Grandi donne nell’arte. Artemisia Gentileschi in mostra a Roma

Dal 30 novembre a Palazzo Braschi di Roma saranno esposte le opere di Artemisia Gentileschi, un grande talento femminile nel panorama dell’arte italiana, prettamente maschile a quei tempi.

Artemisia Gentileschi in mostra a Roma: arriva nella capitale una grande esposizione dedicata a una delle artiste più appassionanti e amate dal grande pubblico. Dal 30 novembre 2016 fino al 7 maggio 2017 al Museo di Roma a Palazzo Braschi, magnifico edificio del Diciannovesimo secolo, tra Piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele, 90 opere che tracciano un percorso che svela gli aspetti più autentici dell’artista, attraversando un arco temporale che va dal 1610 al 1652. In un mondo, quello dell’arte, a quei tempi prettamente maschile, la pittrice napoletana rappresentò un’eccezione di talento e carattere. Una vita segnata da un evento tragico che Gentileschi riuscirà a trasformare nella forza della sua opera.

Chi era Artemisia Gentileschi

Nata a Roma nel 1593 e morta a Napoli nel 1653, ha vissuto e lavorato principalmente in tre città: Firenze (dal 1613 al 1620), Roma (dal 1620 al 1626) e Napoli (dal 1626 al 1630). Sin dalla più tenera età, Gentileschi fu iniziata alla pittura dal padre, pittore seguace della tecnica caravaggesca.

È stata riscoperta, come artista, solo agli inizi del Novecento, grazie all’opera dello storico dell’arte Roberto Longhi. Per oltre tre secoli la figura dell’artista era stata messa in ombra dalla vicenda che segnò, in maniera profonda, sia la vita privata della donna, sia la sua memoria futura: lo stupro subito da Agostino Tassi, collega e amico del padre della giovane.

La tela che raffigura Giuditta che decapita Oloferne (1612-13), conservata al Museo nazionale di Capodimonte, impressionante per la violenza della scena che raffigura, è stata interpretata in chiave psicologica e psicoanalitica, come desiderio di rivalsa rispetto alla violenza subita. Dopo la conclusione del processo per stupro, il padre combinò per Gentileschi un matrimonio con un modesto artista fiorentino, che servì a restituirle, violentata, ingannata e denigrata da Tassi, uno status di sufficiente “onorabilità”.

Nonostante queste vicende dolorose grazie alla sua arte fu una donna indipendente, soprattutto sul piano economico, al punto di poter abbandonare il marito e di crescere da sola i suoi figli, divenendo così una figura simbolo del femminismo e del desiderio di emancipazione dal potere maschile.

Artemisia Gentileschi a Roma
Artemisia Gentileschi Ester e Assuero Olio su tela, 208,3×273,7 cm Lent bt The Metropolitan Museum of Art, Gift of Elinor Torrance Ingersoll, 1969

Artemisia Gentileschi in mostra a Roma

La mostra di Roma a Palazzo Braschi è un viaggio nella vita e nell’arte di Gentileschi, con un’attenzione particolare sugli scambi e le influenze con gli artisti a lei vicini. L’esposizione, che inaugurerà il 30 novembre, vanta prestiti da tutti i principali musei del mondo – dal Metropolitan Museum di New York, dal Museo di Capodimonte, dal Wadsworth Atheneum di Hartford Connecticut, dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenzee, dal Národní galerie v Praze di Praga –,  e opere straordinarie quali Giuditta che taglia la testa a Oloferne (Museo di Capodimonte), Ester e Assuero (Metropolitan Museum di New York), Autoritratto come suonatrice di liuto (Wadsworth Atheneum di Hartford Connecticut) e moltissime altre. Accanto alle sue opere anche quelle dei grandi protagonisti del Seicento come Cristofano Allori, Simon Vouet, Giovanni Baglione, Antiveduto Grammaticae Giuseppe Ribera.
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 19, il biglietto costa 11 euro.

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