È realizzato con materiali completamente biodegradabili l’ultimo affresco di Saype, l’artista francese che questa volta ha “dipinto” ad alta quota.
Artissima Unplugged 2020: arte e sostenibilità hanno il loro vincitore
Proclamato l’artista vincitore del Premio FPT for Sustainable Art che segna la necessaria via della sostenibilità anche nell’arte contemporanea.
Arte e sostenibilità, due mondi sempre più interconnessi negli ultimi anni, grazie al Premio FPT for Sustainable Art si sono incrociati con successo nell’ambito di Artissima, la principale fiera d’arte contemporanea in Italia dove oggi è stato proclamato l’artista vincitore Renato Leotta. Un’edizione speciale, definita Unplugged quella della fiera di Torino del 2020, che non ha però impedito di fermare l’onda creativa contemporanea che sarà fruibile on line. Creatività di cui fa parte anche il Premio, fortemente voluto da FPT Industrial – azienda leader nel settore dei motori industriali e parte del gruppo CNH Industrial – che rappresenta lo strumento scelto per indagare la sostenibilità nel processo creativo in senso ampio, mettendo in luce come ogni opera sia frutto di un’evoluzione che incontra, in tutte le sue fasi, persone, materiali, vite, e che deve scendere a patti con meccanismi organizzativi, logistici ed economici. Un altro passo verso il dialogo, ormai necessario e vitale, tra innovazione, arte e sostenibilità.
Renato Leotta è il vincitore del Premio FPT for Sustainable Art
È stata una giuria internazionale composta da Marianne Dobner, curatrice del Mumok Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien di Vienna; Andrea Lissoni, direttore dell’Haus der Kunst di Monaco e Luca Lo Pinto, direttore artistico del Macro Museo d’arte contemporanea di Roma, a individuare come vincitore del premio Renato Leotta con questa motivazione:
“Renato Leotta ha svelato con la sua pratica artistica basata sul processo un modo poetico di stabilire un contatto tra condizioni umane e non-umane utilizzando i fenomeni naturali come strumenti di produzione dell’opera. All’apparenza minimalista, il lavoro di Leotta affronta importanti questioni ambientali senza diventare documentale: Mare (2019) presenta un nuovo approccio a un genere tradizionale come la pittura paesaggistica, reinterpretando il suo processo e trasformando il paesaggio stesso nel medium che produce la realtà”.
Presente ad Artissima con la galleria Madragoa di Lisbona, Renato Leotta ha presentato l’opera Mare nella cornice della mostra di Artissima Unplugged Stasi Frenetica presso la Gam – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Renato Leotta vive e lavora fra Torino e Acireale, luogo di profonda ispirazione, considerate le origini siciliane della sua famiglia. Il suo lavoro trova origine nell’atto di osservare, usando il paesaggio come soggetto.
Intervistato dopo la sua “acclamazione” ci ha dichiarato: “Mare è un orizzonte realizzato nel luogo in cui vivo, la Sicilia, ma descrive un fenomeno assolutamente universale legato alla natura. E l’ho realizzato direttamente in mare dove immergo le tele sulle quali poi “registro” questo spazio di immersione e quindi le altezze delle maree. Questa “tecnica” ha a che vedere un po’ anche con la pittura, fa eco all’immaginario delle vedute delle marine. È insieme mare, tutto il Mediterraneo, la mia piccola patria, il mio Heimat.
Osservo la natura ma non so se considerarala una fonte d’ispirazione: il mio rapporto con lei è d’osservazione, spesso molto lenta e molto progettuale. Di “immersione”. Tento di registrare fenomeni che le appartengono.
Creare arte sostenibile per me ha relazione soprattutto con i materiali che utilizzo. Oltre a un discorso di pensiero sostenibile, e alle immagini poetiche che ne derivano, ci penso in ambito produttivo, fisico, pratico: è importante usare quelli giusti anche per l’ambiente, devono essere compatibili. E non è sempre semplice, per esempio se pensiamo alla scultura. Io lavoro molto con carta e cotone, materiali semplici.”
