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Adottando un sistema di blockchain, LifeGate offre ai lettori uno strumento immediato per capire se una notizia merita la loro fiducia.
In un panorama giornalistico sempre più affollato, in cui per il lettore è tutt’altro che semplice capire quali fonti meritano la sua fiducia, LifeGate fa un altro passo avanti in termini di trasparenza. Da oggi infatti tutti i contenuti saranno certificati tramite un innovativo sistema blockchain sviluppato insieme alla startup italiana Spartan Tech.
Ogni anno il World economic forum pubblica un’analisi dei rischi globali: accanto alla crisi climatica e al terrorismo, dal 2013 ha fatto il suo esordio anche la disinformazione che corre sul web. È della stessa opinione il 93,3 per cento degli italiani che ritiene che le fake news abbiano un impatto sulla vita delle persone. Eppure, stando al report Infosfera 2018, il 65 per cento dei nostri connazionali non è capace di riconoscere una bufala e una percentuale ancora maggiore – quasi il 79 per cento – non distingue i siti affidabili da quelli che non lo sono. Insomma, un’ondata di notizie deliberatamente false continua a circolare indisturbata e plasmare l’opinione pubblica, anche in relazione a temi delicati e decisivi come la politica, la crisi climatica o l’emergenza sanitaria in corso.
“Anche se le fake news sono sempre esistite, oggi è difficile per una persona che vuole informarsi riuscire a rintracciarle e smascherarle, per via dell’immensa quantità di fonti a disposizione sul web. Per questo la trasparenza e l’affidabilità del giornalismo, soprattutto online, sono valori fondamentali per costruire quel rapporto di serietà e di fiducia con i nostri lettori”, commenta Tommaso Perrone, direttore responsabile di LifeGate. “Il sistema di blockchain che abbiamo attivato su LifeGate, grazie alla collaborazione con Spartan Tech, va proprio in questa direzione e rafforza il legame con la nostra community. Una comunità fatta di persone che hanno a cuore la sostenibilità e che da oltre 20 anni si affidano a noi per capire cosa succede nel mondo”.
I grandi player dell’informatica stanno scommettendo in massa sulla blockchain, che potremmo descrivere come una rete informatica di migliaia e migliaia di nodi che si collocano tutti allo stesso livello. Un sistema in cui dati e informazioni vengono registrati in modo aperto, condiviso e impossibile da sabotare. Spartan Tech, una delle prime startup selezionate dal programma di accelerazione LifeGate Way, si distingue perché rende la blockchain democratica, traducendola in un sistema auto-configurante ed economico; l’ideale per le piccole e medie imprese.
In questo filone si colloca la soluzione blockchain che cristallizza la proprietà intellettuale dei contenuti originali pubblicati su LifeGate. Ogni autore dispone di un wallet, cioè di un piccolo software che attesta la sua identità. Per ogni articolo originale si genera un hash, cioè una stringa di lettere e cifre che viene salvata attraverso il wallet del suo autore, attestandone la paternità e l’autenticità. “Il progetto va nella direzione di tutelare autori ed editori che, grazie all’automazione dei dati e dei flussi di copyright, potranno combattere il fenomeno della duplicazione abusiva e della paternità dei contenuti”, spiega Paul Renda, co-fondatore di Spartan Tech.
Terminata la lettura di un articolo, al lettore basterà cliccare sull’hash corrispondente per verificare in autonomia la sua veridicità; e non sul server di LifeGate bensì su un blockchain explorer indipendente. E cosa succede se, a qualche ora o giorno di distanza dalla pubblicazione, l’autore cambia qualche dettaglio? Nessun problema, perché la blockchain tiene traccia di ogni modifica, come ulteriore garanzia di integrità.
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