limiti giornalieri di Pm10 e ozono.
Sempre secono i dati dell’associazione, su 55 capoluoghi di provincia indagati, in 24 i cittadini hanno dovuto respirare aria inquinata per circa 4 mesi. Una situazione estremamente dannosa per la salute delle persone, considerando che delle 400mila morti che avvengono in Europa a causa dello smog, ben 60mila riguardano proprio l’Italia.
I dati della ricerca Statale-Cnr sono sicuramente incoraggianti, ma non dobbiamo smettere di preoccuparci per lo smog.
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