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Arteparco: il progetto che trasforma il Parco nazionale d’Abruzzo in un museo a cielo aperto
Quando opere di land art perfettamente inserite nel territorio trasformano un parco nazionale in una galleria d’arte moderna a cielo aperto. Meravigliosa.
Un larice secolare, sradicato dalla tempesta Vaia che ha distrutto vaste zone del Trentino (e non solo) nel 2018, si è trasformato in un braccio che sostiene un nuovo giovane albero del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. È questa la nuova grande opera site specific realizzata appositamente per essere integrata in uno dei parchi più antichi d’Italia. Il progetto si chiama Arteparco e da tre anni è un motivo in più per esplorare questa eccellenza naturalistica.
Un tempo è stato, la nuova opera di Arteparco
È nato tutto tre anni fa e l’intento è chiaro: rendere il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise non solo un territorio dove vivono e sono protette alcune tra le specie faunistiche italiane più importanti, quali il lupo, il camoscio d’Abruzzo e l’orso bruno marsicano, ma anche un luogo d’arte, di land art nello specifico, ossia di opere che spesso sono realizzate con elementi e materiali della natura e vengono finalizzate grazie a un intervento diretto dell’artista sul territorio naturale.
Quella presentata ed “esposta” quest’anno è stata progettata e costruita da Alessandro Pavone, un artista trentino che in Abruzzo ha portato un po’ della sua terra e di ciò che l’ha falcidiata due anni fa. Un tempo è stato infatti – questo il titolo della monumentale opera di 5 metri per 2 – è il risultato della trasformazione di un tronco abbattuto in elementi sagomati che riproducono un braccio e una mano umana che, con un gesto che sembra essere gentile, sostengono una giovane pianta. Non è difficile interpretarne il senso: l’opera evoca il rapporto indissolubile tra uomo e natura e in particolare ci ricorda che l’attenzione e il rispetto da parte dell’uomo sono fondamentali per proteggere l’inestimabile patrimonio naturale.
Alessandro Pavone ha così creato un ponte ideale tra due territori accomunati da un’attenzione unica alla valorizzazione naturalistica, Trentino e Abruzzo, e si è occupato personalmente di individuare l’albero perfetto con il supporto del servizio di custodia forestale del comune di Folgaria (Trentino). A breve, nel mese di novembre, Un tempo è stato prenderà ancora più vita in occasione della tradizionale Festa dell’albero, quando i bambini delle scuole del territorio saranno coinvolti nella piantumazione di un nuovo albero anche tra le “dita” dell’installazione, completando così il progetto.
Le altre due opere presenti in Arteparco
Nel 2019 era stato l’artista abruzzese Matteo Fato a cimentarsi con gli ampi spazi e i territori incontaminati del Parco: su una collina alle pendici di una delle faggete (le famose Foreste vetuste Patrimonio Unesco) ha installato tre riproduzioni di antichi cavalletti – Specchi angelici – che incorniciano il paesaggio trasformando le montagne e i boschi dell’Appennino in parti integranti dell’opera stessa. Come a dire: tutt’intorno è la vera opera d’arte.
Nella prima edizione di Arteparco del settembre 2018 invece, l’artista designer Marcantonio aveva immaginato per il Parco nazionale d’Abruzzo una scultura dal titolo Animale – Vegetale (Il Cuore) che ancora oggi si sviluppa intorno a un albero del bosco, diventando un tutt’uno con l’ambiente circostante e traendo ispirazione dalla natura, da cui nasce concettualmente e fisicamente. Entrambe si trovano ancora nel territorio del parco e possono essere raggiunte utilizzando le e-bike messe a disposizione da Bmw Italia che è partner del progetto. Arteparco è vivo e continua a trasformarsi, proprio come il parco stesso e ogni anno si arricchirà di nuovi contributi artistici.
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