Mancano 3.700 GW per centrare l’obiettivo di triplicare le rinnovabili, secondo Ember. Ma ora c’è chi teme un rallentamento della crescita solare dopo anni.
Arriva in Italia il Powerwall di Tesla
Elmec Solar è uno dei primi distributori autorizzati del sistema di accumulo di Tesla. Obiettivo? Un migliaio di pezzi solo per nel primo anno.
È arrivato anche in Italia il sistema di accumulo Tesla Powerwall, realizzato da Tesla Energy, azienda che dopo le auto elettriche, produce oggi i sistemi di batterie al litio per l’accumulo di energia rinnovabile. A distribuirlo in Italia oggi sono ancora in pochi. Tra questi c’è Elmec Solar, azienda del varesotto che vanta la sua esperienza nel settore del fotovoltaico sia residenziale che commerciale.
Integrata in una struttura espositiva di ecodesign, progettata dall’architetto e designer Giorgio Caporaso e presentata al pubblico in occasione del Fuorisalone, Powerwall entra ufficialmente nel mercato italiano, e sarà disponibile dalla metà di maggio. A raccontarci di quello che è sì un sistema di accumulo, ma anche un oggetto di design, Alessandro Villa amministratore delegato di Elemec Solar e uno dei primi a distribuire la batteria di Tesla per la casa in Italia.
Siete i primi distributori di Tesla Powerwall. Gli unici in Italia?
Siamo uno dei tre distributori sul territorio nazionale. La nostra azienda si occupa di installazione di impianti fotovoltaici chiavi in mano, sia sul mercato aziendale che residenziale. Sono stato personalmente in California quando è stato lanciato il prodotto, proprio per stringere i primi rapporti.
Siamo all’inizio di un nuovo mercato?
Sì, e dall’enorme potenziale. Perché l’efficientamento che si ottiene con un sistema di accumulo è decisamente importante. Ad oggi si può passare ad un 80-90 per cento di utilizzo di energia autoprodotta, mentre con il solo fotovoltaico si arriva ad un 40-50 per cento. Questo perché il sistema di accumulo è capace di assorbire quello che è l’eccesso di produzione dell’impianto e di metterlo a disposizione la mattina, la sera e durante i picchi di richiesta.
Quindi il passo successivo ad un impianto fotovoltaico è l’installazione di un sistema di accumulo?
Sì, in particolare ora che non esistono più gli incentivi. L’ideale è produrre la propria energia e consumarla sul posto, quando si ha maggiore necessità.
Dopo quanto si ammortizza la spesa iniziale?
Con la giusta dimensione dell’impianto (che deve essere progettato in base ai consumi effettivi), la spesa la si può ammortizzare in circa 6 anni.
Avete già avuto i primi ordini?
I primi sistemi arriveranno dalla California da metà maggio. Abbiamo già avuto una cinquantina di richieste in pochi giorni. Quest’anno puntiamo ad un migliaio di pezzi, perché si tratta della fase iniziale. Ma potenzialmente possiamo arrivare a venderne 400 mila.
Che tipo di impianto bisogna avere per poter utilizzare questo sistema?
Con un impianto da 3-4 KW e una batteria di questo tipo si riesce ad avere energia durante il giorno e non la si preleva dalla rete durante i picchi.
Si sente una sorta di pioniere dei sistemi di accumulo?
Sono convinto che il futuro sia nelle rinnovabili. Anche se si tratta di una transizione che richiederà ancora del tempo.
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