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Artrosi nel cane, come adattarsi ai cambiamenti climatici con le terapie alternative
L’artrosi nel cane è una malattia molto diffusa, che sta diventando più fastidiosa per colpa dei cambiamenti climatici. Un aiuto importante possiamo trovarlo nella medicina omeopatica, nell’agopuntura e in altre tecniche terapeutiche poco invasive, ma indubbiamente efficaci.
L’artrosi è una degenerazione delle articolazioni che causa fastidio e dolore durante la deambulazione. La patologia si manifesta nell’uomo, così come nei nostri amici animali. Si tratta di una malattia che fino a questo momento non ha ancora trovato una cura o, perlomeno, una profilassi che ne possa limitare le conseguenze. Il termine “artrosi” deriva dal greco e significa “degenerazione articolare”. Il cane che ne soffre – come l’uomo, del resto – è colpito da dolori articolari più o meno intermittenti, più o meno forti e invalidanti.
Legata spesso e volentieri alle condizioni meteorologiche – si acuisce con l’umidità e diventa noiosa ai cambi di stagione sia in primavera che in autunno – l’artrosi può diventare una compagna abituale del cane (e dell’uomo) con temperature elevate e tassi di umidità troppo forti. E mai come in questo caso è compito specifico del proprietario interpretare i segni “clinici” dell’animale sofferente e richiedere l’intervento del veterinario insieme a cure specifiche e mirate. Un aiuto, nel caso di artrosi, può arrivare per i nostri cani dall’utilizzo di medicine complementari e alternative come l’omeopatia, l’agopuntura e la laserterapia, che permettono di non dar luogo a effetti collaterali e possono essere protratte nel tempo.
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Artrosi e cambiamenti climatici
In un’epoca di cambiamenti climatici, con eventi sempre più estremi e non prevedibili, l’artrosi è una delle malattie più diffuse non solo a livello umano, ma anche a carico dei suoi più fedeli compagni, i cani. I sintomi dell’artrosi in genere si acuiscono in determinate circostanze, come per esempio le giornate autunnali caratterizzate da tempo freddo e umido, o l’inizio della primavera. Ma, con il clima impazzito, è facile che persistano anche in estate, quando le temperature sono alte e contraddistinte da afa e un alto quoziente di umidità. E in inverno, con giornate ancora calde e umide che danno luogo a un autunno infinito.
In genere la malattia presenta una sintomatologia più evidente al risveglio mattutino. Poi, almeno nei casi iniziali, i sintomi scompaiono per un po’. Ma è facile che i disturbi compaiono di nuovo dopo qualche settimana o qualche mese, diventando via via cronici.
Il contributo dell’omeopatia nella cura dell’artrosi
Le cure a base di antinfiammatori sono spesso un palliativo non privo di effetti collaterali, e possono addirittura mascherare il problema iniziale. “L’organismo ha un indicatore che al tempo stesso è un meccanismo di difesa: il dolore. Sopprimerlo farmacologicamente significa creare le condizioni per cui il danno alla cartilagine articolare si estende rapidamente. La terapia farmacologica dovrebbe essere concepita solo in casi di necessità con forte malessere dell’animale o con una funzione articolare diminuita, e non su base radiografica”, spiega il dottor Mauro Dodesini, medico veterinario. L’omeopatia, in questi casi, si propone l’ottenimento di tre obiettivi: miglioramento sintomatico, ripresa della funzionalità e prevenzione dell’ipotrofia muscolare. Questi tre aspetti si attuano contemporaneamente.
“È fondamentale stabilire una diagnosi per non sopprimere il dolore senza avere individuato il problema primario. L’effetto della terapia può tranquillizzare i proprietario, ma ritardare la diagnosi approfondita, una prognosi reale e il trattamento adeguato al caso”, continua Dodesini. Come avviene in altre patologie, anche nel caso dell’artrosi possiamo concludere che l’energia vitale del paziente, stimolata dal rimedio omeopatico, permette l’instaurarsi di un nuovo, insperato e stabile equilibrio, che ristabilisce la funzione perduta.
“Mi ha colpito moltissimo la difficoltà incontrata a raccogliere il materiale per l’inquadramento della patologia artrosica”, prosegue l’esperto. “Nonostante la malattia sia diffusissima a livello animale, era poco studiata in quanto considerata difficilmente curabile. Dopo un iniziale miglioramento in seguito alla somministrazione del farmaco antinfiammatorio, il cane regredisce sempre alla condizione iniziale. E la terapia chirurgica è talmente invasiva che non viene nemmeno presa in considerazione”. L’aiuto della terapia omeopatica si rivela, perciò, fondamentale.
Il ruolo del padrone
In medicina veterinaria come in pediatria sono importanti i segni e i sintomi manifestati dal paziente a quattro zampe. E, mentre la valutazione dei primi è condizionata dalla sensibilità del medico veterinario, la raccolta dei secondi richiede una reale partecipazione da parte del proprietario dell’animale. “La determinazione del rimedio omeopatico più adatto in quel momento a quel soggetto è quindi una ricerca che si fa insieme senza trascurare alcun particolare, anche quello che può sembrare il più insignificante”, conclude Mauro Dodesini. I risultati? Ci sono, eccome. Il dottor Dodesini cita alcuni casi e fra i tanti riportiamo quello di Musa, visitata e curata proprio per un problema articolare.
Alcuni rimedi contro l’artrosi
“Per contrastare l’artrosi, specie nel cane anziano, un ottimo rimedio è per esempio l’uncaria tomentosa, ricca di alcaolidi ossindolici, che ha un effetto tonico, immunostimolante e antinfiammatorio”, aggiunge la veterinaria Laura Cutullo. Nel suo libro Cure naturali e alimentazione, l’esperta regala anche una serie di consigli pratici e facili da mettere in atto per prevenire e contrastare la patologia artrosica, specie se protratta nel tempo e divenuta quindi cronica per effetto dei cambiamenti climatici.
Nel caso dei disturbi artrosici, un altro importante sollievo arriva dalle tecniche di agopuntura, che possono aiutare il cane a ritrovare la funzionalità articolare perduta. “In agopuntura ogni paziente è unico, quindi il piano di trattamento è individuale e si basa sul tipo di patologia, gravità della condizione, durata della malattia e stato psicofisico del paziente. Questo vale anche e soprattutto nel caso dell’artrosi”, spiega la dottoressa Francesca Parisi, medico veterinario. Durante la prima visita si imposta un protocollo terapeutico personalizzato che comprende generalmente quattro o cinque sedute a distanza di una settimana l’una dall’altra; già dalle prime si possono notare miglioramenti. I casi cronici richiedono poi delle sedute di mantenimento distanziate nel tempo, ma ciascun caso verrà studiato ad hoc in base alle risposte del soggetto.
“Nella mia pratica professionale combino spesso tecniche di agopuntura con il massaggio cinese (tuina), collegato ai meridiani dell’agopuntura, con lo shiatsu, con il t-touch e con il deep contact, tutte tecniche manuali che aiutano il paziente a quattro zampe ad acquisire maggiore consapevolezza della propria postura”, conclude la dottoressa Parisi.
Importante, per quel che riguarda l’artrosi nel cane, anche l’utilizzo della laserterapia che favorisce l’attenuazione dell’infiammazione e la progressiva scomparsa del dolore. Ovviamente sarà il medico veterinario a scegliere in base alle caratteristiche del cane quali potranno essere le terapie più idonee e utili per ripristinare il benessere originario, alleviare il dolore e restituire funzionalità alle articolazioni compromesse impostando una terapia davvero a prova di “effetto clima”.
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