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Arianna Fontana. Senza allenamento non posso essere la più forte sul ghiaccio, ma neanche nella vita
Arianna Fontana è la pattinatrice più medagliata di sempre nella disciplina olimpica dello short track. Ad anni di distanza dai pomeriggi trascorsi sul ghiaccio col fratello, ha capito che nella vita nulla è impossibile.
È nata a Berbenno di Valtellina, in provincia di Sondrio, il ghiaccio è il suo elemento e sulla pista di pattinaggio è un fulmine: Arianna Fontana, leggenda dello short track, vanta otto medaglie olimpiche. Ha conquistato le ultime tre – oro, argento e bronzo per non farsi mancare nulla – a Pyeongchang nel 2018, diventando la seconda italiana più medagliata di tutti i tempi alle Olimpiadi invernali.
È un’atleta da record, eppure è una ragazza semplice e spontanea che non ha bisogno di fingersi quello che non è; ama lo sport quanto la moda, il cibo e la famiglia. A soli quattro anni, scivolando sul ghiaccio con quei pattini che sembravano così pesanti, mai avrebbe immaginato di diventare più brava del fratello maggiore.
Invece ci è riuscita, è stata portabandiera, ha assaporato il gusto della vittoria capendo che per ottenerla ci vuole un pizzico di fortuna, ma l’ingrediente principale è l’allenamento. Questo vale anche nella vita: è il messaggio che Arianna Fontana vuole trasmettere partecipando al progetto Start your impossible, lanciato da Toyota per promuovere una società in cui tutti possano superare i propri limiti “avvalendosi di sistemi di mobilità che consentano di muoversi liberamente e senza ostacoli”.
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Cosa ti ha spinto a scegliere la disciplina dello short track?
Ho iniziato a pattinare seguendo le orme di mio fratello Alessandro. Ho cominciato un po’ per gioco, e col passare del tempo è nata la mia passione per questa disciplina.
Come ti sei sentita quando, all’età di 15 anni, sei diventata l’atleta italiana più giovane ad aver vinto una medaglia ai Giochi Olimpici invernali?
Sinceramente in quel momento non ho realizzato che cosa stesse succedendo, ero semplicemente una ragazzina che stava vivendo il suo sogno. Ho compreso solo dopo l’impresa che avevo compiuto.
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Sei partita dalla Valtellina per arrivare a Pyeongchang in veste di portabandiera italiana. Come ci sei riuscita?
Fin da piccola volevo rappresentare il mio Paese, andare alle Olimpiadi, vincere una medaglia ed essere la portabandiera. Quando sono stata nominata alfiere della spedizione italiana in Corea avevo il cuore a mille, e sapevo che questo onore mi avrebbe dato una carica pazzesca!
Ci sono stati momenti in cui hai pensato di non farcela, ma non hai gettato la spugna e alla fine sei riuscita a raggiungere l’obiettivo?
Un paio di volte: quando ero più giovane, non ero soltanto io a fare sacrifici, ma tutta la mia famiglia; è grazie al loro continuo sostegno che sono andata avanti. Due anni prima delle Olimpiadi in Corea ero stanca mentalmente, non ero serena in pista e non ero felice sul ghiaccio, ma anche allora, grazie al supporto di chi vedeva qualcosa in me, sono riuscita a superare quel periodo difficile.
Riuscirò mai a dormire dopo una serata come questa??? Felicità allo stato puro ??❤️??
Am I going to sleep tonight??? Still too excited ???????? #OpeningCeremony #ItaliaTeam #Olympics #PyeongChang2018 pic.twitter.com/udEEAiQAvM— Arianna Fontana (@AryFonta) 9 febbraio 2018
Come si superano i propri limiti?
Di limiti non ne esistono, sono solo nella nostra testa, e ce li creiamo da soli. Ho sempre voluto essere più forte, più veloce del giorno prima: mi pongo obiettivi, non limiti.
Fai parte del Toyota team e sei ambassador del progetto Start your impossible. Quali emozioni provi e che valori cercherai di trasmettere?
Con gli anni ho capito che nulla è impossibile, porsi un obiettivo è il primo step di molti altri. A volte serve fare un passo indietro per farne cinque in avanti. Non bisogna mollare perché è difficile o faticoso: nessuno ti regala nulla nella vita, bisogna guadagnarsi il podio, la promozione, il 10 e lode… Servono sacrifici e tanta fatica, ma poi la soddisfazione è immensa!
Grazie @AryFonta per le emozioni di #Pyeongchang2018 ?? ???#ToyotaTeam #StartYourImpossible pic.twitter.com/RvKbJpoNhU
— Toyota Motor Italia (@toyota_italia) 26 febbraio 2018
Cosa ti ha insegnato lo sport e cosa può insegnare ai giovani d’oggi?
Un po’ quello che ho detto prima. Non ci sono vie facili per raggiungere il podio. Si può essere fortunati in qualche gara, ma con la fortuna non si va da nessuna parte. Senza allenamento non posso migliorare ed essere la più forte sul ghiaccio, e lo stesso vale nella vita quotidiana.
Ci sarai alle Olimpiadi di Tokyo del 2020?
Non mi dispiacerebbe essere in prima fila a fare il tifo ai miei amici colleghi delle discipline estive. Se non sarò lì, sarò sul divano a saltare e urlare come una matta!
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