Quest’anno la superficie del ghiaccio marino artico è scesa al di sotto dei 4 milioni di chilometri quadrati, per la seconda volta dal 1979.
Il primo giorno senza ghiaccio nell’Artico potrebbe essere già nel 2027
Un studio ha anticipato di nuovo le previsioni sullo scioglimento pressochè totale del ghiaccio nel mare più settentrionale della pianeta.
Il primo giorno senza ghiaccio marino nell’Artico potrebbe verificarsi tra poco più di due anni, nell’estate del del 2027, anticipando le stime che fissavano a partire dal 2030 una data che segnerebbe un momento tragicamente storico per i cambiamenti climatici. Utilizzando oltre 300 modelli di computerizzati, un team internazionale di esperti ha concluso che non solo il primo giorno “ice-free”- letteralmente libero dai ghiacci – nell’oceano più settentrionale della Terra è inevitabile, ma che ci sono ottime probabilità arrivi prima delle previsioni. D’altronde, non è più un mistero che i calcoli sul ritmo di fusione dei ghiacci all’interno del circolo polare artico risultino ormai sottostimati a causa dell’aumento delle temperature medie globali.
Il ghiaccio marino ha raggiunto i minimi storici dal 1978
“Abbiamo alterato una delle caratteristiche distintive dell’ambiente naturale nell’oceano Artico”, ha detto la climatologa dell’Università del Colorado Boulder Alexandra Jahn. Lo studio, condotto anche da Celine Heuze’ dell’università di Goteborg e pubblicato sulla rivista Nature Communications, spiega che la scomparsa del ghiaccio marino è ormai irreversibile, indipendentemente dagli interventi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti che la comunità internazionale potrà mettere in campo nel prossimo futuro. Le simulazioni dei ricercatori hanno dato esiti leggermente diversi: in 9 casi il primo giorno senza ghiacci si verificherà entro 3-6 anni. Tuttavia, lo scenario più comune con l’attuale livello di emissioni anticipa questa data al 2027.
L’oceano Artico copre una vasta area di oltre 16 milioni di chilometri quadrati e per migliaia di anni è stato teatro di un evento stagionale naturale: nei mesi infernali, l’acqua marina ghiaccia e si accumula, formando una spessa calotta di ghiaccio che raggiunge il picco nel mese di marzo prima che scigliersi a settembre. Negli anni, questo fenomeno si è via via indebolito: secondo i dati dello Scanning Multichannel Microwave Radiometer (Smmr), che analizza le immagini satellitari, il ghiaccio marino nell’Artico è diminuito del 12 per cento ogni decennio dal 1978.
Si tratta di 80.000 chilometri quadrati in meno ogni anno, pari a circa la dimensione dell’Austria o della Repubblica Ceca. Il National Snow and Ice Data Center degli Stati Uniti ha riferito che il livello minimo di ghiaccio marino raggiunto nel settembre di quest’anno è stato uno dei più bassi dal 1878. Nello specifico parliamo di 4,28 milioni di chilometri quadrati, un netto calo rispetto alla copertura media di 6,85 milioni di chilometri quadrati tra il 1979 e il 1992.
Cosa significa “libero dai ghiacci”?
L’espressione utilizzata per parlare dell’effetto fusione del ghiaccio marino nell’oceano Artico è “ice-free”. Tuttavia, questa espressione non corrisponde a una scomparsa totale del ghiaccio marino a quelle latitudini. Si parla di “ice-free” quando la quantità di ghiaccio marino scende sotto 1 milione di chilometri quadrati di estensione. Una superficie sensibilmente inferiore all’estensione misurata tra il 1981 e il 2010, quando il minimo medio si attestava attorno ai 6 milioni di chilometri quadrati, pari a 4 volte l’Alaska.
Secondo il National Snow and Ice Data Center “un’estensione del ghiaccio marino inferiore a 1 milione di chilometri quadrati lascerebbe aperta la maggior parte dei corsi d’acqua artici. […] Nella maggior parte dell’Oceano Artico, il ghiaccio marino sarebbe raro e insignificante, soprattutto se paragonato alla media del periodo 1981-2010”. La zona dell’Artico in cui si ipotizza che una certa quantità di ghiaccio marino possa rimanere è stata chiamata “Last Ice Area”. Parte di quest’area rientra nell’area marina protetta di Tuvaijuittuq, nella costa nordorientale dell’isola di Ellesmere, nella provincia canadese del Nunavut, ma altro ghiaccio potrebbe persistere lungo le coste settentrionali della Groenlandia.
Alcune conseguenze di un Artico senza ghiacci
La prima estate senza ghiacci potrebbe avere impatti molto significativi sia sul fragile ecosistema dell’Artico – pensiamo agli spostamenti degli orsi polari, già drammaticamente in pericolo – che sulla vita delle nostre società. “Il primo giorno senza ghiaccio nell’Artico non cambierà le cose in modo drammatico”, continua Jahn in una nota, “ma dimostrerà visivamente il nostro impatto anche a queste latittudini”.
Il venire meno dei ghiacci potrebbe aprire il mare più settentrionale a interessi strategici e commerciali ora negati dalle condizioni naturali. Acque internazionali con una giurisdizione debole e assente potrebbero diventare prede facili per l’industria mineraria e della pesca, o potrebbero diventare nuove rotte commerciali. Tutti scenari che contribuirebbero non solo a invadere habitat naturali delicati e ancora quasi incontattati, ma che aumenterebbero l’area del pianeta in cui l’essere umano mette in campo pratiche non sostenibili.
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