Come detto dallo stesso artista, il lavoro è un “orizzonte” appartenente alla serie di teli dalle diverse tonalità di blu che l’artista in parte immerge nel mare e lascia poi sulla spiaggia, sotto il sole, ad asciugare: il fenomeno fisico della cristallizzazione del sale disegna una trama sulla superficie blu, tracciando così un orizzonte ideale sui tessuti.
L’artista in questo lavoro, come in tutta la sua ricerca, rivela un’attitudine unica legata all’osservazione e alla rappresentazione del paesaggio: le tracce dell’azione degli elementi naturali nelle loro diverse declinazioni e conformazioni – il mare, la terra, gli alberi e i loro frutti, l’aria, gli esseri viventi – diventano allo stesso tempo medium e soggetto, dando origine a opere in cui ambientazioni reali e ideali si fondono.
FPT Industrial, l’arte e la sostenibilità: un viaggio di trasformazione
La prima edizione del Premio FPT for Sustainable Art non è però il primo passo dell’azienda FPT nel mondo dell’arte e della sostenibilità. La scelta di impegnarsi concretamente in questi ambiti di primaria importanza sociale, economica e ambientale, è stata presa già lo scorso anno con la partecipazione al più importante evento d’arte del paese, la Biennale Arte di Venezia del 2019, dove FPT Industrial è stata main sponsor del Padiglione Italia e ha presentato per la prima volta l’installazione Consider yourself as a guest (Cornucopia) immaginata per l’azienda dall’artista americano Christian Holstad. Opera di grande impatto che sottolinea il gravoso problema dell’inquinamento dei mari che è stata nello stesso anno esposta anche ad Artissima a Torino.
La collaborazione è continuata quest’anno, l’anno della pandemia globale, un anno difficile, specie per il mondo dell’arte, ma anche per il comparto industriale che ha però voluto ugualmente essere protagonista in modo realmente concreto con il lancio di un Premio che metta in risalto la stretta connessione necessaria in quest’epoca fra mondi forse apparentemente distanti come quelli dell’arte, la sostenibilità e l’innovazione.
A questo proposito Carlo Moroni, Head of Communication di FPT Industrial, ha dichiarato: “Il territorio della sostenibilità per noi è importante, per molte ragioni. E lo è anche il modo di raccontare il nostro impegno in questo ambito che per questo è stato studiato attentamente. Siamo partiti dal fatto che FPT Industrial ha da sempre lo human touch come modo di fare le cose e l’arte è vicina alle persone, crea contatto, quindi l’incontro con il suo mondo è stato per noi naturale. Sono tanti i linguaggi per parlare di sostenibilità, noi abbiamo scelto quello dell’arte perché ci piace, tantissimo.
Il primo capitolo di questo racconto è stato il progetto alla Biennale di Venezia: Consider yourself as a guest (Cornucopia) di Christian Holstad presentata in quell’ambito parte da un altro progetto “A pesca di plastica” realizzato in collaborazione con il Consorzio di pescatori di San Benedetto del Tronto grazie al quale in 6 settimane sono state recuperate 6 tonnellate di rifiuti, delle quali il 15 per cento era costituito da plastica. FPT Industrial produce motori marini che equipaggiano i pescherecci, dunque sostenendo quest’iniziativa abbiamo raccontato i nostri prodotti nelle loro “missioni poco note” e sostenibili. La visualizzazione di tutto si è poi concretizzata grazie al genio di Holstad che ha creato la Cornucopia con la plastica “tolta” dal mare. Da un progetto che parte dai nostri prodotti, il primo, oggi invece passiamo a uno focalizzato sul processo di produzione. L’opera che ha vinto, Mare, è stata infatti realizzata con un’attenzione particolare, una metodologia affascinante, oltre che sostenibile. Raccontiamo una storia attraverso quest’opera. Specchiamo la nostra attenzione alla sostenibilità in quella degli artisti, di Renato Leotta nello specifico. Un impegno serio quello di FPT Industrial, che ha radici nell’adesione al programma World Class Manufacturing, e che di certo non finirà con l’esperienza del Premio FPT for Sustainable Art ad Artissima”.
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