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Arriva la Bio-Spa, per essere ecosostenibili dentro e fuori
Mens sana in corpore sano è l’antico adagio sul quale si è soliti fondare l’imperativo oggi sempre più categorico dell’attenzione alla forma fisica e alla cura della propria salute. Un’abitudine, ora virtuosa ora maniacale, che negli ultimi tempi è divenuta non solo trasversale ai generi e alle età (donne e uomini, giovani ed anziani)
Mens sana in corpore sano è l’antico adagio sul quale si è soliti fondare l’imperativo oggi sempre più categorico dell’attenzione alla forma fisica e alla cura della propria salute.
Un’abitudine, ora virtuosa ora maniacale, che negli ultimi tempi è divenuta non solo trasversale ai generi e alle età (donne e uomini, giovani ed anziani) ma anche capace di armonizzare obiettivi e dimensioni diverse, dalla medicina fino all’estetica, alla cosmetica, alla gastronomia e –last but not least– alla tutela dell’ambiente.
Un approccio olistico che trova nella rivisitazione del concetto di “Spa”, recentemente trasformatesi in “Bio-Spa”, o talvolta in “Eco-Spa”, una delle espressioni più originali dell’ecosostenibilità, declinata attraverso un’idea onnicomprensiva di benessere che accomuna i singoli individui ai loro luoghi di soggiorno o vacanza.
L’intuizione originaria della formula Spa, risalente ai primi anni 2000 e apparentemente riconducibile ad un’etimologia poi rivelatasi falsa, ovvero all’acronimo latino postumo “salus per aquam” o “sanitas per aquam”, rinvia più semplicemente al nome di una cittadina belga tuttora esistente, chiamata appunto Spa, situata in una valle delle Ardenne e nota sin dai tempi degli antichi Romani come luogo di cure termali (evocate secondo alcuni dall’antica dicitura di Aquae Spadanae).
Da qualche lustro a questa parte, dunque, questa località della Vallonia è divenuta l’eponima di tutti i sempre più numerosi centri-benessere del pianeta, oggi spesso inclini, sia in Italia (ad esempio in alcuni resort del Lago di Garda o delle Eolie) sia all’estero, a trasformarsi in Bio-Spa, ovvero in Spa ecosostenibili, alimentate da pannelli fotovoltaici o da altre fonti rinnovabili, software gestionali per monitorare il risparmio energetico e idrico, menu creati con prodotti locali a chilometro zero, arredi realizzati in materiali biologici, percorsi fitness all’aria aperta, disposizione degli spazi ispirata al Feng Shui e così via. Un modo come un altro per provare l’emozione di sentirsi, ungarettianamente, una “docile fibra dell’universo”.
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